Afghanistan: 2 anni dalla ripresa del controllo dei Talebani

Sono passati 2 anni da quando i talebani hanno ripreso il controllo in Afghanistan. Dalla terribile data del 15 agosto 2021 le condizioni per i bambini e le loro famiglie non hanno fatto altro che peggiorare. 
Abbiamo condotto un'indagine sulle famiglie in 6 province afghane, per denunciare i profondi bisogni della popolazione, che sta affrontando un mix mortale di povertà, cambiamento climatico e fame

Afghanistan: due anni dal dominio talebano

I bambini e le bambine, vittime innocenti del dominio talebano, vengono spinti verso pratiche non sicure come il lavoro e la migrazione irregolare per contrastare i crescenti livelli di povertà e fame. Nel recente report, abbiamo ricevuto la storia di una bambina schiacciata a morte mentre si nascondeva sotto un camion in movimento al confine di Torkham, poiché era costretta a contrabbandare merci. 

“Solo” questo dovrebbe provocare l’indignazione di tutto il mondo. L'Afghanistan è uno degli esempi tra i più crudi al mondo ed è in atto una crisi di diritti dell'infanzia senza precedenti.

Questa drammatica situazione ha costretto molti minori a trovare un lavoro. Più di un terzo, 38,4% dei bambini intervistati, infatti, lavora per mantenere la propria famiglia e il 12,5% delle famiglie riferisce che i propri figli migrano per lavoro. Purtroppo non disponiamo dei dati dello stesso anno per le stesse provincie, in modo da essere comparabili, eppure, gli attuali dati dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro hanno rilevato che 1 bambino su 10 in tutto l'Afghanistan è coinvolto nel lavoro minorile. [1] 

In Afghanistan dilaga fame e povertà 

L'eredità del conflitto in Afghanistan infligge fame, malnutrizione e miseria a persone che non hanno fatto nulla per contribuire a nessuna di queste condizioni. Tre quarti dei bambini intervistati, ovvero più del 76%, hanno affermato di mangiare meno rispetto a un anno fa, poiché la peggiore siccità degli ultimi 30 anni nel paese ha compromesso i raccolti, causato la morte del bestiame e ha aggravato la scarsità di cibo e acqua per i minori e le loro famiglie. La siccità, infatti, ha colpito il 58% delle famiglie intervistate nell’indagine. 

I livelli di fame sono più alti nel nord dell'Afghanistan, dove le famiglie dipendono fortemente dall'agricoltura per sopravvivere. Qui, la siccità ha provocato una fame acuta in una famiglia su tre (34,3%) nella provincia di Sar-e-Pul e una famiglia su cinque (20,7%) a Jawzjan, dove vivono Sajida e la sua famiglia. 

Sajida, di 31 anni, e la sua famiglia nel nord dell'Afghanistan sono stati duramente colpiti dalla siccità e dalla crisi economica. A due dei suoi figli, le gemelle di 8 mesi Nahida e Nadira, è stata diagnosticata una grave malnutrizione acuta (SAM) e sono in cura presso una clinica sanitaria mobile che gestiamo. “Non abbiamo acqua nel nostro villaggio. Andiamo in un altro villaggio e usiamo gli asini per riportare l'acqua qui. Ci sono lunghe file di persone in attesa dell'acqua. Tutti i contadini pregano per la pioggia, ma quest'anno sono senza speranza. Pensano che la siccità qui distruggerà la vita”

Inoltre, in Afghanistan, milioni di persone sono prive degli aiuti alimentari a causa dei tagli ai finanziamenti internazionali e questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per la comunità internazionale affinché smetta di distogliere lo sguardo da questa situazione. 

“Speriamo che la comunità internazionale, che ha tagliato in modo significativo i fondi per gli aiuti alimentari, essenziali in tutto l'Afghanistan, ripenserà a questo approccio isolazionista, ricorderà i milioni di bambini innocenti le cui vite sono in pericolo e smetterà di punire loro per decisioni con cui non hanno avuto nulla a che fare” ha affermato Arshad Malik, Direttore di Save the Children in Afghanistan. 

Il nostro intervento

Lavoriamo in Afghanistan dal 1976, e siamo lì anche durante i periodi di conflitto, cambio di regime e disastri naturali. Abbiamo programmi in nove province e lavoriamp con partner in altre sei province.

Da quando i talebani hanno ripreso il controllo nell'agosto 2021, abbiamo intensificato la nostra risposta per sostenere il crescente numero di bambini con bisogni umanitari in aree precedentemente inaccessibili.

Sosteniamo progetti su salute, nutrizione, istruzione, protezione dei fornendo alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari, sicurezza alimentare e supporto ai mezzi di sussistenza. Da settembre 2021, abbiamo raggiunto più di 4 milioni di persone, inclusi 2,1 milioni di bambini.

Note:

[1] wcms_834525.pdf (ilo.org)

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