Niger, Save the Children: questione di poche settimane. Il paese è a un passo dal disastro umanitario. 6 milioni di persone a rischio fame, 13 milioni in tutto il Sahel
La sempre più drammatica crisi alimentare in Niger può trasformarsi in una terribile emergenza umanitaria nel giro di poche settimane. E’ necessario agire subito se si vuole evitare una catastrofe annunciata.
E’ l’ennesimo appello di Save the Children che sta incrementato le proprie attività di aiuto in Niger e sta monitorando la situazione nell’intera area del Sahel.
Ci sono più di 6 milioni di persone in Niger che hanno bisogno di urgente assistenza, a cui si aggiungono altri milioni di bambini e adulti nella regione del Sahel, per un totale di più di 13 milioni di persone, di cui la metà bambini a rischio fame. La causa della grave crisi alimentare è una combinazione di penuria estrema dei raccolti a causa della siccità e improvvisa crescita del costo dei generi alimentari di base.
Inoltre l’instabilità dei paesi confinanti sta facendo sì che molti rifugiati varchino le frontiere del Niger peggiorando la situazione.
In alcune zone del paese, famiglie che possono contare solo sulla coltivazione dei propri campi, hanno perso l’80% del raccolto a causa della siccità. Una ricerca di Save the Children rivela che le famiglie più povere sono in grado di sostenere il costo di due terzi del cibo loro necessario a sopravvivere.
“Ho visto bambini malnutriti ricevere trattamenti di emergenza, incontrato famiglie che saltano i pasti per interi giorni e che come ultima risorsa mescolano foglie selvatiche al loro cibo per renderlo un po’ più abbondante”, ha raccontato Marco Guadagnino di Save the Children Italia, appena rientrato dal Niger.
“C’è chi ha dovuto vendere il terreno o il bestiame”, prosegue, “togliere i bambini da scuola per risparmiare, nel disperato tentativo di nutrirsi. Una donna di 60 anni, Habeche, mi ha detto di non aver mai visto una fame drammatica come quest’anno. Abbiamo tempo poche settimane per far sì che questa situazione non diventi una spirale senza controllo”.
Save the Children è presente in 3 regioni del Niger (Maradi, Zinder e Diffa), le più colpite, con centri per la cura della malnutrizione, cliniche e progetti di lavoro in cambio di soldi.
Obiettivo dell’organizzazione è raggiungere 1.3 milioni di persone, compresi 780 mila bambini.
Save the Children ha lanciato una raccolta fondi di 30 milioni di dollari all’inizio di questo anno ma fino ad ora è stato finanziato meno del 5%.
Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia: “I bisogni sono urgenti e crescono di giorno in giorno a fronte di una scarsa mobilitazione dei donatori internazionali. Abbiamo però bisogno di più fondi, al fine di incrementare rapidamente il nostro intervento di aiuto, il che è cruciale per salvare migliaia di vite. Dobbiamo impedire che accada quello che abbiamo visto accadere in Somalia dove, se si fosse intervenuti in tempo, si sarebbero salvate migliaia di vite. Parliamo di 30-50 mila bambini che hanno perso la vita perché non siamo stati capaci di intervenire per tempo, e questo è inaccettabile”.
Per sostenere l’intervento di Save the Children in Niger, clicca qui
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia,
Tel. 06.48070023-81-71-001
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
E’ l’ennesimo appello di Save the Children che sta incrementato le proprie attività di aiuto in Niger e sta monitorando la situazione nell’intera area del Sahel.
Ci sono più di 6 milioni di persone in Niger che hanno bisogno di urgente assistenza, a cui si aggiungono altri milioni di bambini e adulti nella regione del Sahel, per un totale di più di 13 milioni di persone, di cui la metà bambini a rischio fame. La causa della grave crisi alimentare è una combinazione di penuria estrema dei raccolti a causa della siccità e improvvisa crescita del costo dei generi alimentari di base.
Inoltre l’instabilità dei paesi confinanti sta facendo sì che molti rifugiati varchino le frontiere del Niger peggiorando la situazione.
In alcune zone del paese, famiglie che possono contare solo sulla coltivazione dei propri campi, hanno perso l’80% del raccolto a causa della siccità. Una ricerca di Save the Children rivela che le famiglie più povere sono in grado di sostenere il costo di due terzi del cibo loro necessario a sopravvivere.
“Ho visto bambini malnutriti ricevere trattamenti di emergenza, incontrato famiglie che saltano i pasti per interi giorni e che come ultima risorsa mescolano foglie selvatiche al loro cibo per renderlo un po’ più abbondante”, ha raccontato Marco Guadagnino di Save the Children Italia, appena rientrato dal Niger.
“C’è chi ha dovuto vendere il terreno o il bestiame”, prosegue, “togliere i bambini da scuola per risparmiare, nel disperato tentativo di nutrirsi. Una donna di 60 anni, Habeche, mi ha detto di non aver mai visto una fame drammatica come quest’anno. Abbiamo tempo poche settimane per far sì che questa situazione non diventi una spirale senza controllo”.
Save the Children è presente in 3 regioni del Niger (Maradi, Zinder e Diffa), le più colpite, con centri per la cura della malnutrizione, cliniche e progetti di lavoro in cambio di soldi.
Obiettivo dell’organizzazione è raggiungere 1.3 milioni di persone, compresi 780 mila bambini.
Save the Children ha lanciato una raccolta fondi di 30 milioni di dollari all’inizio di questo anno ma fino ad ora è stato finanziato meno del 5%.
Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia: “I bisogni sono urgenti e crescono di giorno in giorno a fronte di una scarsa mobilitazione dei donatori internazionali. Abbiamo però bisogno di più fondi, al fine di incrementare rapidamente il nostro intervento di aiuto, il che è cruciale per salvare migliaia di vite. Dobbiamo impedire che accada quello che abbiamo visto accadere in Somalia dove, se si fosse intervenuti in tempo, si sarebbero salvate migliaia di vite. Parliamo di 30-50 mila bambini che hanno perso la vita perché non siamo stati capaci di intervenire per tempo, e questo è inaccettabile”.
Per sostenere l’intervento di Save the Children in Niger, clicca qui
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Ufficio Stampa Save the Children Italia,
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