Il travaglio naturale raccontato da due professioniste: alcuni consigli
Quando le prime contrazioni si affacciano, inizia uno dei viaggi più delicati e importanti nella vita di una donna: la sua nascita come mamma e la nascita di una nuova creatura.
Le fasi fisiologiche della gravidanza
Durante i nove mesi di gestazione, anche grazie ai percorsi di accompagnamento alla nascita, si imparano a conoscere le fasi fisiologiche della gravidanza e del travaglio, come il corpo della donna accoglie e nutre il suo bambino, gli stadi che conducono alla nascita. Spesso, però, mettiamo in secondo piano l’importanza del parto anche come “evento emotivo”.
Le emozioni hanno un ruolo centrale nell’arco di tutta la nostra vita come nelle varie fasi del travaglio e possono svolgere un importante ruolo propulsore o rallentatore. Cercheremo di capire in che modo possono trasformarsi in uno strumento significativo per vivere al meglio il momento del travaglio.
L’ossitocina e il parto: come funziona questo ormone?
Tuttavia prima di comprendere se e come utilizzare le nostre emozioni è doveroso premettere che l’ormone che agisce sull’organismo stimolando le contrazioni da parto è l’ossitocina anche detto “ormone dell’amore”; la sua produzione viene stimolata attraverso contatti fisici affettuosi, relazioni positive, situazioni di calma, fiducia e benessere.
Ogni emozione negativa, quindi, può intervenire sulla produzione di ossitocina in maniera non positiva. Il nostro “ormone dell’amore” dovrebbe essere tutelato durante tutto il travaglio, attraverso il mantenimento di un clima intimo, luci soffuse, compagnia e contatto con il proprio partner, scelta delle posizioni da assumere durante tutto il travaglio, riduzione delle visite ginecologiche, la creazione di una relazione empatica con l’ostetrica o l’ostetrico che assiste la donna durante il parto.
Augurandoci che ogni donna possa trovare durante il proprio parto gli elementi sopra citati e consapevoli che ogni nascita è un evento unico e irripetibile, sono tante le emozioni e gli eventi emotivi che si possono sviluppare durante le 4 fasi del travaglio di parto.
Le 4 fasi del travaglio
- Fase prodromica. È la prima fase del travaglio che dura circa fino ai 4 cm di dilatazione, la donna vive spesso emozioni diverse e contrastanti, la gioia di conoscere la creatura che porta in grembo incontra la paura del “percorso” che sta iniziando. La donna cerca di riposare tra una contrazione e l’altra in modo da poter caricare le proprie energie. Occorre esprimere al personale sanitario i propri bisogni, le richieste, le esigenze; ricordiamoci che comunicare efficacemente le nostre necessità e i nostri pensieri può essere utile a mantenere quel clima di benessere di cui abbiamo precedentemente parlato.
- Fase dilatante. Coraggio, grinta, fragilità, paura tutto ha motivo di esserci in questa fase. Nel corso della nostra vita ci troviamo spesso a respingere la paura ed il dolore, durante il travaglio invece sono proprio queste emozioni che si fanno alleate indispensabili: accoglierle, interiorizzarle ed esteriorizzarle consentono di giungere alla fase successiva.
- Fase espulsiva. Proprio nel momento in cui sentirai di “non potercela fare” la custode della nascita, l’ostetrica, che ti ha accompagnata fino a quel momento ti guiderà, ma il tuo istinto, la tua parte primordiale, ti diranno come fare ed ecco tra le tue braccia il tuo bambino.
- Fase del secondamento. In quell’abbraccio fuori dal tempo tra neo mamma e neonato si consuma l’ultima fase del travaglio: l’espulsione della placenta. In quest’ultima fase le emozioni provate fino a quel momento gireranno insieme come in un vortice tra mente e cuore e solo dopo guardandole con distanza si riuscirà a dare loro un nome, riconoscendole come alleate della sfida affrontata.
Ringraziamo l’associazione Acquamarina aderente allaRete Fiocchi in Ospedale per questo prezioso contributo.