CSR: Save the Children, sempre più imprese scelgono di sostenere campagne a favore dei bambini
Destinare almeno una parte del proprio budget riservato ai regali natalizi a una causa sociale è una pratica sempre più diffusa tra le aziende, grandi e piccole, del nostro Paese. A chi non è capitato, negli ultimi anni, di ricevere almeno un biglietto da parte di un cliente o di un fornitore con su scritto: “quest’anno abbiamo deciso di aiutare….”? Se la pratica è nota, molto meno nota è la percezione e il giudizio di questa tendenza da parte degli italiani.
Save The Children, nell’ambito della propria Campagna Natale Aziende, ha voluto sondare per la prima volta cosa ne pensano i cosiddetti “consumatori” – l’opinione pubblica - ai quali guardano le aziende che decidono d’intraprendere un percorso di responsabilità sociale.
Una ricerca, realizzata in collaborazione con la Doxa, ha verificato che la pratica di inviare un biglietto augurale per comunicare di aver destinato la spesa per i regali di Natale a un’associazione benefica, è orami molto più diffusa di quanto si potrebbe pensare: il 25,8% degli italiani (1 su 4) dichiara di aver ricevuto, almeno una volta, un biglietto d’auguri di questo tipo.
Il profilo dei destinatari di questo genere di comunicazione privilegia gli uomini (51,6%), sulle donne (48,4%), concentrandosi soprattutto sulla fascia di età 35-54 anni (38,1%) e su un livello d’istruzione superiore (46,7%), 1 su 4 fa l’impiegato e circa la metà (47,5%) vive nel Nord Italia.
L’88% DEGLI ITALIANI CONDIVIDE QUESTA SCELTA DA PARTE DELLE AZIENDE
L’opinione espressa su questa pratica – mai prima d’ora sondata – è decisamente positiva: l’88,4% condivide infatti la scelta, anche se con un discrimine importante: il 51,7% lo fa senza riserve, ritenendo che almeno a Natale bisognerebbe pensare di più a chi ne ha bisogno, mentre il 36,7% la considera una buona idea ma ritiene che molte aziende lo “fanno solo per migliorare la propria immagine”. L’11,6% parla invece di una idea abusata e chiede di ripristinare l’abitudine di fare dei regali.
I più scettici sulla buona fede delle aziende sono soprattutto uomini (38,1%), giovani, tra i 15 e i 34 anni (47,5%), con livello d’istruzione medio superiore (77,6%), che vivono nel nord-est (43,2%).
Mentre chi apprezza incondizionatamente questa scelta è più spesso donna (54,1%), over 55 (60,3%), con un livello d’istruzione inferiore, residente nel Centro Italia (55,2%).
I BAMBINI AL PRIMO POSTO COME CAUSA MERITEVOLE, SEGUITI DAL SOSTEGNO ALLA RICERCA MEDICA E DALLA LOTTA ALLA POVERTÀ
La causa considerata in assoluto maggiormente compatibile con lo spirito natalizio è l’aiuto destinato ai bambini meno fortunati (46,3%), seguita dal sostegno alla ricerca medico-scientifica (20,8%) e dagli aiuti destinati a ridurre la povertà estrema nel mondo (17,5%). Seguono le emergenze umanitarie (10%) e gli interventi di tipo ambientale (3,7%).
Le donne (49,5%) – di età compresa tra i 35 e i 54 anni, abitanti nel Nord Ovest e con livello d’istruzione inferiore - sono le più sensibili alle cause che hanno i bambini come destinarti dell’intervento.
Save the Children figura tra le prime associazioni (con precisione si colloca al settimo posto) alle quali gli italiani pensano per una donazione natalizia, raccogliendo l’attenzione del 4,5% degli italiani.
Colpisce notare che i fedelissimi di Save the Children sono soprattutto giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni (in questa classe di età i consensi salgono al 7,1% del totale), con livello d’istruzione superiore (qui i consensi arrivano al 6,5%), abitanti soprattutto nel Nord Est (6,2%) e al centro (5,1%).
NEL 2020, 57 MILA IMPRESE SOSTERRANNO CON 400 MILIONI DI EURO IL SETTORE NO PROFIT
Il giudizio positivo nei confronti delle donazioni natalizie da parte delle aziende s’inserisce in una progressiva diffusione della CSR, Corporate Social Responsability: il 44% delle aziende del nostro Paese, pari a circa 40.000 imprese, dichiara di contribuire a iniziative sociali, sostenendo oramai il Terzo Settore per una quota pari a circa il 3% del totale delle sue entrate, generando un “giro d’affari” che sfiora i 300 milioni di euro.
Si stima che la donazione media per impresa vada diminuendo nel corso degli anni (passando da circa 10 mila a 8 mila euro) e le imprese più sensibili a questo tipo dì investimenti siano concentrate in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Lazio, Piemonte e Lombardia.
Le stime relative ai prossimi anni parlano di una progressiva crescita del numero delle aziende donatrici (diventeranno 57 mila nel 2020), con conseguente crescita del “giro d’affari”, che dovrebbe superare i 400 milioni di euro, nonostante la donazione media per azienda continui a scendere per arrivare a toccare i 7 mila euro.
SEMPRE PIÙ AZIENDE ADERISCONO ALLA CAMPAGNA DI NATALE DI SAVE THE CHILDREN
“Il fatto che la gran parte degli italiani apprezzi la scelta delle aziende di sostenere il no profit, e che 1 italiano su 2 pensi che il miglior modo di impegnarsi nel sociale sia quello di aiutare i bambini, conferma che quest’anno la cosa giusta da fare sia decidere di trasformare i soliti regali natalizi in sostegno ai progetti di Save the Children”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.. “Così facendo, un gesto di solidarietà a Natale si trasformerà in miglioramenti concreti e duraturi per la vita di tanti bambini nel mondo”.
E, confermando il trend di crescita del fenomeno, sono sempre più le aziende che aderiscono alla Campagna Natale Aziende di Save the Children: nel triennio 2005-2007, infatti l’iniziativa ha registrato un incremento del 50% in termini di fondi raccolti e del 40% in termini di aziende che hanno scelto di sostenere i progetti dell’organizzazione.
La Campagna Natale Aziende rivolge a piccole e grandi imprese l’invito di devolvere parte o l’intero budget di solito utilizzato per i tradizionali regali natalizi, in favore dei progetti dell’organizzazione internazionale. Questa scelta sarà comunicata attraverso una lettera personalizzata o una vasta collezione di biglietti natalizi, calendari, agende e gadget di Save the Children, oltre che i nuovissimi regali virtuali della Lista dei Desideri.
Per informazioni sui regali di natale aziendali
tel. 06.48070034,
natale@savethechildren.it
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children
Tel. 06.48070023/71
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
Moltiplica per Save the Children
Tel. 06. 06.86391527
a.gervasini@moltiplica.net , v.darco@moltiplica.net, a.maida@moltiplica.net
Save The Children, nell’ambito della propria Campagna Natale Aziende, ha voluto sondare per la prima volta cosa ne pensano i cosiddetti “consumatori” – l’opinione pubblica - ai quali guardano le aziende che decidono d’intraprendere un percorso di responsabilità sociale.
Una ricerca, realizzata in collaborazione con la Doxa, ha verificato che la pratica di inviare un biglietto augurale per comunicare di aver destinato la spesa per i regali di Natale a un’associazione benefica, è orami molto più diffusa di quanto si potrebbe pensare: il 25,8% degli italiani (1 su 4) dichiara di aver ricevuto, almeno una volta, un biglietto d’auguri di questo tipo.
Il profilo dei destinatari di questo genere di comunicazione privilegia gli uomini (51,6%), sulle donne (48,4%), concentrandosi soprattutto sulla fascia di età 35-54 anni (38,1%) e su un livello d’istruzione superiore (46,7%), 1 su 4 fa l’impiegato e circa la metà (47,5%) vive nel Nord Italia.
L’88% DEGLI ITALIANI CONDIVIDE QUESTA SCELTA DA PARTE DELLE AZIENDE
L’opinione espressa su questa pratica – mai prima d’ora sondata – è decisamente positiva: l’88,4% condivide infatti la scelta, anche se con un discrimine importante: il 51,7% lo fa senza riserve, ritenendo che almeno a Natale bisognerebbe pensare di più a chi ne ha bisogno, mentre il 36,7% la considera una buona idea ma ritiene che molte aziende lo “fanno solo per migliorare la propria immagine”. L’11,6% parla invece di una idea abusata e chiede di ripristinare l’abitudine di fare dei regali.
I più scettici sulla buona fede delle aziende sono soprattutto uomini (38,1%), giovani, tra i 15 e i 34 anni (47,5%), con livello d’istruzione medio superiore (77,6%), che vivono nel nord-est (43,2%).
Mentre chi apprezza incondizionatamente questa scelta è più spesso donna (54,1%), over 55 (60,3%), con un livello d’istruzione inferiore, residente nel Centro Italia (55,2%).
I BAMBINI AL PRIMO POSTO COME CAUSA MERITEVOLE, SEGUITI DAL SOSTEGNO ALLA RICERCA MEDICA E DALLA LOTTA ALLA POVERTÀ
La causa considerata in assoluto maggiormente compatibile con lo spirito natalizio è l’aiuto destinato ai bambini meno fortunati (46,3%), seguita dal sostegno alla ricerca medico-scientifica (20,8%) e dagli aiuti destinati a ridurre la povertà estrema nel mondo (17,5%). Seguono le emergenze umanitarie (10%) e gli interventi di tipo ambientale (3,7%).
Le donne (49,5%) – di età compresa tra i 35 e i 54 anni, abitanti nel Nord Ovest e con livello d’istruzione inferiore - sono le più sensibili alle cause che hanno i bambini come destinarti dell’intervento.
Save the Children figura tra le prime associazioni (con precisione si colloca al settimo posto) alle quali gli italiani pensano per una donazione natalizia, raccogliendo l’attenzione del 4,5% degli italiani.
Colpisce notare che i fedelissimi di Save the Children sono soprattutto giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni (in questa classe di età i consensi salgono al 7,1% del totale), con livello d’istruzione superiore (qui i consensi arrivano al 6,5%), abitanti soprattutto nel Nord Est (6,2%) e al centro (5,1%).
NEL 2020, 57 MILA IMPRESE SOSTERRANNO CON 400 MILIONI DI EURO IL SETTORE NO PROFIT
Il giudizio positivo nei confronti delle donazioni natalizie da parte delle aziende s’inserisce in una progressiva diffusione della CSR, Corporate Social Responsability: il 44% delle aziende del nostro Paese, pari a circa 40.000 imprese, dichiara di contribuire a iniziative sociali, sostenendo oramai il Terzo Settore per una quota pari a circa il 3% del totale delle sue entrate, generando un “giro d’affari” che sfiora i 300 milioni di euro.
Si stima che la donazione media per impresa vada diminuendo nel corso degli anni (passando da circa 10 mila a 8 mila euro) e le imprese più sensibili a questo tipo dì investimenti siano concentrate in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Lazio, Piemonte e Lombardia.
Le stime relative ai prossimi anni parlano di una progressiva crescita del numero delle aziende donatrici (diventeranno 57 mila nel 2020), con conseguente crescita del “giro d’affari”, che dovrebbe superare i 400 milioni di euro, nonostante la donazione media per azienda continui a scendere per arrivare a toccare i 7 mila euro.
SEMPRE PIÙ AZIENDE ADERISCONO ALLA CAMPAGNA DI NATALE DI SAVE THE CHILDREN
“Il fatto che la gran parte degli italiani apprezzi la scelta delle aziende di sostenere il no profit, e che 1 italiano su 2 pensi che il miglior modo di impegnarsi nel sociale sia quello di aiutare i bambini, conferma che quest’anno la cosa giusta da fare sia decidere di trasformare i soliti regali natalizi in sostegno ai progetti di Save the Children”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.. “Così facendo, un gesto di solidarietà a Natale si trasformerà in miglioramenti concreti e duraturi per la vita di tanti bambini nel mondo”.
E, confermando il trend di crescita del fenomeno, sono sempre più le aziende che aderiscono alla Campagna Natale Aziende di Save the Children: nel triennio 2005-2007, infatti l’iniziativa ha registrato un incremento del 50% in termini di fondi raccolti e del 40% in termini di aziende che hanno scelto di sostenere i progetti dell’organizzazione.
La Campagna Natale Aziende rivolge a piccole e grandi imprese l’invito di devolvere parte o l’intero budget di solito utilizzato per i tradizionali regali natalizi, in favore dei progetti dell’organizzazione internazionale. Questa scelta sarà comunicata attraverso una lettera personalizzata o una vasta collezione di biglietti natalizi, calendari, agende e gadget di Save the Children, oltre che i nuovissimi regali virtuali della Lista dei Desideri.
Per informazioni sui regali di natale aziendali
tel. 06.48070034,
natale@savethechildren.it
Per ulteriori informazioni:
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