Bambini prematuri: il supporto per i genitori
Prepararsi a diventare genitori non è mai un compito semplice. Con la nascita prematura poi tutto si interrompe bruscamente e il primo incontro, mille volte immaginato e desiderato da mamme e papà, avviene attraverso il filtro di una fredda incubatrice collegata a dei grandi e rumorosi monitor. E, a partire da quel momento, ci si troverà a vivere una realtà nuova e del tutto inaspettata fatta di attese, minuti, ore e giorni sospesi, di colloqui carichi di ansia con i medici, di accertamenti e analisi con nomi troppo complicati anche solo da pronunciare, e a volte di sensi di colpa.
È proprio questa la cornice in cui si inserisce parte del lavoro che Pianoterra Onlus svolge presso l’A.O.R.N. “A. Cardarelli” di Napoli con il nostro progetto “Fiocchi in Ospedale”, servizio di sostegno e accompagnamento alla genitorialità attivo nei reparti di Ostetricia e Neonatologia del Nosocomio.
Brunella Cozzolino - coordinatrice Fiocchi in Ospedale, Arianna Russo - operatrice-psicologa, Daniela Palmisano - educatrice perinatale, ci parleranno delle attività che portiamo avanti insieme per mamme e papà di neonati prematuri. Vicini alla Giornata dedicata ai bambini prematuri e alle bambine premature abbiamo pensato al supporto emotivo e materiale di cui necessitano i genitori in questa delicata fase della vita.
Gli strumenti a supporto dei genitori di bimbe e bimbi prematuri
Le madri e i padri “prematuri” necessitano infatti di un supporto continuo, sia a livello pratico che emotivo: è questo quello che abbiamo imparato in questi anni di lavoro al loro fianco.
Pensiamo ad esempio ai papà - troppo spesso dimenticati - che alla nascita dei loro bimbi e bimbe si ritrovano catapultati nel ruolo di genitori “sulla carta” e vengono coinvolti per primi dal personale medico. Sono chiamati a sostenere da soli il peso di decisioni da prendere, di documenti da firmare e altri da richiedere con carattere di urgenza. Le operatrici del nostro progetto Fiocchi in Ospedale, a poche ore da una nascita pretermine, intercettano questi padri smarriti e confusi e dedicano loro tempo fornendo orientamento, indicazioni pratiche e consigli.
Ultimato l’eventuale intervento con i padri, l’attenzione del servizio “Fiocchi” si rivolge poi alle madri. Come spesso richiesto dai neonatologi delle terapie intensive neonatali è infatti estremamente importante cominciare a stimolare il seno della mamma che ha partorito nel più breve tempo possibile, sia con massaggi ad-hoc che con un tiralatte. “Il colostro - come diceva un anziano primario del reparto - è quella medicina che non si trova in nessuna farmacia” ma che è di vitale importanza per il bimbo o la bimba prematuro/a perché gli fornisce una carica di nutrienti e anticorpi concentrati in una piccola quantità, e che solo la madre può donargli.
Queste precisazioni restituiscono quanto sia importante affidare alle mamme questo “compito”, che aiuta ad affievolire il senso di colpa per una nascita pretermine che la donna vive inevitabilmente come conseguenza di qualche sua mancanza e restituisce un’unicità al suo ruolo di mamma.
I primi incontri con il neonato
L’accompagnamento alle incubatrici da parte della psicologa referente del nostro progetto è altresì rivelato molto utile - quando ricercato dai genitori o sollecitato dagli operatori sanitari - per facilitare il “primo incontro” di questi genitori con il/la loro piccolo/a, sanare quella separazione improvvisa e inaspettata e il conseguente senso di vuoto provato. Il contatto, le carezze e il contenimento che le mani di una mamma e/o di un papà fanno sentire il bambino/a protetto/a e sicuro/a.
Le nostre operatrici scambiano parole con le famiglie in attesa dei colloqui con i sanitari: non è sempre facile ascoltare le loro storie, accogliere il loro dolore e le loro preoccupazioni, ma la frequentazione giornaliera del reparto, i sorrisi e lo scambio anche con altri genitori rende più accettabile quello “spazio bianco”.
Il ritorno a casa
Quando il neonato passa in culla l’educatrice perinatale aiuta la mamma sostenendone l’allattamento, spiegando i segnali di stanchezza del bambino, la corretta posizione al seno, i ritmi della poppata e i segnali di stress. La cura del neonato in dimissione viene affrontata, invece, attraverso incontri ambulatoriali dedicati nei momenti più prossimi alla dimissione del bambino dall’ospedale. È questo un momento molto delicato, rappresenta il passaggio di testimone dalla “care” dei medici e degli infermieri a quella dei genitori. Generalmente la psicologa supervisiona il tutto offrendo la sua disponibilità all’ascolto e al dialogo con i genitori.
Purtroppo durante questa lunga pandemia il lavoro del nostro sportello si è svolto a distanza: i nostri opuscoli hanno viaggiato via email o via Skype. Molto utile si è rivelata la comunicazione al telefono e l’invio di materiale fotografico e video attraverso WhatsApp. Il monitoraggio telefonico, anche settimanale, è diventata una consuetudine per quelle famiglie che, invitate dai neonatologi dell’ospedale a contattare il nostro servizio, necessitano di un confronto e di un conforto, con esiti molto spesso soddisfacenti nonostante la distanza fisica.
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