Afghanistan: le inondazioni hanno ucciso almeno 200 persone, compresi bambini, e distrutto più di 3mila case

I bambini e le loro famiglie vivono sotto gli alberi o tra le rovine delle loro case dopo che un villaggio è stato quasi completamente distrutto dalle inondazioni improvvise che hanno devastato la provincia di Baghlan, nel nord dell’Afghanistan, una settimana fa. È l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini in pericolo e per garantire loro un futuro.

Secondo le autorità de facto, le inondazioni che hanno colpito il Paese hanno ucciso almeno 200 persone, compresi bambini, e lasciato molte altre senza casa.

Il distretto di Burka, nella provincia di Baghlan, è una delle aree più gravemente colpite dagli allagamenti, con molte persone che, dopo aver perso tutto, dipendono interamente dall’assistenza umanitaria. Secondo le ultime stime, in questa area sono state distrutte più di 3.100 case[1], mentre rimangono ancora da valutare i danni a quattro distretti della provincia poiché ad oggi è ancora inaccessibile la strada per raggiungerli. Man mano che le operazioni di salvataggio continueranno, purtroppo è probabile che i numeri del disastro siano destinati ad aumentare.

Firoza*, 12 anni, era a casa con le sue sorelle e le sue nipoti quando ha sentito un tuono e poi il rumore dell'acqua che scendeva giù dalla collina. “Volevo salire sulla collina, ma ho sentito il rumore del diluvio. La gente mi gridava di scendere perché dalla cima (della collina) stava arrivando un'alluvione improvvisa. Se non fossi entrato in casa, l'acqua mi avrebbe portato via. Mia sorella era a pochi passi da me. Ho gridato più volte, ma lei non mi ha sentito e la piena l'ha portata via con i due bambini” ha raccontato.

La nipote di 4 anni di Firoza era una di quei bambini. È stata spazzata via e non è sopravvissuta. Anche la sorella di Firoza è rimasta gravemente ferita ed è stata trasportata in ospedale con un aereo. “Solo una ventina di donne sono sopravvissute, le altre sono state portate via dalla furia dell’acqua. Abbiamo trovato mia nipote ferita a uno o due minuti da qui. Un ragazzo l'ha salvata, altrimenti sarebbe morta. È ferita dalla schiena in giù” ha proseguito Firoza* “Ora non c’è più vita per noi qui. Il governo ci fornisce solo pane e biscotti, nient’altro. Non abbiamo acqua: l’alluvione ha spazzato via le nostre riserve. Avevamo due litri d'acqua che ora sono finiti. In passato ci sono state altre inondazioni, ma mai così gravi. Questa volta la situazione è stata così drammatica che le persone hanno solo cercato di salvarsi e tutto è stato spazzato via. Negli ultimi due o tre anni, c’è stata carenza d’acqua e scarsi raccolti. Il prezzo di molti prodotti è aumentato e questo ci ha portato alla fame: non potevamo più permetterci il cibo. Mio padre è anziano e disoccupato. Prima il villaggio era verde e bello come il paradiso. Mi piaceva sedermi sull'erba. Adesso è tutto distrutto e osservando quello che p rimasto ti sembra di impazzire, vorresti metterti la testa tra le mani e gridare e piangere” ha concluso la giovane.

Save the Children gestisce una clinica mobile a Baghlan come parte del suo programma di risposta alle emergenze. La clinica è composta da medici, specialisti in salute mentale e protezione dell’infanzia, nonché spazi mobili a misura di bambino. I bambini che vivono nelle aree colpite dalle alluvioni hanno scarso accesso all’acqua pulita e alcuni segnalano problemi allo stomaco alle nostre équipe sanitarie che finora hanno fornito servizi a 1.758 persone. Negli ultimi tre giorni abbiamo inoltre distribuito 50.000 litri di acqua potabile e, in collaborazione con i partner locali, abbiamo consegnato beni essenziali, tra cui coperte, vestiti per bambini e kit per la cucina e l’igiene.

“Le conseguenze di queste inondazioni devastanti sono immediati ma anche a lungo termine. I bambini hanno urgente bisogno di acqua pulita e assistenza sanitaria affinché il disastro esistente non venga ulteriormente peggiorato da un’epidemia. Molti di loro, soprattutto quelli che hanno perso i propri cari, hanno bisogno anche di sostegno psicologico” ha dichiarato Arshad Malik, Direttore in Afghanistan di Save the Children.

“L’80% degli afghani fa affidamento sull’agricoltura per il proprio reddito. Non esiste una soluzione rapida per le migliaia di acri di terreni agricoli devastati dalle alluvioni. Non esiste una soluzione semplice per i mezzi di sussistenza che sono stati ancora una volta decimati dagli effetti della crisi climatica. Più della metà della popolazione afghana ha bisogno di assistenza umanitaria. Con un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale dei donatori, possiamo affrontare insieme gli impatti immediati e a lungo termine della crisi climatica in Afghanistan e aiutare le comunità a prepararsi agli impatti delle condizioni meteorologiche estreme” ha concluso Malik.

Save the Children sostiene le comunità e protegge i diritti dei bambini in tutto l'Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto e disastri naturali. Abbiamo programmi in nove province e collaboriamo con partner in altre sette province. Dall'agosto 2021, abbiamo intensificato la nostra risposta nel Paese per sostenere il numero crescente di bambini che avevano bisogno di assistenza. Forniamo supporto sanitario, alla nutrizione, istruzione, sostegno alla protezione dell’infanzia, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari e mezzi di sussistenza.

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