Lavoro, UE: Save the Children, forte l’impatto della povertà sulla vita dei bambini. In Italia un bambino su 4 a rischio
“L’allarme lanciato oggi dalla Commissione Europea sui dati del mercato del lavoro e del relativo rischio di povertà per 116 milioni di persone ci preoccupa ma, purtroppo, non ci sorprende. E purtroppo molti di questi sono bambini”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Proprio ieri i nostri colleghi inglesi hanno denunciato la condizione di povertà in cui versano molti bambini inglesi e già qualche mese fa Save the Children Italia ha lanciato la campagna Ricordiamoci dell’infanzia, volta a sottolineare come la condizione di centinaia di migliaia di minori in Italia – 1 su quattro - ha raggiunto livelli di sofferenza mai visti, a causa di anni e anni di misure e politiche per infanzia, maternità e famiglia inadeguate a cui si è aggiunto il peso di una crisi sempre più drammatica”
L’Organizzazione ricorda come la povertà infantile nel nostro Paese abbia toccato il livello più alto degli ultimi 15 anni e sia tra le più alte in Europa con il 22,3% di bambini e adolescenti italiani a rischio di povertà, che vive cioè in famiglie con un reddito troppo basso per garantire loro ciò di cui avrebbero bisogno per un sano e pieno sviluppo psichico, fisico, intellettuale e sociale (1). Un dato che schizza a livelli mai registrati finora nel caso di bambini figli di madri sole - per i quali l’incidenza di povertà sale al 28,5% - e nel caso in cui il capofamiglia abbia meno di 35 anni: in questi nuclei 1 figlio su 2 è a rischio povertà. Le giovani coppie di trentenni sono uno dei volti più tristi delle nuove povertà, mentre il Sud e le Isole si confermano le aree del paese più colpite.
Inoltre, Save the Children ha chiesto già nei mesi scorsi una “golden rule infanzia”: le risorse necessarie per attuare questo piano strategico di contrasto alla povertà minorile non devono essere considerate una spesa che crea debito, ma un investimento sul capitale umano e sullo sviluppo.
Quattro i pilastri delle misure anti-povertà che Save the Children ha proposto al Governo, alcune delle quali hanno un impatto anche sul mercato del lavoro: interventi per il sostegno alle famiglie in condizione di povertà estrema, come ad esempio la previsione di ulteriori sgravi fiscali per ogni figlio a carico o di voucher per l’acquisto di beni essenziali; servizi per il sostegno della genitorialità, quale un piano di investimenti straordinari per gli asili nido, per la creazione di ulteriori 370.000 posti entro il 2020; misure di sostegno al lavoro femminile e per favorire la conciliazione fra lavoro e famiglia, quale l’istituzione di un fondo di garanzia per mamme imprenditrici per favorirne l’accesso al credito; e infine la previsione di una valutazione di impatto sull'infanzia di ogni nuovo provvedimento legislativo.
“Si tratta proposte sostenibili che tengono conto dei risparmi già preventivati dal Governo che, se destinati almeno in parte all’infanzia a rischio, porterebbero nel giro di un anno a dimezzare il numero delle famiglie con minori a carico che vivono in condizioni di povertà più gravi, facendo uscire dalla condizione di povertà assoluta più di 300mila bambini”, conclude Raffaela Milano.
Per sostenere le attività in Italia di Save the Children: www.savethechildren.it/donaitalia
NOTA
1)Questi dati e i successivi sono il risultato di un’elaborazione inedita dei dati della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane realizzata appositamente per Save the Children dai ricercatori Monica Montella e Franco Mostacci, esperti di analisi in campo socio-economico, e sono contenuti nel dossier Il Paese di Pollicino.
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