Costa d’Avorio: l’attuale crisi, con migliaia di rifugiati, solo la punta dell’iceberg

Poiché migliaia di bambini sono costretti a lasciare le loro case per sfuggire alla violenza in Costa d’Avorio, Save the Children teme che la situazione possa deteriorarsi rapidamente.

“I bambini soffriranno più di tutti se la situazione politica non si risolverà rapidamente”, dice Guy Cave, Responsabile di Save the Children in Costa d’Avorio.

“Circa 20.000 persone hanno già dovuto abbandonare le loro case in cerca di salvezza nella vicina Liberia e molti di più potrebbero diventare gli sfollati all’interno del paese nelle prossime ore. Sappiamo che circa la metà di coloro costretti a scappare sono bambini e sappiamo anche che ciò genera in loro paura, disorientamento, vulnerabilità. Se le violenze e l’insicurezza cresceranno, i bambini ora in fuga saranno solo la punta di un grande iceberg”.

Gli ivoriani che si sono rifugiati nel nord ovest della Liberia non hanno ripari, acqua potabile e le scorte alimentari inizianoa scarseggiare. Le comunità e i villaggi che li hanno accolti sono sotto una crescente pressione per la penuria di strutture mediche e di aree dove riparare e accogliere i profughi.
In mancanza di scuole dove possano andare i bambini, questi stanno trovando riparo ovunque capita, esposti così al rischio di sfruttamento. Alcuni minori hanno già trovato lavoro negli appezzamenti agricoli, per procurare da mangiare a sé e alla proprie famiglie.

Save the Children teme che la situazione per coloro che restano in Costa d’Avorio possa peggiorare nelle prossime settimane dal momento che il prezzo dei generi alimentari e della benzina sta salendo rapidamente. Scorte e generi alimentari provenienti dal Nord sono limitati e il trasporto su strada è già notevolemente ridotto e ingolfato. Se questa situazione continuasse o peggiorasse, il costo degli alimenti salirà ancora di più con pesanti e gravi conseguenze sui bambini e le rispettive famiglie: già infatti scarseggiano carne, verdure e patate – che sono il cibo prevalente delle famiglie povere.

Prosegue Guy Cave: “Metà della popolazione ivoriana vive con meno di 1 dollaro e mezzo al giorno. Saranno le famiglie più povere, che spendono metà del loro reddito in cibo, che soffriranno di più le conseguenze della situazione. In alcune parti di Abidjan il prezzo della carne al chilo ha già superato 1 dollaro, che è pari al guadagno medio giornaliero di metà della popolazione. Se i prezzi saliranno vedremo crescere anche il numero di bambini malnutriti”.

D’altra parte già prima della crisi attuale 1 bambino su 3 sotto i 5 anni in Costa d’Avorio, soffriva di malnutrizione cronica, cioè non poteva contare su un’alimentazione adeguata e regolare. Inoltre 1 bambino su 5 è sottopeso, mentre in alcune zone del paese i tassi di rachitismo - dovuto alla mancanza di nutrienti adeguati a un corretto sviluppo e crescita - superano il 43% della popolazione infantile.

Save the Children, insieme a partner locali e altre organizzazioni in Costa d’Avorio e in Liberia si sta preparando ad un’eventuale emergenza e sta monitorando la situazione dei bambini nelle aree in cui è operativa, per essere pronta a portare soccorsi adeguati se la situazione deteriorasse ulteriormente.

Sono disponibili portavoce di Save the Children in Costa d’Avorio

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