Gaza: uccise almeno 66 persone, tra cui alcuni bambini, in quattro giorni di attacchi alle “zone sicure” di Rafah, che dimostrano come i civili non siano al sicuro in nessun posto a Gaza.

Dopo quattro giorni di attacchi mortali in cui decine di persone in cerca di sicurezza a Rafah, nel sud di Gaza, sono state uccise e centinaia ferite, Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, chiede un’azione urgente per proteggere i civili in tutta la Striscia.

Gli attacchi sono arrivati meno di una settimana dopo che la Corte internazionale di giustizia (ICJ) ha ordinato a Israele di fermare “immediatamente” la sua offensiva militare a Rafah, per proteggere vite umane e far entrare aiuti essenziali. Invece, la violenza brutale è aumentata, con almeno 66 persone uccise e altre centinaia ferite, compresi bambini.

La città è stata sotto costante bombardamento dalla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia di venerdì. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza e le Nazioni Unite, almeno 21 persone sono state uccise, tra cui donne e bambini, in un grave attacco che martedì ha colpito un campo profughi[1]. Per il ministero, inoltre, 64 persone sono rimaste ferite, di cui 10 sono in condizioni critiche. Domenica, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, almeno 45 persone sono state uccise e 250 ferite, in maggioranza donne e bambini, in un attacco israeliano contro un campo per sfollati dalla città meridionale di Rafah[2].

“In un conflitto già caratterizzato da danni a infrastrutture e a civili, siamo sconcertati da questa ulteriore escalation di violenza contro bambini e famiglie, tanto più che arriva pochi giorni dopo la nuova sentenza della Corte internazionale di giustizia che ordina a Israele di cessare la sua attività militare a Rafah. La sentenza dell’ICJ crea obblighi legali che devono essere rispettati. Invece, questi obblighi vengono categoricamente ignorati. Di quali altre prove hanno bisogno i leader per dimostrare che a Gaza non c’è assolutamente nessun posto sicuro per i bambini e le famiglie? Fuggono permanentemente, costantemente, per salvarsi la vita, da una zona pericolosa all’altra. E non fuggono a caso: si dirigono verso le aree in cui Israele ha ordinato loro di andare “per la loro sicurezza”. Ma poi vengono attaccati” ha dichiarato Xavier Joubert, direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati.

“Coloro che non sono stati ancora colpiti da armi esplosive sparate direttamente su aree civili, stanno subendo gli effetti lenti e dolorosi della fame. La salute mentale e fisica dei bambini è spinta oltre il punto di rottura, poiché subiscono danni mentali inimmaginabili a causa della violenza, di gravi lesioni fisiche, inclusa la perdita di parti del corpo, di persone care, case e scuole. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si riunisce nuovamente oggi per approvare una risoluzione per porre fine alle uccisioni nella Striscia. Tutti gli occhi sono puntati su Rafah. Il mondo sta osservando come reagiscono i leader e giudicherà la loro decisione di salvare vite umane o di condannare la popolazione a ulteriori sofferenze.  Condanniamo fermamente qualsiasi espansione delle operazioni militari a Rafah e i continui attacchi contro le famiglie in tutta Gaza. L’unico modo per salvare la vita dei bambini è un cessate il fuoco immediato e definitivo” ha concluso Xavier Joubert.

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[2]Rapporto del Ministero della Salute a Gaza, 28 maggio 2024