E se tuo figlio morisse per un raffreddore?
Un raffreddore può uccidere un bambino? Una domanda che quasi nessuno si pone, ma molti bambini nel mondo rischiano di morire a causa di una malattia per noi così prevenibile e innocua.
Se nei Paesi più ricchi le morti prevenibili di mamme e bambini sono solo uno spettro lontano, nei Paesi a basso e medio reddito la riduzione della mortalità infantile è solo una conquista recente. Ciò che ha reso possibile questo processo è stato un forte impegno politico nella lotta contro i principali fattori di rischio e il miglioramento dell’accesso ai servizi di base.
Gli ultimi 15 anni hanno dimostrato che, ad esempio, il miglioramento delle condizioni di salute e nutrizionali, una maggiore attenzione alle condizioni igienico-sanitarie, l’incremento degli interventi di immunizzazione e di contrasto alle infezioni possono evitare tante morti prevenibili, ma sono ancora tanti i bambini che perdono la vita troppo precocemente.
Milioni di bambini perdono la vita prima di compiere 5 anni per cause prevenibili e curabili come la polmonite, complicazioni per nascite pretermine, complicazioni da travaglio e parto, diarrea, sepsi, malaria. La malnutrizione è concausa del 50% di queste morti.
Ancora oggi la malnutrizione risulta essere infatti una delle maggiori cause di morte per i bambini entro il quinto anno di età. Milioni di minori al mondo soffrono per via della malnutrizione cronica, fattore che ne compromette il corretto sviluppo psico-fisico e le condizioni di vita future e che può aggravare anche un semplicissimo raffreddore.
Quando le famiglie non hanno le conoscenze o i mezzi per garantire ai loro bambini un’alimentazione corretta, i corpi di questi bambini ne risultano indeboliti e il sistema immunitario inibito. Allo stesso tempo, i bambini che si ammalano hanno più probabilità di perdere peso rispetto ai bambini che seguono una dieta corretta ed hanno meno probabilità di riacquistare peso dopo la malattia. Il che li rende ancora più vulnerabili ad altre infezioni, ne rallenta la crescita e lo sviluppo e, nel peggiore dei casi, aumenta le probabilità di morte. In altre parole malnutrizione infantile e malattie sono interdipendenti e cicliche, rendendo la minaccia alla sopravvivenza del bambino ancora più grande.
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Lavoriamo ogni giorno per contrastare questo problema. Sul terreno gli operatori umanitari monitorano le condizioni di malnutrizione dei bambini, intervenendo con progetti di alimentazione terapeutica e aiutano le famiglie a incrementare il loro reddito, aiutando così le comunità a uscire dal ciclo di povertà.
Con il nostro lavoro abbiamo contribuito a ridurre il numero di bambini colpiti da malnutrizione, che dal 2000 al 2016 è sceso da 198 a 155 milioni di bambini. Solo nel 2016 abbiamo raggiunto 21 milioni di bambini con i nostri programmi di salute-nutrizione. Ma tanto ancora resta da fare. Perché un mondo che volta la faccia anche a un solo bambino la volta al suo futuro.
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