Con gli occhi delle bambine

L'edizione dell'Atlante dell'Infanzia a rischio di quest'anno raccoglie le testimonianze delle bambine e delle ragazze in Italia tra povertà, abbandono educativo, violenza e stereotipi di genere.

Ci sono tanti modi per raccontare le vite di bambine e ragazze, sino alla soglia dell’età adulta. Uno di questi è raccogliere le loro testimonianze nei quartieri delle molte periferie d’Italia e nei luoghi dove costruiscono il loro futuro. Per farlo, serve incontrarle lì dove vivono: a scuola, in famiglia, con gli amici, rinchiuse nelle loro solitudini adolescenziali o proiettate verso un esterno che le rende resilienti agli urti della vita. Molte di loro vivono in povertà, sperimentano l’abbandono educativo, nutrono la paura di una vita “senza”, o di giornate attraversate dalla violenza, subita o assistita. In Italia i minori che nel 2019 vivevano in povertà assoluta erano un milione 137 mila, un numero destinato a crescere per gli effetti socio-economici della pandemia da Covid-19.

Di tutto questo tratta questa undicesima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, in un anno che resterà nella memoria di tutti, anche dei giovanissimi, per essere stato quello della pandemia da Covid-19, del confinamento obbligato, della paura per un presente e (forse) un futuro impensato.


Perché guardare alla realtà con gli occhi, le emozioni, i sogni e le delusioni delle bambine e delle adolescenti? Perché sono “l’altra metà del cielo”, ma contano meno della metà. Perché senza il loro protagonismo l’intera società s’impoverisce, anche economicamente.
Perché a 25 anni dalla Dichiarazione di Pechino, i loro diritti non sono ancora pienamente rispettati e la parità di genere è ancora lontana.

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