Salute materna a rischio: cause e ultimi dati
Nel corso del 2024, quasi un bambino su 5 verrà al mondo senza cure mediche, con gravi rischi per i nascituri e le loro madri. Il nostro nuovo rapporto "Silent Emergency: Women Dying, to Give Life" riporta le cause e gli ultimi dati sulla situazione della salute materna nel mondo e stima che 28 milioni di madri partoriranno al di fuori di una struttura sanitaria.
Ciò accadrà perché i continui conflitti e i cambiamenti climatici rendono irraggiungibili i servizi essenziali per la salute materna.
Cogliamo l’occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna, il prossimo 5 maggio, per ribadire l'importanza di prendersi cura della salute materna e della salute mentale delle mamme di tutto il mondo. È fondamentale garantire alle mamme il sostegno e le risorse di cui hanno bisogno.
Salute materna a rischio: le cause
Nelle zone di guerre, come nelle zone maggiormente colpite dalla crisi climatica, le bambine e i bambini sono i primi a soffrire e ciò avviene fin dalla nascita. In questi contesti, la salute materna è messa maggiormente a rischio, con il risultato che un maggior numero di bambini cresce senza una madre e che tante donne vivono con l'angoscia di perdere i propri bambini fin dal momento della nascita.
Dalla nostra nuova analisi emerge che 24 milioni di madri partoriranno senza un medico, un'ostetrica o un'infermiera, e che più di un quinto delle nascite, ovvero il 22,2% avverrà al di fuori di una struttura sanitaria, con una percentuale che sale a quasi la metà nelle zone di guerra.
All'aumento dei conflitti, dei disastri climatici e delle emergenze umanitarie, si aggiunge anche una rischiosa tendenza a dare meno importanza e una minore tutela alla salute riproduttiva e ai diritti umani. Queste cause interconnesse stanno ponendo un freno ai progressi verso un mondo in cui il parto non sia più una minaccia mortale per milioni di donne.
Luoghi in cui la salute materna è più a rischio
In alcune zone particolarmente colpite da guerre o disastri climatici, la salute materna è esposta a più rischi. Come in Somalia, un Paese che sta affrontando l'impatto devastante della crisi climatica ed è uno dei 10 peggiori Paesi al mondo colpiti da conflitti per i bambini. In tutto il Paese, solo il 31,9% delle donne partorisce in presenza di un medico, di un'ostetrica o di un'infermiera, con il tasso più basso al mondo di assistenza qualificata al parto.
In Somalia, con il sostegno del Progetto Damal Caafimaad, abbiamo riaperto lo scorso anno l'ospedale di Beledweyne, che non era pienamente operativo da oltre un decennio. Contribuendo a ridurre il numero di madri e bambini che muoiono, i servizi di salute materna dell'ospedale ,tra cui l'assistenza prenatale, l'assistenza postnatale e l'esecuzione di parti cesarei, aiutando così oltre 15.000 pazienti. Come ci racconta Rahma, una donna di 32 anni, ha recentemente partorito nell'ospedale.
"Quando ho partorito il mio ultimo figlio a casa è stata dura. Non sono riuscita a trovare un'infermiera professionale e ho avuto una forte emorragia. Era una situazione pericolosa, ho rischiato di morire". Dopo un’esperienza così difficile tra le mura domestiche, Rahma ha potuto partorire il suo ultimo figlio in ospedale, sotto le cure dell'équipe ostetrica. "Dopo alcune ore di duro travaglio, ho dato alla luce un bambino sano, di nome Ahmed. Si sono presi cura di entrambi subito dopo il parto e prima di lasciare l'ospedale ho parlato con un'infermiera dell'allattamento al seno e del sostegno che potevo ricevere".
In uno scenario globale in cui le guerre aumentano di anno in anno, l'analisi ha inoltre rilevato che quasi la metà delle nascite, ovvero il 44% nelle zone di guerra avviene al di fuori di una struttura sanitaria, mentre in altre aree il dato si ferma al 15%. Per le madri incinte nelle zone di guerra c’è una possibilità 3 volte maggiore di partorire senza un medico, un'ostetrica o un'infermiera.
Non c’è nessun altro luogo come Gaza, in cui l'impatto del conflitto è stato più evidente e devastante: dopo sei mesi di bombardamenti costanti, assedio e ostacoli alle consegne di aiuti hanno annientato il sistema sanitario. Da una nostra recente analisi è emerso che tra il 7 ottobre 2023 e l'inizio di aprile 2024 sono stati sferrati almeno 435 attacchi a strutture o personale sanitario, in media 73 al mese.
Salute e benessere per tutti: obiettivo 2030 in stallo
I cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza e la gravità del caldo estremo e degli incendi, a loro volta associati a un maggiore rischio di nascite prima del termine, di bambini nati morti e di complicazioni della gravidanza.
Fino ad un decennio fa, si rilevavano costanti progressi per garantire la salute materna a livello mondiale eraggiungere l'obiettivo fissato Nazioni Unite. Ci riferiamo al Terzo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals), che prevedeva di garantire le condizioni di salute e il benessere per tutti a tutte le età, arrivando a 70 decessi ogni 100 mila nascite a livello globale entro il 2030.
Attualmente, purtroppo ci troviamo in una fase di stallo. E a dimostrarlo è anche una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dello scorso anno che ha rilevato che ogni due minuti una donna muore per complicazioni dovute al parto o alla gravidanza.
Inoltre, abbiamo il dovere di sensibilizzare sull'importanza di riconoscere e affrontare i rischi legati alla salute mentale materna, affinché ogni madre possa vivere una vita equilibrata, felice e sana.
Cosa chiediamo
Chiediamo ai governi di proteggere le vite di donne e bambini con un’efficace assistenza sanitaria di base, un’educazione riproduttiva e sessuale completa con relativi servizi a sostegno, il tutto adeguatamente finanziato in modo efficace e sostenibile.
I leader devono, inoltre, opporsi con fermezza ad ogni arretramento dei progressi fatti in materia di salute sessuale e riproduttiva e di diritti umani.
"Tutte le donne, anche nelle aree più remote e pericolose del mondo, dovrebbero avere accesso alle cure mediche e ai servizi, così come al diritto di accedere ai servizi riproduttivi e all'istruzione. È fondamentale agire ora. Se perdiamo i progressi fatti negli ultimi decenni, saranno le donne e i bambini a pagarne il prezzo", ha dichiarato Marionka Pohl, Responsabile globale delle politiche sanitarie e dell'advocacy di Save the Children.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.
Per la Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna leggi anche l'articolo con alcuni consigli per riconoscere la depressione e vivere con consapevolezza i primi mesi di maternità.