Legge su cyberbullismo: nuove modifiche per rafforzare la prevenzione

Il 15 maggio la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva le norme di modifica alla Legge 29 maggio 2017, n. 71 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, la prima e importante normativa adottata nel 2017 sulla spinta della consapevolezza che si era allora formata intorno alla necessità di intervenire sulla prevenzione di un fenomeno in crescente diffusione, con esiti spesso drammatici, riportati dai casi di cronaca.

Cyberbullismo: la Camera approva modifiche e rafforza la prevenzione

Abbiamo fortemente promosso e seguito durante tutto il suo lungo iter di approvazione la Legge 71, che si fonda sui principi cardine dell’educazione e della prevenzione, definendo i ruoli istituzionali e dei diversi attori del mondo della scuola, assegnando un ruolo al Garante per la protezione dei dati personali anche su questi temi e richiamando le responsabilità delle piattaforme digitali. L’insieme di queste azioni di attenzione, tutela ed educazione è rivolto a tutti i minori coinvolti, sia che si trovino nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, e senza distinzione di età, ma la legge non è ancora pienamente attuata in tutti i suoi aspetti.

Ad esempio, come evidenziato dal monitoraggio realizzato dalla Piattaforma Elisaper il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’a.s. 2022/2023 più dell’80% delle scuole hanno individuato nel proprio organico la figura di un docente referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto del cyberbullismo, così come previsto dalla Legge 71. Tuttavia, questa figura risulta poco conosciuta tra gli studenti e le studentesse: il 47% di quelli che hanno contribuito al monitoraggio dichiara di non averne mai sentito parlare.

Attività di prevenzione al cyberbullismo

Dall’approvazione della Legge 71 abbiamo proseguito la nostra attività nelle scuole italiane nell’ambito del Safer Internet Centre italiano, favorendo l’adozione di oltre 1500 documenti di ePolicy nelle scuole, al fine di assicurare nella scuola ruoli, strategie e protocolli di intervento per i fenomeni di cyberbullismo, sexting, adescamento online.

Siamo inoltre stati ascoltati in audizione durante l’esame in Commissione in prima lettura alla Camera e abbiamo trasmesso una memoria. Alcune delle nostre riflessioni e raccomandazioni sono state recepite all’interno del provvedimento, tra cui l’ampliamento dell’applicabilità della normativa anche alla fattispecie del bullismo, ossia ai comportamenti che si consumano offline. Bullismo e cyberbullismo sono per loro natura sempre più connessi e leggerli separatamente può essere fuorviante.  

In audizione i rappresentanti della nostra Organizzazione hanno anche sottolineato la rilevanza degli aspetti di prevenzione, tra cui il ruolo fondamentale dell’educazione di ragazzi e ragazze al rispetto e alla gestione delle emozioni, di formazione degli insegnanti e di informazione delle famiglie e ricordato come un’alleanza tra famiglie, scuola e terzo settore rappresenti uno strumento essenziale per costituire intorno agli adolescenti una rete di protezione e tutela.

In questo senso appare positivo che la norma approvata richieda la previsione, nell'ambito dei diritti e doveri dello studente, dell’impegno della scuola ad assicurare l'emersione di episodi riconducibili ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo e ad integrare la disciplina relativa al Patto educativo di corresponsabilità. Il Patto deve espressamente indicare tutte le attività di formazione, curriculari ed extracurriculari, che la scuola o i docenti della classe intendono organizzare a favore degli studenti, delle studentesse e delle loro famiglie, con particolare riferimento all'uso della rete internet e delle comunità virtuali. Viene inoltre richiesta la previsione dell'impegno, da parte delle famiglie e dell'istituto scolastico, a collaborare per consentire l'emersione di episodi riconducibili ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.

Importante anche l’accento che la normativa pone sugli aspetti rieducativi e riparativi nell’intervento verso minorenni che mostrano condotte aggressive anche in gruppo, anche per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose. In questi casi può essere valutata l'attivazione di un percorso di mediazione o di un progetto di intervento con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali, che può prevedere anche lo svolgimento di attività di volontariato sociale, nonché la partecipazione a laboratori teatrali, di scrittura creativa, a corsi di musica e lo svolgimento di attività sportive, attività artistiche e altre attività idonee a sviluppare nel minore sentimenti di rispetto nei confronti degli altri e ad alimentare dinamiche relazionali sane e positive tra pari e forme di comunicazione non violente.

Nonostante la mancanza di attribuzione di risorse aggiuntive, l’auspicio è che grazie alle modifiche introdotte dal testo approvato dalla Camera nella giornata di ieri, alcune delle misure previste dalla Legge 71 possano essere concretamente applicate.

L’approvazione del disegno di legge è stata unanime e durante l’iter parlamentare, maggioranza e opposizione hanno lavorato insieme al fine di migliorare il testo iniziale, secondo un modello di lavoro trasversale, che sarebbe opportuno adottare sempre quando si parla della promozione e della tutela dei diritti dei minori.