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Sostegno alla genitorialità: le principali novità politiche

mamma e bambino che giocano a camminare in equilibrio

In un mondo in rapida evoluzione, le politiche familiari svolgono un ruolo molto importante e possono influenzare tanto la scelta delle famiglie che decidono di avere figli, quanto la la dinamica demografica di un paese.

La nona edizione del rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2024”, è incentrato sulle politiche familiari, su ciò che si è fatto in Italia fino ad ora per dare la possibilità a chi lo desideri di diventare madre e per cambiare le condizioni lavorative delle madri. In questo articolo, tratto dall'ultima edizione del rapporto, parliamo di come politiche più idonee ai bisogni delle mamme possano influenzare le decisioni legate alle scelte sulla maternità.

Tuttavia, in questo panorama, l’Italia non sembra aver ancora affrontato il problema nella sua complessità, agendo su più fronti e con politiche organiche, olistiche e di lungo periodo. Ecco le principali novità politiche e i cambiamenti del 2024.

sostegno della genitorialità: le novità 2024

La nuova legge di bilancio 2024 (L. 213/2023) introduce alcuni interventi mirati in questi ambiti, proseguendo la linea di indirizzo già intrapresa l’anno precedente, con un focus sui congedi parentali e uno sugli sgravi fiscali delle lavoratrici e madri.

  • Per i congedi parentali utilizzabili dai lavoratori dipendenti per prendersi cura dei figli fino a 12 anni e retribuiti al 30% della remunerazione, è previsto un ulteriore mese retribuito all’80% per i neogenitori. Sale da 1 a 2 mesi, quindi, la possibilità di usufruire del congedo parentale con indennità dell’80% per chi termina nel 2024 il congedo di maternità o paternità obbligatorio.

Dal punto di vista delle neomamme, questa misura offre l’opportunità di restare a casa con il neonato uno o due mesi in più con una retribuzione quasi piena (e non al 30%) o di fruire nei prossimi anni di questo congedo parentale fino al 6° anno d’età del figlio, mentre i congedi retribuiti al 30% si possono richiedere fino ai 12 anni. Il congedo parentale aggiuntivo retribuito all’80% può essere goduto dalla mamma o dal papà, sempre nei primi 6 anni del bimbo.

Resta però invariato il numero di giorni del congedo di paternità obbligatorio: 10 giorni più 1 facoltativo, che spetta ai lavoratori dipendenti nei primi 5 mesi di vita del bambino, retribuiti al 100%, mentre sarebbe stato importante aumentare questo periodo e anche allargare la platea degli aventi diritto, per sostenere le madri e la condivisione della cura, e perché il coinvolgimento precoce dei padri o del genitore non biologico è essenziale per costruire il legame con figli e figlie. 

Bonus mamme

Per sostenere le lavoratrici madri la legge di bilancio prevede l'attuazione del cosidetto "Bonus Mamme":

  • Per il triennio 2024- 2026, un esonero totale dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, madri di tre o più figli, fino al diciottesimo anno di età del figlio più piccolo nel limite di 3mila euro annui.
  • Solo per il 2024, lo stesso esonero è riconosciuto anche alle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato madri di due figli, fino al decimo anno di età del figlio più piccolo.

Il Bonus mamme si applica a tutti i contratti di lavoro a tempo indeterminato, sia esistenti che futuri durante il periodo di validità dell'esenzione, sia nel settore pubblico che in quello privato, compreso l'agricolo, escludendo i rapporti di lavoro domestico.

Ne usufruiranno circa di 681mila lavoratrici, che scenderanno a poco più di 100 mila dopo il 2024. Occorre osservare che la diminuzione dei contributi previdenziali fa aumentare l’imponibile fiscale e di conseguenza l’Irpef da pagare; quindi, non tutto il beneficio si trasforma in un aumento della retribuzione netta percepita dalla lavoratrice.

Family Act e Assegno Unico Universale

Nell’ambito del cosiddetto Family Act (legge 32/2022) [3], le “Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”, tra le varie aree di intervento previste, soltanto la riforma che ha introdotto l’Assegno Unico Universale è stata realizzata (a partire dal marzo 2022, quindi prima ancora dell’entrata in vigore della legge delega c.d. Family Act, il 12 maggio 2022) e poi integrata dall’attuale governo sia nel 2023 che nel 2024 con maggiorazioni per determinate tipologie familiari.

L’esercizio della delega è stato recentemente prorogato al 12 maggio 2024 e sembra verosimile pensare che l’attuale legislatura abbia rinunciato ad una riforma organica delle politiche familiari sulla linea del Family Act, preferendo procedere con interventi mirati, anche in base alle risorse via via disponibili. La legge delega del Family Act aveva provato a delineare un disegno organico di misure con "l'obiettivo di sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, contrastare la denatalità, valorizzare la crescita armoniosa delle bambine, dei bambini e dei giovani e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile". Tuttavia, il disegno in molte aree era solo parziale e senza coperture certe: ad esempio tra le misure dirette a favorire l'occupazione femminile, nella riforma dei congedi non era prevista l’estensione graduale del congedo di paternità oltre i 10 giorni previsti dalla norma europea per procedere lungo il cammino di una maggiore parità tra madri e padri nell’assunzione di responsabilità genitoriali e per rafforzare sin dalla nascita il legame padre-figlio.

Consigliamo di approfondire l'argomento nel rapporto “Le Equilibriste: la meternità in Italia nel 2024”, nel capitolo dedicato

Bonus Asili Nido

Un altro sostegno diretto alle famiglie che mandano i bambini al nido è il bonus asilo nido, erogato a rimborso delle spese sostenute per la frequenza in un servizio pubblico o privato. Nel 2021, i beneficiari del bonus sono stati oltre 358mila, per un totale di oltre 420 milioni di euro140, anche grazie all’incremento dell’importo massimo erogabile, fino a 3.000 euro. Nel 2022, i beneficiari sono aumentati a circa 425 mila, con il 53% dei bambini beneficiari che ha frequentato un nido pubblico, il restante 47% un nido privato, percentuale che nel Mezzogiorno risultava del 67%142. Dal 2024, come previsto dalla legge di bilancio (Art. 1, co. 177), il massimo erogabile è stato portato a 3.600 euro, per le famiglie al cui interno è presente almeno un altro figlio minore di dieci anni e che presentano un ISEE minorenni fino a 40.000 euro.

Aumentare il sostegno alla genitorialità 

Anche quest’anno "Le Equilibriste 2024" segnala, come ormai da nove anni, le penalizzazioni delle madri nel mercato del lavoro e gli squilibri di genere che ancora attraversano il nostro Paese. 

In Italia la condizione lavorativa delle donne, e in particolare delle madri, è ancora ampiamente caratterizzata da instabilità e precarietà. Le nuove politiche approvate negli ultimi anni, pur andando nella giusta direzione, non sono che timidi passi sul fronte del sostegno alla genitorialità. Va sottolineato come politiche più rispondenti ai bisogni delle mamme sembra possano influenzare le decisioni legate alle scelte sulla maternità. 

Nonostante negli ultimi anni si sia passati da strumenti estemporanei a politiche strutturali, come ad esempio con l’Assegno Unico Universale, il rischio di misure una tantum pensate ad hoc per specifiche categorie sociali, come ad esempio il "bonus mamme", rimane alto. Servono invece politiche sistemiche di sostegno alle famiglie, e qui nello specifico alle famiglie con figli e alle coppie che vogliono fare figli, che offrano servizi adeguati e di qualità per la crescita dei bambini e delle bambine.

Al contempo è necessario promuovere un clima culturale volto a sradicare gli stereotipi di genere, a favorire la condivisione della cura tra padri e madri e a costruire un modello economico e di lavoro basato sulla parità, in grado di sostenere l’occupazione femminile e le scelte di fecondità delle coppie.

Pur riconoscendo che il ruolo primario dei servizi educativi per la prima infanzia è quello di favorire lo sviluppo socio-emotivo, relazionale e cognitivo dei più piccoli, essi svolgono anche una importante funzione di sostegno ai neogenitori, sia per quanto concerne la conciliazione tra vita e lavoro, favorendo il rientro o la ricerca del lavoro delle madri, sia per il supporto alla genitorialità in queste prime fasi di vita. 

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