Safer Internet Day, Save the Children: a 7 anni dall’istituzione della giornata resta ancora alto il livello di rischio connesso all’utilizzo del web

Famiglia, scuola, istituzioni, aziende facciano rete per prevenire l’abuso online. Il Governo Monti inserisca la protezione dei minori tra gli obiettivi della cabina di regia dei 5 ministri che dovranno sviluppare l’Italia digitale, e ratifichi la convenzione di Lanzarote per l’introduzione del reato di adescamento online

“Un bambino che utilizza il web privo degli strumenti per capire e gestire un mezzo che ha molte potenzialità ma altrettanti rischi, è un bambino che è potenzialmente sottoposto a rischio di abuso. I fatti di cronaca sono densi di episodi lo attestano”, ha affermato Valerio Neri Direttore Generale di Save the Children Italia.

“Può apparire banale che il 32% di teen ager dia il suo numero di cellulare a qualcuno conosciuto online, ma questo implica che potenzialmente il rapporto virtuale possa proseguire off line. Non a caso 10,5% di ragazzi tra i 12 e i 13 anni si da appuntamento con una persona incontrata in rete, percentuale che cresce fino al 31 % fra i 16 e i 17 anni. E ben il 6,5% dei primi e 16% dei secondi invia video e immagini di sé nudi” (1).

“Oggi, a 7 anni dall’istituzione del Safer Internet Day, non basta scandalizzarsi di fronte a questi dati - continua Valerio Neri - La sensibilizzazione dei ragazzi per un utilizzo consapevole dei nuovi media va incrementata, e i genitori non possono essere lasciati da soli di fronte a questo compito. E’ il paese nel suo insieme che li deve affiancare e specialmente la scuola inserendo nel curriculum degli studi la Media Education; ma anche le Aziende produttrici dei servizi dovrebbero fare di più: per esempio dar vita a Valutazioni di Impatto sui rischi per i più giovani quando progettano nuovi strumenti tecnologici”.

“E dal web passa anche una delle piaghe più lesive dei diritti dei bambini: l’abuso online, drammaticamente esteso, di cui vediamo – grazie alle indagini - solo la punta di un iceberg. Agghiaccianti i dati sulle vittime, sempre più piccole. Secondo studi internazionali (2) nel 78% dei casi hanno meno di 12 anni, il 4% meno di 3-4 anni. Nella gran parte dei casi, le immagini che scorrono sul web sono di effettive violenze consumate da adulti sui minori. Si tratta di immagini nell’78% dei casi fatte circolare in contesti non commerciali, mentre un 22% è destinato la “mercato” commerciale.”

“Eppure, rimuovere i siti pedoponografici, è ancora oggi difficilissimo: un recente studio dell’Università di Cambridge (3) ha messo in evidenza come la rimozione dei siti dediti ad operazioni bancarie illegali abbia richiesto una media di 3,5/4,5 ore (4), mentre il tempo medio necessario per la rimozione di siti pedopornografici sia stato di 719 ore (5). E’ assurdo pensare che una transazione finanziaria illecita sia considerata oggi più “urgente” che una violenza perpetrata su un bambino”.

“È per questo che Save the Children, che da anni è impegnata in questo ambito con altri attori del panorama associazionistico, aziendale e istituzionale, chiede al Governo Monti e in particolare al Ministro Profumo e alla task force di Ministri che lavorerà all’Agenda Digitale del Paese, di inserire la protezione dei minori tra gli obiettivi della stessa, al fine di dare ai ragazzi gli strumenti per far sì che i nuovi media siano più un’opportunità che un rischio”.

“Ricordiamo la necessità che la Convenzione di Lanzarote deliberata nel 2007 dal Consiglio d’Europa, che ha introdotto il reato di adescamento online venga immediatamente ratificata dal Parlamento, è dal 2010 che attende con tanto di disegno di legge depositato; così come occorre rimuovere alla fonte, anche se in paesi extra UE, i siti pedopornografici. Non bisogna infine dimenticare – conclude Neri – l’importanza del lavoro svolto in questi anni dalla Polizia Postale, punto di riferimento per l’attività di prevenzione, sensibilizzazione e soprattutto formazione degli addetti ai lavori, che deve essere dotata degli adeguati strumenti, così come occorre rendere operative le funzionalità dell’Osservatorio contro la pedofilia,che potrebbe svolgere un ruolo molto importante perché il fenomeno degli abusi on line cambia e si trasforma rapidamente ed è fondamentale avere un monitoraggio accurato dei fenomeni, e rendere interoperabili le banche dati . Infine non si dimentichi mai che oggi solo incredibilmente pochi i bambini vittime di abuso pedopornografico che vengono identificate e dunque aiutate; basti pensare che secondo i dati forniti dall’Interpol nel 2011, su 600.000 immagini pedopornografiche presenti nel loro database, sono 2.500 i minori identificati dal 2001 ad oggi in 40 paesi”.

Note:

1) Fonte: Sessualità e Internet: i comportamenti dei teenager italiani, Save the Children, 2011
2) Fonte: INHOPE Annual Report 2010
3) Fonte: The impact of incentives on notice and take-down, Moore and Clayton, www.cl.cam.ac.uk/~rnc1/takedown.pdf, 2008

4) 300 siti analizzati
5) 2500 siti analizzati

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