CINI: Busan Partnership for Effective Development Cooperation, inizia una nuova era per la Cooperazione allo Sviluppo.
Si è appena concluso il Forum di Busan con la presentazione in plenaria del documento intitolato: “Busan Partnership for Effective Development Cooperation”. “Accogliamo positivamente, anche se con alcune riserve, il documento conclusivo del 4HLF”, dichiara Maria Egizia Petroccione, Portavoce del CINI.
“La buona notizia è che i paesi emergenti e nuovi donatori tra cui la Cina, l’India e il Brasile, dopo giorni di negoziazione serrata, hanno aderito al documento conclusivo del forum; la notizia meno buona è che, per far si che ciò avvenisse, è stato necessario fare delle concessioni sul carattere volontario di applicazione dei principi e degli impegni presenti nel documento”, continua Petroccione.
Il documento, che segna una svolta molto significativa e sancisce il definitivo passaggio dal concetto di efficacia degli aiuti a quello di efficacia dello sviluppo, riafferma la necessità di adempiere agli impegni derivanti dalla Dichiarazione di Parigi del 2005 e dalla Accra Agenda for Action del 2008, rimasti inevasi. L’accordo ribadisce alcuni principi condivisi per raggiungere gli obiettivi comuni: principi già ritenuti fondamentali quali la titolarità dei paesi partners (Ownership), ed introduce nuovi principi quali lo sviluppo basato sui risultati (Result Based Development), la partnership inclusiva per lo sviluppo, la trasparenza e la comune responsabilità di tutti gli attori della cooperazione (Joint and Mutual Accountability).
L’accordo, definito “storico” da diversi partecipanti tra cui il Presidente dell’OCSE-DAC Brian Atwood e il Primo Ministro Coreano Kim Hwang-sik, è il più inclusivo accordo mai raggiunto in materia di cooperazione allo sviluppo. Per la prima volta infatti sono stati pienamente coinvolti nella sua formulazione i paesi emergenti divenuti donatori, i rappresentanti del settore privato, i parlamentari, la società civile oltre che naturalmente i paesi partner ed i paesi donatori tradizionali.
“La società civile, plaude a questo importante risultato, in particolare il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni della società civile nello sviluppo, l’enfasi sull’ownership democratica e la trasparenza, il riferimento ai principi di Istambul e al Siem Reap Consensus e l’impegno a creare un ambiente favorevole al lavoro delle organizzazioni della società civile.
Tuttavia, - aggiunge Petroccione - esistono alcuni aspetti certamente meno positivi: la mancanza di impegno chiaro circa un approccio allo sviluppo basato sui diritti umani, l’assenza di una scadenza temporale entro la quale onorare gli impegni presi a Parigi e ad Accra, il carattere volontario e non vincolante dei principi ed impegni sottoscritti, il ruolo troppo centrale che viene affidato alla crescita economica, e dunque al settore privato, nel processo di sviluppo.”
Infine, i firmatari riconoscono che per far avanzare la nuova agenda dell’efficacia occorrerà un impegno ed un sostegno politico continuo e di alto livello. Tale impegno dovrà concretizzarsi in una nuova struttura globale molto leggera chiamata “Global Partneship for Effective Development Cooperation”, che sostituirà, entro giugno 2012, l’attuale “Working Party on Aid Effectiveness”.
“La buona notizia è che i paesi emergenti e nuovi donatori tra cui la Cina, l’India e il Brasile, dopo giorni di negoziazione serrata, hanno aderito al documento conclusivo del forum; la notizia meno buona è che, per far si che ciò avvenisse, è stato necessario fare delle concessioni sul carattere volontario di applicazione dei principi e degli impegni presenti nel documento”, continua Petroccione.
Il documento, che segna una svolta molto significativa e sancisce il definitivo passaggio dal concetto di efficacia degli aiuti a quello di efficacia dello sviluppo, riafferma la necessità di adempiere agli impegni derivanti dalla Dichiarazione di Parigi del 2005 e dalla Accra Agenda for Action del 2008, rimasti inevasi. L’accordo ribadisce alcuni principi condivisi per raggiungere gli obiettivi comuni: principi già ritenuti fondamentali quali la titolarità dei paesi partners (Ownership), ed introduce nuovi principi quali lo sviluppo basato sui risultati (Result Based Development), la partnership inclusiva per lo sviluppo, la trasparenza e la comune responsabilità di tutti gli attori della cooperazione (Joint and Mutual Accountability).
L’accordo, definito “storico” da diversi partecipanti tra cui il Presidente dell’OCSE-DAC Brian Atwood e il Primo Ministro Coreano Kim Hwang-sik, è il più inclusivo accordo mai raggiunto in materia di cooperazione allo sviluppo. Per la prima volta infatti sono stati pienamente coinvolti nella sua formulazione i paesi emergenti divenuti donatori, i rappresentanti del settore privato, i parlamentari, la società civile oltre che naturalmente i paesi partner ed i paesi donatori tradizionali.
“La società civile, plaude a questo importante risultato, in particolare il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni della società civile nello sviluppo, l’enfasi sull’ownership democratica e la trasparenza, il riferimento ai principi di Istambul e al Siem Reap Consensus e l’impegno a creare un ambiente favorevole al lavoro delle organizzazioni della società civile.
Tuttavia, - aggiunge Petroccione - esistono alcuni aspetti certamente meno positivi: la mancanza di impegno chiaro circa un approccio allo sviluppo basato sui diritti umani, l’assenza di una scadenza temporale entro la quale onorare gli impegni presi a Parigi e ad Accra, il carattere volontario e non vincolante dei principi ed impegni sottoscritti, il ruolo troppo centrale che viene affidato alla crescita economica, e dunque al settore privato, nel processo di sviluppo.”
Infine, i firmatari riconoscono che per far avanzare la nuova agenda dell’efficacia occorrerà un impegno ed un sostegno politico continuo e di alto livello. Tale impegno dovrà concretizzarsi in una nuova struttura globale molto leggera chiamata “Global Partneship for Effective Development Cooperation”, che sostituirà, entro giugno 2012, l’attuale “Working Party on Aid Effectiveness”.