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"Il rione Sanità è così: 32.000 anime in meno di 2km². Un ghetto a ridosso del centro storico della città, un'enclave chiusa a valle tra due colline e da un ponte che nell'800 ha completamente tagliato il quartiere fuori dal contesto cittadino. Fino a pochi anni fa se non avevi un buon motivo per andare alla Sanità non ci andavi."
"Un luogo dove gli spazi verdi, parchi pubblici, strutture sportive sono inesistenti, non esiste un cinema nel quartiere, l'ordine pubblico è al limite della decenza e la mobilità interna e verso l'esterno è ridotta all'osso. Come si cresce in un quartiere così? Per strada, sui motorini quando sei ancora piccolissimo, molto spesso senza andare a scuola, magari senza un genitore o senza la loro capacità di esserlo perché lo sono diventati troppo presto. E se non sei fortunato da incontrare qualcuno o un contesto sano che possa darti un'opportunità sarà sempre più complicato crescere."
"Ogni volta che metto piede nel Punto Luce del rione Sanità mi ricordo cosa era quel luogo e cosa è diventato oggi. La sagrestia di una chiesa del '700 abbandonata per anni, diventata luogo per i giovani del quartiere.
Non è un caso che ogni volta che mi ci reco ed entro nella sua grande sala il mio sguardo finisca su un oggetto che è lì non a caso: la ruota degli esposti, dove un tempo venivano lasciati in forma anonima i neonati abbandonati. In giro nel quartiere, Esposito è sicuramente il cognome più diffuso (Esposito viene proprio da "esposto"). Non è un caso che quella ruota sia lì perché in qualche modo quel luogo parla di infanzia, di diritti negati ai più fragili."
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"Ed oggi il Punto Luce Sanità vuole diventare un punto di riferimento nel quartiere per bambini e adolescenti perché i suoi operatori sono sempre lì, tutti i giorni, tutto l'anno anche quando gli altri luoghi sono chiusi. Vuole essere uno spazio bello ed un luogo dove sentirsi un po' a casa. Vuole essere un luogo dove i genitori dei ragazzi sanno di poter trovare persone che avvolgono le loro difficoltà, sanno di poter trovare ascolto e qualcuno che mette in moto una richiesta di attenzione e di aiuto che quasi sempre trova una soluzione."
"Sfido a entrare nel Punto Luce Sanità un pomeriggio e non essere travolti dal caos: un caos generativo, pieno di vita. Ragazzi e ragazze che arrivano e si posizionano ai tavoli assieme ai loro educatori, qualcuno finisce prima di studiare e si sposta in un angolo a leggere, qualcun altro più irriverente inizia a giocare a "pallone" con un amico. E se hai la fortuna di capitare il mercoledì pomeriggio quando c'è Murga, bè ti troverai nel bel mezzo delle prove di una banda che suona percussioni, che balla e che recita. Può capitarti di arrivare al Punto Luce e fuori ci sono ragazzi che danno calci alla porta per entrare: non hanno voglia di entrare a giocare, in quel momento loro hanno voglia di entrare e far casino, rompere un po' di roba, magari litigare e far scoppiare una rissa. Se questo accade è un buon segnale, significa che hai colto la loro attenzione e siccome nessuno li considera più di tanto, anzi vengono giudicati o dimenticati, sono venuti a urlarti in faccia che esistono anche loro. Però devi imparare a parlarci, col loro codice comunicativo fatto di sguardi veri e semplici. Nel tempo questi ragazzi hanno imparato a fidarsi e oggi hanno uno spazio di gioco informale e magari tra un po' si iscriveranno a delle attività. Diamo tempo al tempo."
"Oggi, per fortuna, il quartiere sta cambiando volto. Questo grazie a tutte le realtà che lo popolano: la parrocchia, le associazioni e le tante organizzazioni che si occupano di infanzia e famiglie, cooperative sociali che si occupano di inclusione lavorativa, imprese, rete di commercianti, istituzioni e scuole. Non ho scritto la scuola per ultimo perché la meno importante ma per poterne parlare meglio: la scuola è l'unico vero luogo di cambiamento sul quale puntare per costruire le future comunità territoriali. Senza una visione sulla scuola, in qualsiasi contesto, lo Stato muore. E se per decenni è sembrato che lo Stato al rione Sanità fosse completamente assente, oggi lo è un po' di meno perché c'è un pezzo di comunità territoriale che si sta mettendo seriamente in gioco per migliorare la qualità della vita degli abitanti del posto.
Quando un amico non napoletano mi chiede un consiglio su cosa vedere a Napoli, ogni volta non riesco a non dirgli: «devi assolutamente andare al rione Sanità! è un posto unico a Napoli.» e ogni volta, puntualmente, mi ringraziano."
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