Haiti: Save the Children, distribuiti medicinali e forniture ospedaliere per 85.000 tra adulti e bambini anche a Leogane e Jacmel; tra 100 e 200 persone al giorno curate in ogni clinica mobile; 3.500 i minori supportati nelle 6 aree “a misura di bambino”
Dieci giorni dopo il disastroso terremoto che ha colpito Haiti, Save the Children sottolinea come all’interno dei campi improvvisati le condizioni igieniche e di salute degli sfollati – in particolare dei bambini – richiedano immediata risposta perché il rischio è l’esplosione di epidemie.
In presenza di un gran numero di feriti che ancora non hanno ricevuto cure presso gli ospedali dell’isola, l’organizzazione ha allestito 2 cliniche mobili a Leogane, una delle città più colpite, con il 90% degli edifici danneggiati. Le cliniche stanno assistendo ognuna fino a 200 tra adulti e bambini ogni giorno: i problemi più frequenti sono fratture, tagli e lacerazioni. Inoltre il team di operatori per la salute e di dottori di Save the Children sta distribuendo aiuti medici nei campi di Port-au-Prince, Jacmel e Petit Guave, per un totale di 85.000 persone raggiunte.
“Siamo preoccupati dal rischio crescente, dovuto anche al clima caldo, di diffusione di infezioni, soprattutto di diarrea fra i bambini”, commenta Filippo Ungaro, appena rientrato in Italia da Haiti. “Gli operatori di Save the Children sono costretti a curare le persone che non possono accedere agli ospedali, in prossimità delle strutture ospedaliere. Dobbiamo fare questo urgentemente per prevenire ulteriori sofferenze e malattie”.
L’organizzazione sta quindi allestendo altre 4 cliniche mobili a Jacmel, per la cura dei bambini malnutriti attraverso la mobilitazione di un team di esperti in nutrizione e in vaccinazioni in grado di raggiungere le comunità più colpite, monitorare le donne incinte e le neo-mamme, incoraggiare l’allattamento al seno e prestare assistenza ai parti.
Da giorni inoltre Save the Children è impegnata al massimo per assicurare protezione a quanti più bambini possibile: al momento sono già operative 6 aree “a misura” di bambino in altrettanti campi spontanei a Port-au.Prince e a Jacmel - per un totale di 3.500 minori seguiti - e ne saranno avviate delle altre nei prossimi giorni, in contemporanea con l’avvio delle attività di identificazione e rintraccio dei minori non accompagnati.
“Attualmente 50 operatori sociali appositamente formati stanno perlustrando l’area interessata dal sisma per identificare i luoghi dove si sono rifugiati bambini soli, senza genitori e abbiamo preso contatto con i leader delle comunità e il governo di Haiti per mettere in piedi un ampio ed efficace sistema di identificazione dei bambini soli e di ricongiungimento ai propri familiari”, prosegue Filippo Ungaro.
“Ci sono alte probabilità di ricongiungere molti bambini nei prossimi giorni”, spiega ancora. “Teniamo presente infatti che molti minori non erano in famiglia al momento del terremoto ma a scuola o impegnati in qualche lavoro. Altri si sono ritrovati soli nel momento in cui sono stati presi in cura da strutture mediche in altre zone della città. Altri ancora sono rimasti momentaneamente soli perché i genitori sono andati in cerca di acqua e cibo”.
In attesa che tutti questi bambini siano identificati e ne sia accertato lo status, e che sia ripristinato il sistema che, prima del terremoto, era responsabile della verifica dell’adottabilità dei minori haitiani, Save the Children è tornata a chiedere, in occasione della riunione dei Ministri degli Esteri della Ue, il blocco delle adozioni internazionali di minori coinvolti nel terremoto, essendo alta, allo stato attuale, la possibilità che un bambino possa essere erroneamente ritenuto orfano.
Per quanto riguarda invece le adozioni internazionali dei bambini haitiani i cui documenti legali ad esse finalizzati fossero stati completati prima del terremoto, possono senz’altro andare avanti, così come possono essere inseriti in nuove famiglie i bambini che sono già stati dichiarati adottabili.
Sono disponibili foto delle attività di Save the Children e case-studies dei bambini seguiti e aiutati.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48070071-23
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
In presenza di un gran numero di feriti che ancora non hanno ricevuto cure presso gli ospedali dell’isola, l’organizzazione ha allestito 2 cliniche mobili a Leogane, una delle città più colpite, con il 90% degli edifici danneggiati. Le cliniche stanno assistendo ognuna fino a 200 tra adulti e bambini ogni giorno: i problemi più frequenti sono fratture, tagli e lacerazioni. Inoltre il team di operatori per la salute e di dottori di Save the Children sta distribuendo aiuti medici nei campi di Port-au-Prince, Jacmel e Petit Guave, per un totale di 85.000 persone raggiunte.
“Siamo preoccupati dal rischio crescente, dovuto anche al clima caldo, di diffusione di infezioni, soprattutto di diarrea fra i bambini”, commenta Filippo Ungaro, appena rientrato in Italia da Haiti. “Gli operatori di Save the Children sono costretti a curare le persone che non possono accedere agli ospedali, in prossimità delle strutture ospedaliere. Dobbiamo fare questo urgentemente per prevenire ulteriori sofferenze e malattie”.
L’organizzazione sta quindi allestendo altre 4 cliniche mobili a Jacmel, per la cura dei bambini malnutriti attraverso la mobilitazione di un team di esperti in nutrizione e in vaccinazioni in grado di raggiungere le comunità più colpite, monitorare le donne incinte e le neo-mamme, incoraggiare l’allattamento al seno e prestare assistenza ai parti.
Da giorni inoltre Save the Children è impegnata al massimo per assicurare protezione a quanti più bambini possibile: al momento sono già operative 6 aree “a misura” di bambino in altrettanti campi spontanei a Port-au.Prince e a Jacmel - per un totale di 3.500 minori seguiti - e ne saranno avviate delle altre nei prossimi giorni, in contemporanea con l’avvio delle attività di identificazione e rintraccio dei minori non accompagnati.
“Attualmente 50 operatori sociali appositamente formati stanno perlustrando l’area interessata dal sisma per identificare i luoghi dove si sono rifugiati bambini soli, senza genitori e abbiamo preso contatto con i leader delle comunità e il governo di Haiti per mettere in piedi un ampio ed efficace sistema di identificazione dei bambini soli e di ricongiungimento ai propri familiari”, prosegue Filippo Ungaro.
“Ci sono alte probabilità di ricongiungere molti bambini nei prossimi giorni”, spiega ancora. “Teniamo presente infatti che molti minori non erano in famiglia al momento del terremoto ma a scuola o impegnati in qualche lavoro. Altri si sono ritrovati soli nel momento in cui sono stati presi in cura da strutture mediche in altre zone della città. Altri ancora sono rimasti momentaneamente soli perché i genitori sono andati in cerca di acqua e cibo”.
In attesa che tutti questi bambini siano identificati e ne sia accertato lo status, e che sia ripristinato il sistema che, prima del terremoto, era responsabile della verifica dell’adottabilità dei minori haitiani, Save the Children è tornata a chiedere, in occasione della riunione dei Ministri degli Esteri della Ue, il blocco delle adozioni internazionali di minori coinvolti nel terremoto, essendo alta, allo stato attuale, la possibilità che un bambino possa essere erroneamente ritenuto orfano.
Per quanto riguarda invece le adozioni internazionali dei bambini haitiani i cui documenti legali ad esse finalizzati fossero stati completati prima del terremoto, possono senz’altro andare avanti, così come possono essere inseriti in nuove famiglie i bambini che sono già stati dichiarati adottabili.
Sono disponibili foto delle attività di Save the Children e case-studies dei bambini seguiti e aiutati.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48070071-23
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it