Haiti, 6 mesi dopo: Save the Children, 682.000 persone, tra cui 340.000 bambini, per una media di circa 4.000 persone al giorno, hanno ricevuto assistenza. Ma la situazione dei bambini resta ancora molto critica.
A sei mesi dal terribile terremoto che ha distrutto Haiti, sono state circa 682,000 le persone raggiunte, tra cui 340.000 bambini, a Port-au-Prince, Leogane, Jacmel dagli interventi di Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora dal 1919 per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, e presente ad Haiti dal 1978. Ma è soltanto l’inizio di un durissimo lavoro di ricostruzione, attraverso una serie di interventi strutturali e una proficua collaborazione tra tutti i soggetti presenti sul campo e il Governo locale.
“I bambini di Haiti continuano a versare in situazioni critiche. Le famiglie, che già in precedenza vivevano in condizioni disagiate, hanno ricevuto assistenza nella fase immediatamente successiva all’emergenza, ma è soprattutto ora nella fase di ricostruzione che hanno bisogno di tutto il nostro supporto, per poter far nascere dalla macerie un paese migliore”, afferma Gary Shaye, Direttore di Save the Children per Haiti.
L’organizzazione ha improntato il proprio intervento nell’ottica della sostenibilità a lungo termine. Il sistema scolastico di Haiti, ad esempio, collassato dopo il terremoto, ha bisogno di importanti interventi. “Save the Children è impegnata nella costruzione di nuove scuole che rispettino gli standard di sicurezza e che siano in grado di accogliere i bambini haitiani anche dopo la fase post emergenziale”, continua Gary Shaye.
Ma sono ancora migliaia i bambini che rischiano di ammalarsi a causa delle pessime condizioni in cui vivono nei campi sfollati, soprattutto con l’intensificarsi delle piogge e degli uragani. Diarrea, polmonite e complicazioni neonatali – alcune tra le principali cause di mortalità infantile- minacciano la loro vita, soprattutto quelli con meno di cinque anni. E nonostante i risultati raggiunti siano stati parecchi, Save the Children sottolinea che i bambini sono ancora molto vulnerabili e devono rimanere la priorità principale nella ricostruzione di Haiti.
L’Organizzazione entro il 2010 prevede di raggiungere oltre 800,000 persone, tra cui 470,000 bambini, stanziando per l’anno in corso un totale di 36 milioni di dollari per il popolo haitiano. Inoltre, per far fronte a una delle più gravi emergenze degli ultimi anni, Save the Children si è dotata di un programma quinquiennale che prevede numerosi interventi in diversi ambiti: dall’educazione alla distribuzione di beni di prima necessità, dalla protezione alla nutrizione, dalla salute alla fornitura di acqua potabile e servizi igienico-sanitari.
La ripartizione dei finanziamenti di Save the Children per Haiti nel 2010
- Rifugi e beni non alimentari: 49%
- Servizi igienico-sanitari, cibo e sostentamento: 19%
- Salute e nutrizione: 14%
- Educazione: 8%
- Protezione: 6%
- Supporto amministrativo: 4%
Educazione
Già prima del sisma, metà dei bambini haitiani non frequentavano la scuola. Nella fase post emergenziale, l’educazione dei minori rappresenta uno strumento indispensabile per consentire ai bambini di Haiti di recuperare al più presto il senso di routine che li aiuta ad elaborare e superare il trauma provocato dalla perdita delle loro famiglie, degli amici, delle loro abitazioni.
Nel suo intervento e di concerto con il Ministero dell’Istruzione locale, Save the Children ha creato 270 scuole temporanee informali, favorendo il ritorno sui banchi di oltre 45.000 bambini solo da aprile ad agosto. Questi bambini sono seguiti da 1.600 insegnanti formati dall’Organizzazione e sono stati dotati di 8.300 cartelle e 2.500 kit scolastici.
Salute e Nutrizione
Ad Hati, già prima del terremoto, il 30% dei bambini al di sotto dei 5 anni soffriva di malunitrizione cronica, mentre un 10% era afflitta da malnutrizione acuta. Haiti vantava inoltre il più alto tasso di mortalità infantile dell’emisfero occidentale, con un bambino su 13 che non raggiungeva il quinto anno d’età.
Save the Children ha assistito tantissimi bambini affetti da malnutrizione cronica in 80 aree e raggiunto migliaia di madri per promuovere l’allattamento al seno e prevenire, quindi, gravi carenze nutrizionali dei bambini.
Nei prossimi mesi, l’Organizzazione conta di focalizzarsi sulla messa in opera di cliniche permanenti e la formazione di personale sanitario, in modo da rafforzare la capacità di assistenza sanitaria alla popolazione. Inoltre, in collaborazione con il Governo e l’Unicef vaccinerà migliaia di bambini da morbillo, tetano e poliomielite.
Protezione dei minori
Durante un’emergenza, i bambini sono molto vulnerabili, possono essere separati dalle loro famiglie e a rischio di sfruttamento e abuso, stipati in campi affollatissimi senza alcuna rete di sicurezza. Per proteggerli, Save the Children ha creato oltre 50 spazi a misura di bambino, dove i minori possono riacquistare un senso di normalità attraverso attività ludico-educative, da svolgere insieme ai propri coetanei in un ambiente sicuro e protetto e supportati da operatori specializzati.
L’Organizzazione ha sviluppato innovativi programmi di coinvolgimento che prevedono l’utilizzo di strumenti multimediali, come telefonini e handycam, con i quali i bambini, proprio come piccoli registi, “dirigono” se stessi e raccontano la loro personale, terribile esperienza del terremoto. In questo modo, esternano in forma ludica paure e ricordi, condividono con i propri coetanei le sofferenze provocate dalla perdita delle loro famiglie e di qualsiasi senso di normalità.
Dal giorno del terremoto, Save the Children, in collaborazione con i propri partner, ha identificato 1.740 bambini e ne ha riunito 567 alle proprie famiglie nell’abito dei programmi di identificazione e reunificazione familiare.
L’Organizzazione, infine, lavorerà per proteggere i minori più vulnerabili: quelli non accompagnati, le ragazze esposte a rischio di violenza, nonché le possibili vittime di tratta.
Interventi igienico-sanitari
Anche prima del terremoto, più della metà della popolazione haitiana non aveva accesso all’acqua potabile e il 70% non possedeva servizi igienico-sanitari. Nel corso degli ultimi mesi, oltre 230,000 persone hanno beneficiato degli interventi dell’Organizzazione che ha distribuito taniche d’acqua e costruito latrine in oltre 100 campi. Inoltre gli operatori hanno distribuito fin dalle primissime ore dopo il terremoto kit igienico-sanitari e promosso tra le mamme e i bambini la cura della propria igiene personale, volta a prevenire la diffusione di epidemie.
Sicurezza alimentare e sostentamento
Save the Children ha distribuito cibo a quasi 300,000 persone tra bambini e adulti, oltre a fornire mezzi di sostentamento ad 11,000 persone, per aiutarli a ricostruire le proprie vite. Una delle strategie messe in campo è stata la creazione di opportunità lavorative, come la rimozione delle macerie dalle strade, o l’rrigazione e il dreanggio dei canali nelle aree interessate dall’apertura degli spazi educativi per i bambini. Tramite il trasferimento di denaro contante per retribuire i servizi prestati dal popolo haitiano, Save the Children sta aiutando a stimolare la ripresa dell’economia locale, offrendo un’opportunità di sostentamento alle tante famiglie e ai loro bambini.
Nei prossimi mesi, l’Organizzazione finanzierà piccole e medie imprese attraverso programmi di microcredito in modo da contribuire al rilancio dell’economia locale, dedicandosi in particolare al settore agricolo.
Rifugi
Con l’inizio della stagione degi uragani, la necessità di avvalersi di rifugi sicuri è diventata ancora più impellente e critica. In questi 6 mesi, Save the Children ha fornito rifugi temporanei ad oltre 31,000 nuclei familiari, mentre 11,000 famiglie hanno ricevuto kit completi per migliorare le proprie condizioni di vita e costruire autonomamente rifugi temporanei.
Fondo Emergenze
Save the Children ha creato il Fondo Emergenze per i Bambini per portare soccorso dove serve, immediatamente.
Per sostenere il lavoro di risposta alle emergenze dell’Organizzazione ad Haiti e in tutto il mondo, aderisci ora al Fondo Emergenze di Save the Children
Materiale Video, foto e storie. E’ disponibile un b-roll di immagini su Haiti, Alcune immagini girate direttamente dai bambini haitiani nell’ambito dei progetti di Save the Children ed un video istituzionale, nonché foto e storie
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia,
tel. 06.48070023-071-001,
press@savethechildren.it,
www.savethechildren.it
ALCUNE STORIE
Sandy: ritrovarsi e diventare amici negli spazi a misura di bambini
“I miei occhi hanno visto cose terribili. Ora posso venire qui in questo spazio a misura di bambino e divertirmi.”
Sandy ha 15 anni, e non ha paura di raccontare ciò che ha vissuto. Frequenta lo “Espace Timoun”, uno degli spazi a misura di bambino di Save the Chldren, a Jacmel, nella parte meridionale dell’isola di Haiti. Dopo la mattina trascorsa a scuola raggiunge l’Espace Timoun, dove i bambini da tre a diciassette anni sono impegnati in diverse attività in base all’età e giocano con gli amici.
Questi spazi a misura di bambino sono nati ad Haiti per garantire loro un posto sicuro dove stare, mentre i genitori si dedicano alle attività di soccorso e ricostruzione, come la raccolta dell’acqua, la ricostruzione delle case e cercano di ricreare condizioni di vita e sostentamento che si avvicinino il ppiù possibile alla normalità.
Sandy riflette sull’importanza di un’atmosfera sana per i bambini. “Tanti bambini all’inizio erano molto timidi, adesso ballano addirittura al centro del cerchio.” E pensa che il tempo trascorso al centro e i suoi risultati scolastici siano collegati. “Esco al centro col cuore felice, e questo mi aiuta a studiare di più.”
Attraverso diversi tipi di attività gli operatori di Save the Children aiutano i bambini a sentirsi al sicuro, ad esprimere ciò che sentono e a cominciare un percorso di elaborazione del trauma subito. Le attività educative tengono impegnata la loro mente, mentre i giochi psicologici aiutano gli operatori a valutare i bisogni emotivi di un bambino dopo il terremoto. Le attività creative aiutano i bambini ad esprimere pensieri ed emozioni che spesso non riescono comunicare attraverso le parole.
Ad Haiti, la musica e il ballo sono parte centrale delle attività all’interno di questi spazi dedicati ai bambini, e non è difficile capire perché. I bambini si animano non appena gli operatori intonano una canzone, si mettono in cerchio e ognuno, a turno, raggiunge il centro per ballare da solo, fino a quando è il momento di invitare un altro bambino al centro del cerchio. L’aria è piena di energia positiva, nonostante la pioggia che fuori continua a cadere.
Sandy racconta ancora, fiduciosa e appassionata, cosa questo luogo significhi per loro: “Uno spazio come questo è importante perché ci aiuta a capire questa condizione in cui non avremmo mai voluto trovarci. Prima avremmo lottato fra noi, oggi siamo amici. Il primo giorno c’era tanta tensione fra noi, ma gli operatori ci hanno fatto capire perché litigare è sbagliato, e siamo stati capaci di riconciliarci.”
“I diritti dei bambini cominciano dalle leggi di un paese, ma tutti possono dare una mano. Se conosciamo qualcuno i cui diritti sono stati violati, possiamo almeno dar loro da mangiare, se hanno fame. Possiamo dargli dei vestiti se non ne hanno. Possiamo lavarli se sono sporchi.” Queste parole dimostrano una maturità che va ben oltre i 15 anni di Sandy.
Dal giorno del terremoto, il 12 gennaio scorso, Save The Children ha realizzato oltre 50 spazi a misura di bambino nel paese per garantire la protezione dei bambini all’indomani del disastro.
Jifiel: nascere in un campo profughi: come salvaguardare la salute dei bambini”
Jifiel, che adesso ha 2 mesi, è nato al campo di Gaston Margron a Port-au-Prince. La sua mamma, Marie-Carmel, è partita dalla città di Nazon quando era incinta di cinque mesi per raggiungere a piedi, insieme all’altro figlio di 3 anni, la sua famiglia al campo. Aveva affittato una camera in una casa che è stata poi distrutta nel terremoto del 12 gennaio. Era lì quando la scossa è arrivata, “sono corsa in strada e pochi secondi dopo la casa è crollata sotto i miei occhi.”
Oggi Marie-Carmel ha portato Jifiel alla clinica di Save the Children perchè sono 15 giorni che è malato. Una settimana fa è stata in un’altra clinica dove hanno dato a Jifiel una cura per sette giorni. Ora però le medicine sono finite, lui è ancora molto congestionato e ha bisogno di cure mediche.
“Sono tempi duri: quello che trovi è tutto quello che hai” ci dice.
La clinica mobile di Save the Children di Gaston Margron offre i suoi servizi alle 6000 persone presenti nel campo, ma raggiunge anche altre comunità e accoglie chiunque richieda assistenza.
A Gaston Margron, i pazienti possono avere un consulto medico e l’assistenza di una infermiera esperta in sostegno nutrizionale. Dopo una visita diagnostica, vengono prescritti farmaci che sono disponibili gratuitamente alla clinica.
I bambini visitati e risultati malnutriti vengono immediatamente ammessi dalle infermiere ai programmi che possono assicurare la risposta alle loro necessità. L’accompagnatore del bambino riceve inoltre integratori nutrizionali terapeutici, come Plumpy’ Nut. Gli viene consigliato di ritornare ogni settimana in modo da poter verificare i progressi del bambino e intervenire nuovamente se necessario.
Dal giorno del terremoto, il 12 gennaio scorso, Save The Children ha potuto raggiungere più di 100.000 persone con i propri programmi per la salute e la nutrizione.
Richardson and Rejeffson: i programmi di supporto per l’allattamento al seno rivolti alle neo mamme
La mamma di due gemelli di appena due settimane, Richardson and Rejeffson, ancora convalescente per il parto cesareo, non era in grado di portarli come avrebbe voluto alla clinica di Save the Children per una visita di controllo. Ha così chiesto aiuto ai suoi cugini, che si sono offerti per portare al suo posto i due neonati al campo di Gaston Martin, dove è attiva la clinica mobile di Save The Children.
I bimbi avevano contratto un raffreddore, ma nonostante stessero guarendo non erano stati allattati al seno né si erano potuti alimentare in altro modo già da qualche giorno.
“È necessario coinvolgere la mamma,” spiega Micheline Garçon, supervisore del programma di nutrizione per neonati e bambini di Save the Children a Port-au-Prince, “Possiamo insegnarle come allattare coirrettamente, perché ci potrebbe essere un problema nel modo in cui sta curando o allattando i bimbi.”
I cugini hanno potuto immediatamente seguire semplici istruzioni sulle tecniche di allattamento al seno necessarie per la corretta alimentazione dei gemellini impartite loro da Michelle. Subito dopo, la puericultrice della clinica ha accertato il buono stato di salute dei bimbi, sottolineando la necessità di un allattamento regolare per assicurare loro un ritmo di crescita normale. Nel lasciare la clinica, i cugini si sono impegnati a ritornare presto con la mamma di Richardson and Rejeffson per un incontro con l’esperta di allattamento.
La clinica mobile di Save the Children di Gaston Margron offre i suoi servizi alle 6000 persone presenti nel campo, ma raggiunge anche altre comunità e accoglie qualunque paziente che richieda assistenza.
Per milioni di bambini che nascono in paesi in via di sviluppo, la prima infanzia rappresenta un periodo molto critico, in cui giocano la partita per la sopravvivenza. Sono infatti circa 8 milioni i bambini che in queste aree muoiono prima di raggiungere i cinque anni di vita per cause prevenibili e facilmente curabili. La promozione dell’allattamento al seno è senza dubbio una pratica salvavita.
Dal 12 gennario scorso, giorno in cui il terremoto ha devastato Haiti, Save the Children si sta strenuamente impegnando per salvare la vita dei bambini ad Haiti e ad oggi ha potuto raggiungere più di 100.000 persone con solo i propri programmi per la salute e la nutrizione.