Allattamento al seno: 5 consigli per gestire ansia e stress
Francesca Leonardi per Save the Children
Ci avviciniamo alla Settimana Mondiale dell'Allattamento al Seno, celebrata ogni anno dal 1° al 7 agosto, un evento globale che mira a sensibilizzare sull'importanza dell'allattamento per la salute delle madri e dei bambini.
Allattare rappresenta un gesto di prevenzione, cura e amore. Tuttavia, l’allattamento al seno è spesso anche motivo di ansia e stress, come ci spiega Dott.ssa Letizia Zeverino, ostetrica de Il Melograno, Centro Informazione Maternità e Nascita, partner del progetto Fiocchi in Ospedale a Bari.
Le paure e le ansie legate all’allattamento sono davvero molte. Ogni mamma dentro di sé ha domande e preoccupazioni diverse e spesso queste preoccupazioni derivano dal giudizio esterno, dalle aspettative sociali, dai dubbi innescati dai parenti, dalle nonne, dalle amiche che hanno partorito prima. Imparare ad ascoltate il proprio corpo e riconoscere le esigenze di bambini e bambine è fondamentale per porre le condizioni di una pratica efficace. Per chiarire i dubbi sull’allattamento al seno, la Dott.ssa Letizia Zeverino risponde a 5 domande più comuni dandovi qualche consiglio su come gestire l’ansia e lo stress durante l’allattamento.
Allattamento al seno: come gestire ansia e stress
Le donne ormai hanno accesso a diversi canali di informazione sull’importanza dell’allattamento al seno e possono anche rivolgersi a ostetriche, counselor, che e guidano i neo-genitori nella pratica dell’allattamento al seno.
Ma la società è sempre stata estremamente esigente nei confronti delle donne e, in particolare delle mamme, con aspettative altissime, rappresentando una donna che ha appena procreato come una Wonder Woman in grado di essere al tempo stesso mamma, donna e professionista, facendo leva (quasi) esclusivamente sulle proprie forze. L’essere delle super donne comprende, tra le altre cose, anche il requisito di condurre un allattamento sereno. Spesso, infatti, il pensiero comune ci fa credere che allattare è un gesto d’amore, quindi automaticamente qualcosa di magnifico. Ma è un gesto fatto di tanta stanchezza, sacrifici e paure.
5 domande e risposte su ansia e allattamento
Essere consapevoli dell’importanza dell’allattamento al seno, spesso può causare, ansia e stress tra le neo-mamme, che vivono la fase dell’allattamento tra mille domande e dubbi. Cerchiamo di rispondere alle domande più comuni sull’allattamento al seno:
1. Allattare provoca dolore?
L’allattamento essendo un processo fisiologico non dovrebbe produrre dolore. Potrebbe succedere però che nei primi giorni il capezzolo sia particolarmente sensibile perché la stimolazione che sta ricevendo è una stimolazione intensa. A volte le mamme vanno incontro a microlesioni, come le ragadi, che creano dolore e bruciore ed è proprio da questo dolore che le mamme sono spaventate. Il suggerimento è quello di osservare il bambino o la bambina durante l’attacco e la suzione sin da primi momenti. La più comune causa di insorgenza delle ragadi è proprio l’attacco scorretto. Anche su questo tipo di dubbi si comprende facilmente come la vicinanza di un’ostetrica o di un’altra persona competente possa fare la differenza.
Il nostro consiglio è quello di osservare il nasino del vostro bambino o della vostra bambina, che sia distaccato dal seno, mentre il mento sprofonda nella mammella. Osservate che le guance siano belle piene senza che si creino fossette durante la suzione e che la bocca sia sufficientemente aperta per prendere il capezzolo e la parte inferiore dell’areola. Tenete il suo pancino il più possibile vicina alla vostra pancia, il così detto pancia-pancia, e osservate che orecchio spalla e anca siano in linea così che la suzione risulti più semplice. È importante poi che la mamma sia comoda e rilassata. Nel caso in cui ci si renda conto di aver bisogno di lavorare sulla tecnica e si percepisca frustrazione dell’allattamento, non bisogna avere timore a consultare una persona esperta, per rendere la pratica meno stressante e più confortevole.
2. Il mio latte sarà nutriente?
Certo. Il latte materno è ricco di molte sostanze nutrienti: acqua, grassi, proteine, immunoglobuline, vitamine, carboidrati, sali minerali, ed è in grado di soddisfare tutti i bisogni nutrizionali specifici del bambino/.
Una curiosità che non tutti sanno: riguarda la funzione del capezzolo nel momento in cui entra in contatto con la saliva del/della lattante, durante l’allattamento, il capezzolo ne analizza la composizione e comprendere di quali specifici nutrienti ha più bisogno il nostro bambino o la nostra bambina.
3. Produrrò abbastanza latte?
Assolutamente sì. La ghiandola mammaria riesce a produrre latte in base alle esigenze dei bambini. Come? L’organismo della neomamma produce un enzima chiamato FIL (Fattore di Inibizione della Lattazione): questa sostanza è prodotta localmente dalle cellule alveolari e fa diminuire la produzione di latte quando la mammella è troppo piena. Solo la rimozione del latte, grazie a poppate efficaci e frequenti, può ripristinare la produzione del latte.
Ecco perché più il bambino o la bambina si attaccano e più si produce latte. Il seno della mamma ha bisogno di circa 40 giorni per calibrarsi alla richiesta. Non c’è da preoccuparsi quindi se, nei primi mesi, il bambino o la bambina si attaccano molto spesso. Se il seno risulta un giorno molto pieno e il giorno seguente più morbido sta calibrando la sua produzione ai bisogni della vostra creatura.
4. Riuscirò ad allattare al seno?
Spesso l’allattamento viene pensato come un gesto spontaneo e naturale "infondo si allatta da sempre". Ma per ciascuna donna è un’esperienza diversa, e, come per tutte le cose nuove ha bisogno di tempo per essere compreso appieno e messo in atto. Bisogna imparare a farlo e per capire i propri ritmi e quelli della propria creatura, comprendere i bisogni di nutrimento, e quelli di riposo, imparare a interpretare le sue richieste che, non sempre, quando piange sta chiedendo latte. Non solo la mamma quindi deve apprendere come allattare, ma anche i bambini e le bambine hanno bisogno di tempo per imparare a nutrirsi. Tutte le donne e tutti i bambini sono in grado di nutrire e nutrirsi dal seno, ma questo non significa che fin da subito, sappiano come si fa. A volte ci vuole un po’ più di tempo, ma il corpo materno è sapiente, e sa che per tenere in vita il proprio bambino deve produrre latte in base alle richieste del proprio bambino.
Ma la decisione di allattare al seno deve essere presa in piena libertà, convinzione e consapevolezza. Altrimenti rischia di creare dosi ingestibili di stress e angoscia, sia nella mamma che nel bambino o nella bambina, con effetti che possono paradossalmente essere più nocivi che benefici. Proprio per questo, le neomamme hanno bisogno di essere accompagnate nell’apprendimento e nella pratica dell’allattamento al seno, per prevenire ansia, senso di inadeguatezza, rinunce frettolose, frustrazione nei confronti della propria condizione e quindi anche nei confronti del proprio bimbo o bimba.
5. Posso coinvolgere il papà durante l’allattamento?
Certamente. L’allattamento è un momento di profonda intimità tra la mamma e la nuova piccola persona appena nata. La creazione di legami parentali passa anche attraverso la condivisione dei momenti di intimità connessi all’alimentazione e alla tenerezza del contatto fisico prima, durante e dopo la poppata. E in alcuni di questi momenti è molto bello poter coinvolgere anche il papà. Le competenze di cura si apprendono insieme.
Perché è importante allattare al seno
È noto che le mamme che allattano non solo tutelano la salute dei propri/e figli/e ma anche la propria. Il latte materno è un alimento vivo, ricco e completo di sostanze importanti per la crescita, ed è sufficiente per soddisfare la sete e la fame dei bambini ma non solo- È un momento di contatto profondo tra la mamma e il bambino o la bambina, ed è considerato un antidolorifico naturale per il senso di sicurezza che genera nella piccola persona che se ne nutre, che sperimenta il calore del contatto, il piacere del gusto e la certezza data dalla continuità rassicurante di un rito.
Ecco 4 motivi che spiegano perché è importante allattare al seno:
- L’allattamento protegge anche la mamma, nei giorni strettamente legati al post-parto, perché riduce il rischio di emorragia.
- Nel medio e lungo periodo, invece, come dimostrato in numerosi studi scientifici, le donne che allattano al seno hanno un rischio inferiore di sviluppare osteoporosi in età adulta e un rischio inferiore di sviluppare tumore alle ovaie e al seno.
- I bambini e le bambine allattate al seno sono maggiormente protetti dalle infezioni, dal rischio di sviluppare obesità, diabete e allergie in età adulta.
- Inoltre, l’allattamento rafforza il legame mamma-bambino/a e quindi favorisce lo sviluppo di un sentimento reciproco di attaccamento, fiducia e confidenza.
Un consiglio! Lavorate in anticipo, già durante la gravidanza, per conoscere i benefici dell’allattamento, sulla voglia che avete di allattare e sul perché avete voglia di allattare. Seguite incontri dedicati, affidatevi a professionisti e confrontatevi con altre donne che sono nella vostra stessa situazione: il supporto tra pari potrebbe essere una grande risorsa!
Noi vi consigliamo alcune letture per approfondire l’argomento dell’allattamento al seno, con consigli sulla dieta, per sfatare i falsi miti e comprendere tutti i benefici di allattare al seno: