Sudan: Save the Children, oltre 30.000 bambini sfollati nel Kordofan meridionale

L’escalation di violenza che si è abbattuta negli ultimi giorni nel Kordofan meridionale ha causato 60.000 sfollati, tra cui 30.000 bambini, che sono a rischio di essere separati dalla loro famiglie, abusati e di subire traumi devastanti.

“Siamo molto preoccupati per i bambini sfollati a causa dei combattimenti e stiamo combattendo contro il tempo per fornire loro aiuto prima che arrivi la stagione delle piogge”, afferma Amin El Fadil, Direttore Generale di Save the Children in Sudan.

Gli abitanti del Kordofan meridionale hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni in mezzo ad attacchi aerei, sparatorie, incendi e saccheggi. La maggior parte delle vie di accesso alla zona non sono sicure o sono bloccate, limitando di fatto l’accesso umanitario volto ad aiutare i bambini e le loro famiglie. L’aeroporto di Kadugli è stato chiuso ed anche le vie terrestri per arrivare in città sono bloccate, mentre cresce la preoccupazione che i combattimenti tra l’esercito regolare del Sudan e l’Armata di liberazione del Sudan (Sudan Liberation Army) possano aumentare e diffondersi.
I bambini sfollati sono esposti a numerosi rischi, come quello di essere coinvolti nelle violenze, assistere ad eventi traumatici, nonché perdere le loro famiglie nella confusione generale. In particolare, i bambini che rimangono separati alle famiglie sono molto vulnerabili e a rischio di abuso fisico e sessuale, e possono anche essere arruolati forzatamente.

Questa nuova ondata di sfollati segue un conflitto simile che ha già afflitto la zona di Abyei e si inquadra nella più ampia crisi umanitaria che affligge il Sud Sudan. Negli ultimi mesi, c’è stato un massiccio afflusso di persone dal nord al sud del paese, in vista della dichiarazione d’indipendenza di luglio.

“Bisogna urgentemente garantire l’accesso umanitario nel Kordofan meridionale per cercare di raggiungere quanti più bambini possibili. Save the Children sta supportando i bambini sia nella parte nord che sud del Sudan e si sta preparando a fronteggiare l’emergenza crescente nel paese e per questo chiediamo ad entrambe le parti coinvolte nel conflitto di rispettare gli accordi di pace e salvaguardare i bambini del Kordofan meridionale e le loro famiglie”, conclude Amin El Fadil.

Save the Children lavora in Sudan dal 1984 e ha messo al servizio del paese i suoi oltre 90 anni di esperienza nel fronteggiare crisi umanitarie in tutto il mondo. L’Organizzazione ha uffici in tutto il paese e lavora anche con numerose comunità locali, nonché partner e associazioni che si occupano di bambini. Save the Children, grazie alla sua presenza capillare negli stati chiave del nord del paese, è in grado di distribuire cibo, medicinali e materiali di rifugio per i bambini sfollati.

Fondo Emergenze
Save the Children ha creato il Fondo Emergenze per i Bambini per portare soccorso dove serve, immediatamente. Il lavoro di risposta alle emergenze dell’Organizzazione in Sudan e in tutto il mondo, può essere sostenuto aderendo al Fondo Emergenze per i bambini: www.savethechildren.it/fondoemergenze

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