Iraq, Save the Children: migliaia di famiglie in fuga dopo gli ultimi attacchi ai villaggi iracheni
Migliaia di famiglie sono arrivate nel Kurdistan iracheno per sfuggire agli ultimi attacchi sui villaggi cristiani fra mercoledì e giovedì notte, secondo Save the Children, l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti.
I nuclei familiari, la gran parte dei quali con bambini piccoli, hanno trovato rifugio in centri per giovani, scuole e chiese nella città di Erbil.
La Ong inoltre sottolinea come nel corso delle prossime 24 ore arriveranno altre migliaia di famiglie in cerca di riparo, da Karakosh, Ba'akshiqa e altri villaggi.
La maggioranza delle persone stanno giungendo senza nulla con sé e hanno bisogno di cibo, acqua e ripari.
Save the Children ha allestito areee sicure per i bambini in un Centro giovanile in Erbil e sta distribuendo materassi, coperte e pacchi di cibo per famiglie all’interno di una scuola.
Famiglie provenienti dalla città di Karakosh, a circa 80km da Erbil, raccontano di aver abbandonato tutto e di essere scappate mercoledì all’alba quando sono iniziati spari ed esplosioni alla periferia della città.
Efil, un ragazzo di 14 anni, dice: “Ho sentito gli spari e le esplosioni non molto distante da casa mia e ho visto salire del fumo da alcuni edifici. Non ho avuto troppa paura ma i miei genitori si sono molto preoccupati per me e i miei fratelli. Siamo scappati di corsa senza poter portare niente. Almeno qui è sicuro ma io non so dove andremo a stare”.
Il Direttore di Save the Children in Iraq Tina Yu dichiara: “Questo è solo lo sviluppo più recente di una grande crisi umanitaria che sta congestionando l’Iraq, con migliaia e migliaia di bambini costretti a scappare dalle violenze nel Nord e Ovest del paese. Inoltre non dobbiamo dimenticare che ci sono almeno già 250 mila siriani rifugiati nel Kurdistan iracheno”.
"Save the Children sta operando nella regione per raggiungere l’enorme numero di famiglie in situazione di necessità ma c’è bisogno di maggiori e più consistenti fondi dalla comunità internazionale a supporto dell’intervento di aiuto”.
Per ulteriori informazioni e interviste a una collega in Erbil:
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