Italia vietata ai minori
Restituiamo ai bambini gli spazi pubblici abbandonati
IL TESTO COMPLETO DELLA PETIZIONE LANCIATA NEL 2018
Moltissimi bambini e adolescenti in Italia soffrono la povertà educativa. Non hanno la possibilità di far fiorire i loro talenti e le loro aspirazioni e spesso lasciano prematuramente la scuola. Sono i bambini e i ragazzi di tanti quartieri deprivati, dove per loro non c’è nessuno spazio sicuro per il gioco, lo sport, la cultura.
Lo spazio pubblico è fondamentale per la crescita e l’educazione dei bambini e dei ragazzi. L’Italia è piena di spazi pubblici abbandonati – “vietati ai minori” – che devono essere restituiti ai bambini per illuminare il loro futuro.
Save the Children chiede al Parlamento, al Governo e alle Amministrazioni locali di:
- 1. Adottare una legge nazionale di rigenerazione urbana delle aree degradate, per il recupero di edifici e spazi dismessi e inutilizzati per iniziative sociali, sportive e culturali a favore dei minori. La legge dovrà prevedere incentivi e semplificazione burocratica per le iniziative di rigenerazione urbana tese a garantire la fruizione gratuita di attività sociali, sportive e culturali a favore dei minori.
Le statistiche contano nelle nostre città più di un milione di edifici dismessi, aree inutilizzate, spazi residuali. Eppure per tutti i minori – a partire da quelli che vivono nelle condizioni socio economiche più difficili – sarebbe fondamentale disporre di questi spazi per fare attività sportive, culturali e ricreative. L’offerta di questi spazi è decisiva anche per contrastare la dispersione scolastica. I minori meno abbienti, ma che vivono in aree geografiche dove c’è una buona offerta culturale e ricreativa, hanno il triplo delle probabilità di essere “resilienti” – ovvero di raggiungere buoni risultati nell’apprendimento - rispetto ai coetanei che vivono in contesti dove questa offerta non c’è.
- 2. Adottare leggi regionali e atti amministrativi locali che destinino – nell’ambito di piani strategici territoriali – i proventi delle sanzioni per abuso edilizio e degli oneri di urbanizzazione anche alla realizzazione di interventi di rigenerazione di edifici e spazi abbandonati, per garantire ai minori attività sociali, sportive e culturali. Le norme dovranno prevedere la partecipazione attiva di bambini e ragazzi alla progettazione degli edifici e degli spazi da recuperare, con il coinvolgimento delle scuole e dei centri di aggregazione giovanile.
Oggi nelle leggi regionali e nei regolamenti comunali non vi sono riferimenti alla finalità sociale in favore di bambini e bambine né alla partecipazione attiva dei minori alla progettazione degli interventi di rigenerazione urbana e riuso degli spazi dismessi. Le loro esigenze non sono considerate. E’ necessario fare in modo che i bambini e gli adolescenti non siano solo i destinatari degli interventi di trasformazione urbana ma ne diventino attori protagonisti, accogliendo il loro punto di vista e la loro esperienza concreta come base per la ridefinizione dell’uso degli spazi pubblici.
- 3. Assicurare che entro il 2020 ogni scuola abbia a disposizione almeno una palestra a norma e che vicino ad ogni istituto scolastico di ogni ordine e grado, di norma entro il limite di 500 metri, siano messi a disposizione di bambini e bambine spazi pubblici o convenzionati per l’attività sportiva gratuita e il gioco.
In Italia solo una scuola su 6 dispone di almeno una palestra per ogni sede. L’82,6% delle scuole non garantisce agli alunni la possibilità di andare in palestra presso la propria sede. La sedentarietà dei ragazzi rappresenta un grave problema, considerando che solo il 57% dei bambini e ragazzi 6-17 anni praticano sport in modo continuativo ed 1 su 5 non pratica alcuno sport. La mancanza di movimento e di pratica sportiva si traduce in un grave problema di sovrappeso e di obesità, soprattutto nelle aree più disagiate del paese. Non solo la salute, ma anche il rendimento scolastico è danneggiato dalla mancanza di pratica sportiva. Mentre tra i minori più svantaggiati dal punto di vista socio-economico la possibilità di praticare attività sportiva riduce sensibilmente il gap nell’apprendimento (il 35,29% dei minori di 15 anni più svantaggiati, ma che vivono in contesti dove maggiore è la possibilità di svolgere attività sportive, risultano essere resilienti sia in matematica che in lettura, a fronte del 18,33% dei minori che abitano in contesti dove l'offerta sportiva è minore della media nazionale).