La didattica inclusiva per bambini con bisogni educativi speciali

Dal 3 al 5% degli studenti vive una diversità neuronale nell’apprendimento, hanno diverse specificità che non consentono quello che definiamo un “apprendimento tradizionale”. A volte vengono tacciati di pigrizia o di poco interesse andando a minare ulteriormente autostima e disponibilità nell’apprendere, altre volte vengono stigmatizzati come diversi.

Di fatto tutti gli studenti con bisogni educativi speciali, BES, o con disturbi specifici dell’apprendimento, DSA, imparano in modo diverso. 


Una scuola davvero inclusiva va oltre tutto questo e coinvolge tutti i bambini indipendentemente dai loro tempi di apprendimento e dalle loro esigenze.


Come promuovere una didattica inclusiva a misura di tutti gli studenti 


5 Strategie didattiche e metodi di insegnamento:

  • Sguardo personalizzato. Il primo passo è vedere chi si ha di fronte, riuscire a cogliere le differenze nell’apprendimento di ciascuno studente. Se si notano alcune differenze, in termini di lettura, di scrittura in un dettato, di calcolo è importante rilevarle e ragionare insieme allo studente sulle fatiche e sulla comprensione degli errori. La formulazione di una diagnosi il più precocemente possibile nelle difficoltà di apprendimento sostiene gli studenti nel loro percorso. E’ importante inoltre cogliere le difficoltà ma anche le risorse di ciascuno studente e tramite queste cercare di lavorare sulle mancanze.
  • Metodo di studio. Ciò che sta al centro dell’apprendimento, oltre alle abilità di ciascuno, sono gli strumenti e le strategie nello studio. L’attenzione è come garantire a tutti di svolgere al meglio e nel minore tempo possibile una consegna data. Le strategie di studio sono procedure controllabili, di cui lo studente dovrebbe essere consapevole, che hanno lo scopo di sostenere l’apprendimento e permettere di ricordare i contenuti in momenti successivi. La gestione del tempo e delle proprie energie è il primo fattore da prendere in considerazione nella propria organizzazione. La comprensione dei contenuti d’apprendimento va curata con attenzione, chiedendo a tutti gli studenti di fare emergere le conoscenze pregresse sull’argomento, facendo ipotesi sul testo e provando a fare insieme letture mirate con scopi precisi. Nel caso di studenti con disturbi specifici di apprendimento è fondamentale calibrare questa strategia, incoraggiando ad investire un tempo maggiore nelle strategie anticipatorie e nell’utilizzo degli indici testuali (tutte le informazioni che si trovano intorno al testo, i titoli, le didascalie, le immagini). Infine la memorizzazione per costruire un discorso organico, ricco e coeso attraverso mappe e schemi, brevi riassunti e la ripetizione orale dei contenuti. Le mappe possono essere create manualmente, oppure ci si può avvalere dell’ausilio di software specifici. (cfr. Fogarolo e Guastavigna, Insegnare ed imparare con le mappe, Erickson, Trento, 2013)
  • Lavorare per piccoli gruppi, eterogenei ed omogenei a seconda delle finalità.Tavoli di apprendimento, di approfondimento e di potenziamento. Tutti gli studenti potranno sperimentare strumenti compensativi (qui qualche esempio Barbera, AID, Microsoft) necessari per alunni con disturbo specifico dell’apprendimento ma utili per tutti per lo studio e la memorizzazione. Il lavoro sul metodo di studio si presta molto bene all’applicazione in piccolo gruppo, attraverso il confronto reciproco delle proprie esperienze e dei risultati delle esercitazioni. 
  • Strumenti specifici, strumenti per tutti. Il primo strumento per coloro che hanno difficoltà nella lettura è la sintesi vocale. Il sintetizzatore è un programma che consente allo studente di leggere senza essere dipendente da altri, trasformando il testo scritto in un testo audio. Un’alternativa è rappresentata dagli audiolibri, che consentono all’allievo di avere una lettura effettuata dalla voce umana, e di ridurre la fatica sperimentata nella decodifica che li allontana dal mondo narrativo. Per quanto riguarda la scrittura alcuni primi accorgimenti potrebbero riguardare l’utilizzo dello stampato maiuscolo, privilegiando poi interrogazioni orali ed evitando l’esercizio di una scrittura veloce sotto dettatura. Infine il docente dovrebbe cercare di valorizzare il contenuto e non l’ortografia. Per l’abilità di calcolo è invece necessario evitare di far ripetere gli esercizi in cui si è commesso un errore per impedire che lo stesso diventi automatico; evitare il sovraccarico cognitivo permettendo di utilizzare degli strumenti nello svolgimento del compito (tavola pitagorica, calcolatrice, ecc.); proporre esperienze concrete e/o rappresentate visivamente e non insistere sulla memorizzazione delle tabelline. 
  • Alleanza studente, docenti, famiglia. I risultati migliori si hanno quando tutte le componenti riescono a lavorare congiuntamente secondo un’intenzionalità educativa e formativa comune. Lo studente, protagonista del proprio percorso formativo, riesce nella misura in cui si sente supportato sia a casa sia a scuola perché l’obiettivo è comune: crescere cittadini curiosi e interessati che hanno a cuore il proprio apprendimento. E’ quindi fondamentale che la triade abbia un confronto costante per cercare la strada più efficace per imparare ad imparare.

Queste sono solo alcune delle strategie utili a creare un clima di fiducia reciproca in cui alunno, docente e genitore collaborano per stimolare e sostenere al meglio la capacità di apprendere. Imparare ad imparare come possibilità per mantenere e sviluppare una formazione continua è l’obiettivo che la scuola e la famiglia devono raggiungere. Le modalità, poi, si differenziano e si modellano sulle possibilità e capacità di ciascuno. 

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