Venezuela: centinaia di donne incinte soccorse nella nostra clinica
A partire da aprile, quando la nostra clinica è entrata in funzione, 792 donne venezuelane sono state curate prima e dopo il parto. In molti casi si tratta di donne che al secondo o al terzo trimestre di gravidanza, anche in seguito a complicazioni legate ai lavori faticosi che svolgevano in Venezuela, hanno dovuto affrontare il rischioso viaggio per raggiungere la Colombia, spesso dovendo lasciare a casa le proprie famiglie e senza avere un posto dove stare una volta giunte a destinazione.
la situazione delle donne che raggiungono la clinica
Tra le donne giunte in clinica, più del 60% aveva gravidanze ad alto rischio, con più della metà affette da anemia a causa della mancanza di cibo nutriente e a prezzi accessibili in Venezuela, Paese abbandonato già da più di 4 milioni di persone in seguito ai tumulti politici ed economici. Per altre donne e ragazze, invece, i rischi derivano dalle malattie sessualmente trasmissibili, come sifilide e infezioni da papilloma virus. In Venezuela, del resto, l’inflazione è cresciuta di oltre 1 milione per cento impedendo, negli ultimi cinque anni, alla maggioranza della popolazione di potersi permettere l’acquisto della gran parte dei contraccettivi.
la testimonianza di una donna venezuelana
Ana ha 26 anni e ha raggiunto la Colombia al settimo mese di gravidanza, lasciando a casa le sue due bambine. Ha raccontato così la sua situazione:
“Quello che sta succedendo in Venezuela ci ha colpito molto duramente. Separarci dalle nostre famiglie non è affatto facile e ora non abbiamo più lacrime da versare. Ho dovuto lasciare il mio Paese durante la gravidanza perché lì non potevo avere le cure necessarie e non avevo abbastanza risorse. Ma sono molto triste perché a causa di quello che succede in Venezuela non posso prendermi cura dei miei bambini. Appena sono arrivata sono stata ricoverata perché la mia era una gravidanza ad alto rischio. Avevo i calcoli ai reni e livelli di emoglobina molto bassi. Grazie a Dio mi hanno fatto una trasfusione e ho ricevuto tutte le cure di cui avevo bisogno”.
cosa chiediamo
Circa un quinto di tutte le donne incinte che incontriamo nel nostro centro sono ragazze che hanno meno di 18 anni. Il loro accesso all'assistenza sanitaria è estremamente limitato, e questo non fa che aggravare ulteriormente i rischi per loro stesse e per i loro bambini non ancora nati. Si tratta di donne e bambini fortemente vulnerabili, che oltre a non ricevere l’assistenza sanitaria necessaria, spesso non possono avere cibo nutriente o un posto sicuro dove vivere. Chiediamo quindi al governo colombiano di destinare maggiori risorse ai bambini migranti provenienti dal Venezuela, garantire l'accesso a servizi sanitari di qualità e promuovere il rispetto dei diritti dei migranti venezuelani.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.