Rohingya, 84 incendi in 4 mesi a Cox’s Bazar
A Cox’s Bazar, il grande campo rifugiati Rohingya in Bangladesh si sono verificati altri 7 incendi domenica scorsa. Questi ennesimi episodi fanno salire il totale del numero di incendi a 84 in solo 4 mesi. Un numero altissimo se si pensa che dall’inizio del 2021 si è superato il totale di quelli verificatisi in tutto l’anno precedente.
Anche lunedì scorso ne è divampato uno, è stato il 45esimo dopo quello devastante che il 22 marzo scorso aveva causato la morte di 11 persone e lasciato oltre 45 mila persone senza un tetto sulla testa.
Con il tuo sostegno possiamo intervenire con rapidità e salvare la vita dei bambini Rohingya che stanno vivendo questa terribile emergenza. Dona ora, ti ringraziamo già da subito per il contributo che potrai dare.
Le cause degli incendi
Non si conoscono ancora le cause di questi incendi e il motivo del loro significativo aumento. Si pensa però che possano essere dovuti a una stagione secca particolarmente lunga. In questa condizione i rifugi di bambù presenti nel campo sarebbero molto esposti al rischio di prendere fuoco.
Attualmente sono ancora in corso le indagini delle autorità del Bangladesh per identificare la causa del vasto incendio che si è verificato il 22 marzo.
Il campo di Cox’s Bazar è l'insediamento di rifugiati più densamente popolato al mondo e i rifugiati Rohingya vivono in questi rifugi temporanei fatti di bambù secco che è un materiale altamente infiammabile. Sono quasi quattro anni che queste persone vivono in condizioni di tale precarietà e continueranno a vivere qui fino a quando per loro non sarà possibile tornare in sicurezza e volontariamente in Myanmar.
Paura tra i rifugiati Rohingya
I rifugiati Rohingya vivono ormai nella paura che da un momento all'altro possa scoppiare un incendio.
Alcuni di loro si sono organizzati in gruppi per controllare la situazione durante la notte e proteggere i bambini e le loro famiglie.
Tra la popolazione che vive nel campo rifugiati, circa la metà sono bambini e si teme non solo per la loro incolumità fisica ma anche per quella mentale. Gli operatori specializzati nella salute mentale riferiscono che alcuni bambini stanno mostrando chiari segnali di trauma a seguito degli incendi, perché queste esperienze riportano alla loro mente le proprie case incendiate in Myanmar.
Molti si rifiutano di mangiare o giocare, e alcuni non riescono a dormire: si svegliano e scappano, immaginando la loro casa in fiamme.
Il nostro appello
Ci appelliamo alla collaborazione tra le autorità e gli operatori umanitari per prevenire lo scoppio degli incendi e per ricostruire immediatamente i rifugi danneggiati in modo che le persone abbiano un tetto sopra la testa e che i bambini possano andare a scuola. I campi profughi devono essere resi più sicuri prevedendo spazi maggiori tra una casa e l’altra e attuando delle misure per prevenire gli incendi, come la disponibilità di serbatoi d'acqua e la creazione di percorsi attraverso le recinzioni intorno ai campi che consentano alle persone di fuggire in caso di incendio e forniscano l'accesso ai servizi di emergenza
Chiediamo inoltre la previsione di piani di evacuazione per garantire che i rifugiati, compresi bambini, donne incinte e persone con disabilità, possano mettersi in salvo in caso di grave incendio o altri disastri.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.