La povertà economica delle famiglie italiane
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Da anni tutti gli indicatori europei mostrano la sofferenza economica in cui versano le famiglie con minori. L’Italia si colloca ai vertici nella speciale classifica dei bambini sotto i 6 anni a rischio di povertà ed esclusione sociale (AROPE, At risk of poverty or social esclusion), l’indicatore di povertà più completo e attendibile a livello europeo perché costruito dall’incrocio di tre variabili: la povertà di reddito; la bassa intensità di lavoro; la severa deprivazione familiare.
Una crescita di 8 punti in 7 anni ha interessato anche la percentuale dei minori sotto i 18 anni in situazioni di deprivazione materiale, passata dal 15,9% del 2004 al 23,7% del 2011. In questo caso, l’Italia fa segnare un tasso superiore di 3 punti alla media europea e si colloca al 16° posto tra i paesi messi peggio. Rispetto ai coetanei, lo spazio vitale di bambini e ragazzi italiani è ridotto anche in relazione all’ultimo indicatore preso in esame: ben il 36% di loro, oltre un ragazzo su tre, vive in condizioni di sovraffollamento abitativo.18 anni (uno su tre) sarebbero in questa condizione, una quota notevolmente superiore alla media europea (rispettivamente di 8 e 5 punti percentuali). Maggiori livelli di povertà si registrano soltanto in alcuni paesi dell’Europa orientale, in Irlanda e Grecia. Da notare che i bambini e i ragazzi a rischio povertà e di esclusione sociale sarebbero cresciuti di 4 punti tra il 2010 e il 2011. Anche in questo caso, l’analisi combinata dei tre indicatori mostra la gravità della situazione italiana: come illustrano bene mappa e grafico, una maggiore esposizione dei bambini alle povertà materiali si rileverebbe soltanto in Bulgaria, Romania, Ungheria, Lettonia e Polonia. La Grecia – ma i dati sono fermi al 2011 – presenterebbe livelli di povertà infantili analoghi a quelli italiani. La storia di Paola esemplifica in modo drammatico quello che la povertà economica e la mancanza di interventi e supporto statale rappresentano per una famglia. Paola è ragazza madre con 3 figlie, senza lavoro e senza casa. Vive in una dimora piccolissima a Pianura, insieme a due fratelli e una mamma malata e allettata. Mangia solo grazie alla Caritas, piange ogni giorno per impossibilità di donare un futuro alle bambine, e neanche un presente sottolinea lei. Le fa male dover inventare continuamente scuse con le bambine quando le chiedono di andare al mare o fare una gita fuori porta, vive continui sensi di colpa. Cerca di non far pesare o mistificare lo stato di marginalità in cui vivono, mentre continua a cercare qualsiasi lavoro pur di smettere di dire alle figlie continuamente No. Leggi i dati sulle rinunce delle famiglie. Contrasto per Save the Children