Save the Children ha raggiunto 100.000 persone con i primi aiuti in Birmania

Dopo poco più di una settimana da quando il ciclone Nargis si è abbattuto sulla Birmania, il team di Save the Children presente sul territorio ha già raggiunto circa 100.00 persone portando i primi aiuti. I soccorsi sono arrivati a circa 80.000 persone intorno a Yangon e ad altre 20.000 sul delta dell’Irrawaddy, grazie ai 500 operatori che si trovano in Birmania e che sono impegnati a rispondere all’emergenza e cercare di distribuire cibo, acqua e tutti gli aiuti possibili con camion e barche.
Save the children ha fornito alle famiglie colpite dal disastro nella regione di Yangon circa 175 tonnellate di provviste, compresi riso, acqua, soluzioni reidratanti, coperte e materiali per cucinare e coprirsi.
“La prima barca con gli aiuti ha raggiunto l’area di Pyin Kayaing, sul delta, domenica – ha dichiarato Andrew Kirkwood, Direttore di Save the Children in Birmania. I nostri operatori hanno distribuito riso, acqua, trattamenti contro la diarrea, teli e corde a 9395 persone tra cui 2350 bambini con meno di 12 anni, in 13 villaggi dell’isola di Haing Gyi.”
“In questa zona – continua Andrew Kirkwood – le famiglie si sono rifugiate nei monasteri, ormai affollatissimi, e vivono in ripari di fortuna. Uno dei nostri team, è riuscito a recarsi in 26 rifugi in due giorni, nella zona di Myuang Mya, e ha dato riso, olio, dahl e altre provviste a 11.599 persone che vivono lì. Le condizioni di queste persone sono drammatiche: dormono sul pavimento, sono senza latrine e non hanno personale medico che li aiuti.”
Save the Children, che sta lavorando nel paese insieme all’UNHCR, è stata in grado di organizzare un carico di tende, coperte e utensili da cucina, che è già in viaggio verso il delta, e ha predisposto anche un magazzino a Yangon.
Due esperti di emergenze sono arrivati nel paese domenica, per organizzare la risposta all’emergenza, e in particolare uno dei quali si dedica alla protezione dei bambini, l’altro alla logistica.
Mentre gli sforzi per portare aiuti si moltiplicano, gli operatori di Save the Children avvertono che le scorte di acqua potabile cominciano ad essere scarse e che molte comunità si trovano ancora in zone isolate e senza essere raggiunte dagli aiuti: la sopravvivenza di decine di migliaia di bambini e delle loro famiglie è a rischio.
“Gli aiuti stanno andando avanti e stiamo trovando le soluzioni alle sfide che di volta in volta ci troviamo ad affrontare. Ma il tempo è fondamentale e dobbiamo assolutamente riuscire ad aiutare quante più persone possibile nei prossimi giorni – ha dichiarato Dan Collison, Responsabile del programma Sud-est asiatico per Save the Children. I sopravvissuti stanno affrontando seri rischi per la loro salute, dalle infezioni che si diffondono attraverso l’acqua, alla malaria, al dover dormire all’aperto e sopravvivere con pochissimo cibo e acqua. Esistono già numerosi casi di dissenteria, una delle principali cause di mortalità infantile”.
Nell’area del delta, moltissimi sono i villaggi devastati, con migliaia di case distrutte e più di 3000 scuole gravemente danneggiate. La parte bassa del delta è stata investita da ondate gigantesche e molte parti del territorio sono rimaste sotto il livello dell’acqua, rendendo impossibile l’arrivo degli aiuti, se non con le barche.
“Nonostante molti degli operatori dell’Organizzazione hanno avuto le proprie abitazioni gravemente danneggiate, Save the Children ha mobilizzato il proprio staff per raggiungere i bambini più vulnerabili nelle aree maggiormente colpite– continua Collison. Materiali per i rifugi, acqua potabile, zanzariere e kit di pronto soccorso sono bisogni fondamentali in questo momento”.
“Le piogge imminenti rischiano di complicare ulteriormente la situazione già disperata. La mancanza di acqua pulita avrà un impatto devastante sulla salute dei bambini e dei loro genitori. E l’acqua stagnante non fa che aumentare la possibilità di epidemie. Abbiamo bisogno di mitigare le avversità del momento per prevenire la possibilità di una crisi ancora maggiore.”

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NOTA
Save the Children, che lavora in Birmania dal 1995, opera attualmente in tutte e cinque le zone colpite dal ciclone Nargis. È una delle maggiori Ong presenti sul territorio e implementa programmi focalizzati sulla prima infanzia e sullo sviluppo, sulla sopravvivenza e la protezione dei bambini. Tutti i membri dello staff sono salvi e sono stati rintracciati, nonostante le loro case siano state duramente danneggiate a causa del ciclone.