Naufragio Lampedusa: l’Italia e l’Europa non possono rimanere inerti di fronte a questa ennesima tragedia

"La tragedia che si è consumata stamane a largo delle coste della Sicilia dovrebbe essere un monito per tutti noi: ancora una volta, centinaia di persone e tra di essi alcuni bambini, hanno perso la vita nell’ennesimo viaggio verso una vita migliore”, ha affermato Raffaela Milano, direttore programma italia Europa di Save the Children.

Nel corso del 2013 e fino ai primi di settembre sono 21.870 i migranti arrivati via mare a Lampedusa e lungo le coste di Sicilia, Calabria e Puglia, di cui 2710 donne e 4050 minori, per la maggior parte non accompagnati (2914) e originari prevalentemente dalla Siria (1324). L’organizzazione sottolinea come questi ultimi arrivano da un contesto difficile, dove hanno rischiato la propria vita e sono stremati, e hanno assoluta necessità di aiuto e accoglienza.

“L’Italia e l’Europa non possono rimanere inerti di fronte al costante flusso di arrivo di minori stranieri soli, senza adulti di riferimento. Nell’immediato occorre garantire un sostegno continuativo ai superstiti del naufragio, che necessitano di assistenza per superare il trauma subito”.

Save the Children è presente a Lampedusa e nelle altre aree di sbarco di Sicilia, Puglia e Calabria con team di mediatori culturali e operatori legali, nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno in collaborazione con UNHCR, OIM e Croce Rossa.

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