Vaccini: i bambini a “dose zero” nelle zone di conflitto
Sacha Myers / Save the Children
Il 20 giugno si terrà a Parigi la conferenza globale organizzata da Gavi, l’Alleanza per i vaccini, insieme all’Unione africana e al governo francese, con lo scopo di aumentare i finanziamenti per l’Alleanza e incrementare la produzione di vaccini in Africa.
Bambini a “dose zero” nelle zone di conflitto
Da un’analisi che abbiamo fatto sui dati OMS/Unicef, alla vigilia della conferenza, emerge che il numero di bambini che non hanno mai fatto una vaccinazione di routine, spesso definiti bambini "a dose zero", è tre volte superiore nelle zone di conflitto (22,7%) rispetto al resto del mondo (7,1%).
Il numero di bambini "a dose zero" nei Paesi africani, inoltre, è doppio rispetto a quelli che vivono negli altri Paesi (18,7% rispetto al 6,9%).
Questa analisi mira a sensibilizzare i donatori a incrementare i finanziamenti per Gavi, in particolare quei Paesi che si sono impegnati a destinare lo 0,7% dei bilanci nazionali per l’aiuto allo sviluppo.
Le difficoltà di accesso ai vaccini nelle zone di conflitto
Il diritto alla salute comprende l’accesso alle vaccinazioni per tutti i bambini. Nelle zone di conflitto, i minori sono più esposti a rischi anche da un punto di vista sanitario. L’accesso ai servizi diventa difficile a causa degli sfollamenti e tutto ciò contribuisce alla diffusione di malattie.
È il caso della storia di Hadia*, madre di cinque figli, fuggita da Khartoum allo Stato del fiume Nilo a seguito della guerra scoppiata in Sudan, dopo aver dato alla luce il suo figlio minore solo due giorni prima.
Come Hadia* ci racconta: "Avevo paura che i miei figli mancassero le vaccinazioni, anche più dello sfollamento stesso. So che senza le vaccinazioni i bambini rischiano di ammalarsi, di contrarre la poliomielite, il morbillo, la difterite e altre malattie che possono avere un impatto sulla loro crescita o addirittura causare la morte".
L’investimento di Gavi per i bambini
Grazie ad un programma di finanziamenti ambizioso, Gavi sarà in grado di investire nel potenziamento dei sistemi sanitari e nella fornitura di un maggior numero di vaccini per i bambini, con particolare attenzione ai bambini "a dose zero" e a quelli sottoimmunizzati, e quelli che si trovano in zone di conflitto o ad alto rischio a causa degli impatti dei cambiamenti climatici. Infatti, quasi la metà dei Paesi che possono beneficiare dei finanziamenti di Gavi sono classificati come Stati fragili e colpiti da conflitti.
"Ogni bambino ha il diritto di sopravvivere, eppure un numero impressionante di bambini muore per malattie prevenibili perché non ha accesso alle vaccinazioni. Spesso si tratta di bambini che hanno già perso molto a causa di esperienze insopportabili di conflitto e sfollamento – ha dichiarato Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children International - Non solo è possibile assicurarsi che nessun bambino venga lasciato indietro, ma è fondamentale. I governi, il settore privato e i partner devono dare priorità alla vita e al benessere dei bambini e finanziare e sostenere pienamente Gavi".
"Accogliamo con favore anche il lancio dell’African Vaccine Manifacturing Accelerator (AVMA), uno strumento finanziario approvato dal GAVI che consentirà di aumentare la capacità e l'autonomia dei Paesi africani nella produzione dei propri vaccini. Questo darà la possibilità a tanti bambini in tutto il continente di essere protetti da malattie prevenibili".
Siamo in partnership con Gavi con l’obiettivo di incrementare l’impegno per le vaccinazioni e i servizi sanitari, raggiungendo i bambini “a dose zero” nelle comunità emarginate e difficili da raggiungere.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.