Sudan: nei prossimi tre mesi nel Paese, quasi 30.000 bambini nasceranno senza assistenza medica

Nei prossimi tre mesi in Sudan circa 29.250 bambini nasceranno senza assistenza medica, con il rischio concreto di esporli, insieme alle loro madri, a complicazioni che potrebbero avere gravi conseguenze permanenti e persino fatali. È l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro. 

Si stima che nei prossimi tre mesi nasceranno 45.000 bambini in tutto il Paese, dove, secondo le Nazioni Unite, solo il 35% della popolazione ha accesso ad una qualsiasi forma di assistenza sanitaria. Questo significa che, il 65% delle persone può usufruire di ospedali, cliniche o può contare su operatori sanitari qualificati, con il triste risultato che almeno 29.250 di questi bambini nasceranno senza alcun supporto professionale[1].

I primi 28 giorni di vita di un bambino – il periodo neonatale – sono i più delicati con un rischio più elevato di morte per il nascituro, così come per la madre del neonato. Anche prima della guerra scoppiata quest’anno[2], il Sudan aveva uno dei tassi di mortalità materna più alti al mondo.

La nuova analisi di Save the Children arriva mentre le organizzazioni umanitarie lottano contro il tempo per colmare il gap di finanziamento: manca infatti il 60% del totale di 2,6 miliardi di dollari per gli aiuti necessari in risposta agli effetti del conflitto.

Dopo mesi di violenza, il settore sanitario è quasi completamente collassato. Gli operatori sanitari, le forniture e le strutture continuano a essere presi di mira dai gruppi armati e, laddove ospedali e cliniche rimangono aperte, la mancanza di forniture mediche, come sacche di sangue e ossigeno, o di acqua, carburante e personale, ostacola gravemente il servizio.

“Quando è esploso il conflitto ad aprile, milioni di persone sono state catapultate nell’orrore. Decine di migliaia di nuove vite nasceranno in questa situazione di sofferenza – più della metà senza accesso all’assistenza sanitaria. Mentre gran parte del mondo celebra le festività e la fine dell’anno, 22 milioni di bambini in Sudan vivono un incubo quotidiano fatto di violenze, paura, fame, malattie e dolore”, ha dichiarato il dott. Arif Noor, Direttore di Save the Children in Sudan.

“Sono passati ormai otto mesi da quando le organizzazioni umanitarie hanno lanciato l’allarme, ma la risposta alla crisi del Sudan non dispone ancora di neanche la metà dei finanziamenti necessari per soddisfare i bisogni fondamentali delle persone. Cosa servirà perché le persone se ne preoccupino? C’è molto da fare nel mondo in questo momento, ma chiediamo alla comunità internazionale di ricordarsi dei bambini, delle loro madri e delle comunità in Sudan” ha concluso il dott. Arif Noor.

Si stima che circa 25.000 donne incinta si stiano spostando in tutto il Sudan. Probabilmente sono tagliate fuori dai servizi sanitari e non riescono ad alimentarsi in maniera adeguata e a sostenere la crescita dei loro bambini[3].

Nafeesa*, 27 anni, si è trovata in questa situazione all'inizio di quest'anno, quando è fuggita dalla sua casa a Khartoum con il figlio Ali* di 7 anni mentre era incinta. Ha dato poi alla luce suo figlio Yaqub* in un rifugio per sfollati, con il supporto della clinica mobile di Save the Children.

“Ho partorito Ali* a Khartoum. Quando ero incinta di lui, mi assisteva un medico, un ostetrico. Ogni mese facevo degli esami e un'ecografia e prendevo tutte le compresse (integratori nutrizionali) fino al parto naturale. C’è una grande differenza tra la mia prima gravidanza e questa: quando eravamo lì le nostre condizioni finanziarie erano buone, ma ora le cose sono cambiate da quando siamo arrivati qui. Quando eravamo lì, vivevamo nella nostra città natale, ma ora siamo sfollati” ha raccontato Nefeesa*.

Save the Children opera in Sudan dal 1983 e fornisce aiuti salvavita e servizi di protezione dei bambini insieme a partner nazionali e internazionali. Dallo scoppio del conflitto, Save the Children ha raggiunto 250.000 persone, tra cui più di 135.000 bambini, e gestisce centri medici e nutrizionali per fornire cibo e altri beni alle famiglie sfollate.

L’Unità sanitaria di emergenza di Save the Children garantisce ai bambini e alle loro famiglie assistenza sanitaria salvavita e di qualità in alcuni dei luoghi più difficili da raggiungere al mondo, dispone di team di esperti, tra cui operatori sanitari, specialisti in servizi igienico-sanitari e nella catena di approvvigionamento, che vantano decenni di esperienza nella fornitura di assistenza sanitaria durante conflitti, eventi naturali ed epidemie (tra cui Ebola, colera, COVID-19 e morbillo).

*I nomi sono stati cambiati per garantire l’anonimato degli intervistati

Per informazioni:
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[1] Questo calcolo è stato effettuato utilizzando i dati dell’UNFPA secondo cui nei prossimi 3 mesi sono previste 45.000 nascite di bambini, insieme ai dati dell’OCHA secondo i quali il 65% della popolazione non ha accesso all’assistenza sanitaria.

[2] Trends in Maternal Mortality, 2000 – 2020, pubblicato nel febbraio 2023. Stime di OMS, UNICEF, UNFPA, Gruppo della Banca Mondiale e UNDESA/Divisione Popolazione. 9789240068759-eng.pdf (who.int)

[3] UNFPA Sudan Emergency Situation Report No.8 - 11 December 2023 - Sudan | ReliefWeb