Gaza, Save the Children: nessun festeggiamento di fine Ramadan per i bambini. 194.000 necessitano di supporto psicologico, 100.000 sono sfollati; 130 scuole danneggiate
Save the Children sta portando aiuti ad ospedali e cliniche e supporto psicologico ai minori
E’ possibile sostenere l’intervento di Save the Children con una donazione al link http://www.savethechildren.it/gaza
Invece della festa, i bambini di Gaza si sono ritrovati a vivere una fine del Ramadan segnata da morte e distruzione, di cui non si vede il termine.
Dopo 21 giorni di conflitto i minori a Gaza stanno pagando il prezzo più alto. 1 palestinese su 4 ucciso nel conflitto è un bambino e, in media, ogni ora viene ucciso 1 bambino.
Anziché giocare per le strade come normalmente fanno quando si celebra la fine del Ramadan, migliaia di minori a Gaza stanno piangendo i propri genitori nei cimiteri e in centinaia sono seppelliti con le loro famiglie. Invece della gioia per l’ Eid (la fine del Ramadan, ndr) si trovano a vivere nell’incertezza e nella disperazione.
Almeno 194.000 minori a Gaza hanno attualmente bisogno di supporto psicologico specialistico, avendo, in molti, assistito alla morte, ferimento e sfollamento di familiari.
Più di 100.000 bambini sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e a rifugiarsi, in maggioranza, in scuole in cui dovrebbero tenersi le lezioni quando l’anno scolastico ricomincerà.
130 scuole sono state danneggiate e 22 strutture sanitarie sono state distrutte o hanno subito seri danni.
Per le circa 45.000 donne incinte di Gaza, di cui 5.000 sfollate, l’accesso alle cure materne è enormemente ridotto. Organizzazioni locali documentano il raddoppio di parti prematuri a causa del trauma subito dalle donne.
Migliaia di residui esplosivi sono stati lasciati nelle aree civili a Gaza, esponendo a grave pericolo i bambini e le loro famiglie. Save the Children e i suoi partner locali stanno cercando in ogni modo di raggiungere il maggior numero possibile di famiglie, ma senza un chiaro impegno di cessate il fuoco, la distribuzione degli aiuti mette in serio pericolo il nostro staff.
“I bambini stanno pagando il prezzo di un fallimento politico”, ha affermato il Co-Direttore di Save the Children nei Territori Occupati palestinesi David Hassel. “La comunità internazionale finora ha fallito anche con questi bambini, a causa dell’incapacità di usare tutta la propria influenza politica per porre immediatamente fine a questo spargimento di sangue. La fine delle violenze, come ha chiesto il Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite, è la priorità immediata. Una soluzione sostenibile che assicuri il benessere sia dei palestinesi che degli israeliani, richiederà un accordo tra le parti con misure di lungo termine che diano risposte alle legittime rivendicazioni dei palestinesi, compresa la fine del blocco”.
“I bambini non danno inizio alle guerre, ma vengono uccisi, mutilati, traumatizzati e lasciati senza casa, segnati per sempre”.
“Save the Children non si fermerà fino a quando bambini innocenti saranno sotto il fuoco e le cause profonde di questo conflitto saranno risolte. Se la comunità internazionale non interverrà ora, la violenza contro i bambini di Gaza perseguiterà per sempre la nostra generazione”.
Per sostenere l’intervento di Save the Children, si può donare su:
http://www.savethechildren.it/gaza
Sono possibili interviste di approfondimento dall’area di crisi.
Ufficio stampa Save the Children Italia
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