Nel 2023 altri 16mila bambini al giorno ridotti alla fame nei dieci Paesi afflitti dalle crisi alimentari peggiori

Nel 2023, altri sei milioni di bambini sono precipitati nel baratro della fame nei dieci principali Paesi che stanno affrontando le peggiori crisi alimentari, con un aumento del 32% rispetto al 2022, secondo una nuova analisi di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro 

Da gennaio infatti, 5,8 milioni di bambini in più - circa 16.000 bambini al giorno – sono stati colpiti da malnutrizione cronica in Sudan, Somalia, Burundi, Gibuti, Gambia, Haiti, Libano, Liberia, Senegal e Malawi, in base ai dati dell’IPC, il Sistema di classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare. In totale, sono quindi circa 24 milioni i bambini stanno soffrendo la fame in questi Paesi.

Il Sudan ha registrato il peggioramento più significativo, con due bambini su cinque che non sanno quando riusciranno ad avere il loro prossimo pasto. Il brutale conflitto iniziato ad aprile ha portato quattro milioni di bambini a livelli di insicurezza alimentare critici o peggiori, segnando uno sconcertante aumento del 74% rispetto al 2022.

La Somalia è il secondo Paese ad aver registrato un peggioramento rilevante della crisi alimentare nel 2023, con 500mila bambini in più a dover affrontare la fame quest'anno rispetto al 2022. In totale, sono 3,5 milioni i bambini che vivono in una condizione di insicurezza alimentare nel Paese.

"Quest'anno abbiamo assistito a un brusco aumento della fame globale in diversi Paesi del mondo, tra cui il Sudan, con quattro milioni di bambini in più spinti alla fame – ha dichiarato Nana Ndeda, Responsabile Advocacy e Politiche umanitarie di Save the Children International -  Ma la fame non è una causa persa. Negli ultimi decenni sono stati compiuti enormi progressi, ma se i conflitti, l'instabilità economica e la crisi climatica continuano a peggiorare, anche l’insicurezza alimentare si aggraverà. Se vogliamo porre fine alla fame nel mondo, dobbiamo affrontare tutte le cause alla radice. Non possiamo continuare a nascondere il problema sotto il tappeto".

La Repubblica Democratica del Congo (RDC) rimane il Paese con il più alto numero di bambini coinvolti nella crisi alimentare del 2023, nonostante una leggera riduzione del numero di coloro che ne affrontano i livelli più critici. Quest'anno, circa 13,5 milioni di bambini si trovavano in condizioni di grave insicurezza alimentare.

L'IPC non riesce purtroppo a monitorare l'emergenza fame nei Territori palestinesi occupati, che quindi non è stata inclusa nell'analisi di Save the Children.

Save the Children chiede ai leader mondiali di affrontare le cause alla radice dell'insicurezza alimentare e nutrizionale acuta. Solo ponendo fine ai conflitti globali, affrontando la crisi climatica e la disuguaglianza globale, e costruendo sistemi sanitari, alimentari e di protezione più resilienti e meno vulnerabili a shock come il COVID-19, i conflitti e la crisi climatica, saremo in grado di garantire che gli stessi allarmi non risuonino nuovamente nei prossimi anni. 

Save the Children chiede inoltre una maggiore collaborazione tra governi, organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo, gruppi per il clima e settore privato. I bambini e gli altri membri delle comunità devono poter dire la loro in queste discussioni. Nessun settore o intervento da solo è in grado di rispondere alle numerose cause che portano all'insicurezza alimentare e nutrizionale, ma solo con azioni combinate l'impatto sarà più efficace ed efficiente.

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