Libia: Save the Children, apprensione per i minori che sarebbero detenuti in Libia

In merito alle testimonianze pubblicate dall’Espresso, che parlano di circa 30 bambini rinchiusi in condizioni disumane, l’Organizzazione torna a chiedere il blocco dei rinvii e che il governo riferisca in Parlamento.

Secondo quanto denunciato dal settimanale L’Espresso, a Bengasi, il Libia, in uno dei centri di detenzione per immigrati, ci sarebbero circa 800 persone tra cui 30 bambini detenuti in condizioni disumane. Save the Children esprime la sua preoccupazione e dichiara di essere sconcertata dal silenzio assordante del governo alle varie richieste di chiarimenti.

“La nostra Organizzazione ha reiteratamente espresso preoccupazione sui respingimenti verso un paese che non garantisce le dovute tutele a chi si mette in fuga in cerca di protezione e che non tiene in debita considerazione neanche i gruppi più vulnerabili come i minori”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

Save the Children ribadisce che l’Italia non può porre in essere misure di controllo delle frontiere nelle acque internazionali che non tengano conto dei diritti umani dei migranti, né può rinviare persone in Stati Terzi in cui tali diritti non sono ancora garantiti.

Pertanto Save the Children Italia raccomanda al Governo italiano: 
• di interrompere, qualora fossero ancora in corso, e di non effettuare in futuro, operazioni di rinvio in Libia di migranti rintracciati in acque internazionali;     
• di promuovere, nell'ambito dell'accordo Italia – Libia, l’istituzione in Libia di un sistema di monitoraggio indipendente sulla conformità delle condizioni e delle procedure di accoglienza dei migranti e, in particolare dei minori non accompagnati e dei nuclei familiari con minori a carico, agli standard previsti dalla normativa internazionale in materia.
• di prestare particolare attenzione nell’ambito del monitoraggio, alle situazioni di detenzione e possibili violazioni dei diritti dei migranti e in modo specifico dei minori.
• in considerazione della responsabilità extra-territoriale dello Stato italiano in materia di divieto di refoulement e delle numerose e autorevoli denunce da parte di Agenzie delle Nazioni Unite e Ong su ripetute e sistematiche violazioni dei diritti umani in Libia (in particolare nei confronti di migranti, inclusi minori), di documentare se esiste e se è effettivamente applicato in Libia un sistema di protezione dei minori migranti conforme alla normativa internazionale, nonché di riferire in Parlamento e soprattutto alla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza su tale accertamento e sulle modalità con cui è avvenuto.

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