Mortalità infantile, Save the Children: 6,3 milioni di bambini continuano a morire ogni anno
Morti già scritte negli alti “fattori di rischio” delle mamme, come la loro giovane età: oltre 7 milioni le gravidanze adolescenziali ogni anno nel mondo. Forte l’impatto dell’emergenza ebola sulla mortalità infantile: 2,5 milioni i bambini esposti al rischio di contagio del virus in Sierra leone, Guinea e Liberia dove ogni giorno già muoiono oltre 100 bambini per malaria, diarrea e polmonite.
Presentato oggi dall’Organizzazione “Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino”, con la Somalia all’ultimo posto dell’indice per i più elevati livelli di rischio fra le madri. Riparte Every One, un mese di sensibilizzazione e raccolta fondi che vedrà il coinvolgimento di Istituzioni, testimonial e aziende partner e nuovamente nelle piazze di Roma Bari e Milano il VILLAGGIO EVERY ONE, con l’ opportunità unica di essere operatore Save the Children per un giorno Fino al 2 novembre attivo l’sms solidale 45508 per la raccolta fondi (www.everyone.it)
Nonostante i progressi compiuti 6,3 milioni di bambini sotto i 5 anni – fra cui 2,8 milioni di neonati – continuano a morire per cause prevenibili come una diarrea o una polmonite e dal 1990 al 2013 è di 223 milioni il numero di bambini che ha perso la vita per malattie curabili. Un destino in parte scritto nelle difficili condizioni di vita e salute delle madri misurate per la prima volta nel nuovo rapporto di Save the Children Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino e che possono tradursi in problemi molto seri per il nascituro o neo-nato al punto da comprometterne la sopravvivenza. La giovane età materna è uno dei principali fattori di rischio: su oltre 7 milioni di adolescenti (15-19 anni) che ogni anno diventano madri, 70.000 di loro perdono la vita mentre ne mettono al mondo una; ma determinante è anche la malnutrizione materna che può incidere sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino, il mancato accesso alle cure prenatali della puerperacon il rischio di non vedere curate eventuali infezioni, il basso livello di scolarizzazione e il reddito della madre[1].
E’ la Somalia il paese all’ultimo posto del nuovo Indice di rischio mortalità mamma-bambino con i peggiori valori in tutti gli indicatori presi in esame e, non a caso, la nazione con i tassi di mortalità infantile più elevati del mondo: pari a 180 decessi ogni 1.000 nati vivi, a fronte di 3,7 della Danimarca, al primo posto in classifica. L’Italia si colloca al 19esimo nella zona verde dell’Indice, fra i paesi con bassi livelli di rischio mortalità mamma-figlio e dunque maggiori garanzie di benessere per i nascituri e i neonati. Tra le minacce evidenziate dal nuovo Rapporto, anche le pesanti conseguenze delle emergenze sulla salute del nascituro o neonato e delle mamme:a seguito per esempio del virus ebola circa 2,5 milioni di bambini sotto i 5 anni sono attualmente esposti al rischio di contagio in Sierra leone, Guinea e Liberia dove purtroppo già muoiono ogni giorno almeno 100 bambini di malaria, diarrea e polmonite. Un numero destinato a crescere per l’impossibilità, da parte dei sistemi sanitari al collasso, di assicurare le cure adeguate e somministrare vaccini o per la possibile rinuncia da parte delle famiglie a rivolgersi a struttute e operatori sanitari per paura del contagio.
Nati per morire
I dati del nuovo rapporto “Nati per morire.Indice di rischio mortalità mamma-bambino” vengono diffusi oggi in occasione del rilancio della Campagna Every One per dire basta alla mortalità infantile: oltre 1 mese di sensibilizzazione e raccolta fondi che avrà tra i suoi punti di forza il Villaggio Every One, un grande spazio in piazza dove quest’anno i visitatori potranno essere operatori Save the Children per un giorno e sperimentare le semplici soluzioni per salvare la vita di milioni di bambini. Il Villaggio fa tappa a Roma (9-19 ottobre), Bari (24 ottobre-2 novembre)e Milano (11-16 novembre). “Nonostante i rilevanti progressi nella lotta alla mortalità infantile, non possiamo accontentarci”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e a promuovere i loro diritti in tutto il mondo. “Ogni anno ci sono oltre 6 milioni di bambini che non cresceranno, non vivranno la propria esistenza, che non saranno mai adulti. Paradossalmente sono bambini “nati per morire”. Tuttora, un bambino che nasce nell’Africa subsahariana ha quindici volte più probabilità di morire di uno che vive in un paese ad alto reddito e il rischio cresce per i neonati che rappresentano quasi la metà delle morti infantili. Su di loro dobbiamo concentrare il massimo degli sforzi, in particolare nei paesi più poveri e in aree di crisi”, prosegue Valerio Neri.
L’Africa subsahariana e l’Asia meridionale le regioni del mondo dove si concentrano i 4/5 delle morti infantili. L’Africa subsahariana in particolare paga il prezzo più alto con 1 bambino ogni 11 nati, che perde la vita prima dei 5 anni. Polmonite (15%), diarrea(9%) e malaria (7%) sono le cause di 1 terzo delle morti sotto i 5 anni e la malnutrizione resta la prima concausa, poiché indebolisce il fisico dei bambini rendendoli più vulnerabili a infezioni. Un peso determinante hanno anche le complicazioni durante il travaglio e il parto (11%) e le nascite pretermine (17%). “La causa di queste vite mancanti è strettamente legata alle condizioni di salute della mamma, nel periodo del concepimento, della maternità, durante e dopo il parto”, spiega ancora Valerio Neri. “Monitorare e intervenire sui fattori di rischio per le madri, significa contribuire a garantire al bambino un’eredità positiva, in termini di diritto alla sopravvivenza e di benessere. Per questo Save the Children, nell’ambito della campagna Every One, ha messo a punto l’Indice dei fattori di rischio mortalità mamma-figlio per capire dove i rischi sono più alti e dove intervenire, secondo il concetto di continuum of care: assicurare assistenza e buone condizioni di salute a una mamma, significa proteggere l’eredità che essa trasmetterà al bambino. Solo così milioni di bambini nasceranno per vivere”.
Le mamme adolescenti
E le mamme adolescenti sono sicuramente quelle più fragili, poiché la loro giovane età può essere fonte di una serie di problemi di salute per il bambino (quali nascita sottopeso, difficoltà respiratorie), oltreché di difficoltà maggiori, a livello sia fisico che psicologico per la madre stessa, come ad esempio l’insorgere di emorragie o la depressione per l’eventuale perdita del neonato. Rispetto ai bambini nati da giovani adulte (20-29 anni), quelli nati da mamme giovanissime hanno metà delle possibilità di sopravvivere al primo mese dalla nascita. “Ridurre i matrimoni precoci, le gravidanze adolescenziali e aiutare le giovani coppie a prevedere un certo distanziamento fra un figlio e l’altro è cruciale per ridurre la mortalità infantile”, prosegue Valerio Neri.
L’Indice stilato da Save the Children vede agli ultimi 10 posti, dietro alla Somalia, Chad, Etiopia, Niger, Repubblica Centrafricana, Eritrea, Repubblica Democratica del Congo, Burkina Faso, Tanzania e Mozambico. In Chad, 152 bambini ogni 1.000 nascono da mamme giovanissime e solo il 23% delle puerpere ha accesso a un numero minimo di cure prenatali. In Niger i bambini nati da adolescenti sono più di 200 ogni 1.000. In alcune aree rurali dell’Etiopia, dove sono molte le donne che ancora partoriscono da sole e non hanno accesso alle cure prenatali. Al polo opposto dell’indice, con le migliori condizioni di salute e benessere materno, ci sono Danimarca e Norvegia, che presentano una bassa incidenza di gravidanze adolescenziali, denutrizione cronica fra le madri pressoché assente e ampio accesso ai servizi sanitari di base e di pianificazione familiare. Al contempo essi presentano anche i tassi di mortalità infantile fra i più bassi del pianeta, mentre quelli in coda all’indice di Save the Children tra i più elevati del mondo. L’impatto delle emergenze umanitarie “Tra i dieci paesi in fondo all’indice molti sono stati colpiti o tuttora vivono grandi emergenze umanitarie o gravi conflitti economici e sociali. Le situazioni di emergenza e crisi in genere causano un peggioramento delle condizioni di bambini e mamme e innestano circuiti viziosi che si possono tradurre, direttamente o indirettamente, nell’ aumento della mortalità infantile e materna”, spiega ancora Valerio Neri. In Liberia, Guinea e Sierra Leone, per esempio, l’epidemia di ebola sta avendo un drammatico impatto sia diretto che indiretto: circa 2,5 milioni di bambini sotto i 5 anni sono esposti al rischio di contagio in tutta l’area colpita e si stimano in diverse migliaia quelli che hanno perso la vita o sono rimasti orfani; ad essi si aggiungono gli oltre 100 bambini che continuano a morire quotidianamente di malaria, polmonite e diarrea e il cui numero sta purtroppo crescendo: il collasso dei sistemi sanitari insieme alla paura di recarsi nei centri di cura per evitare il contagio, fa sì che malattie di per sé curabili non vengano più trattate e seguite trasformandosi in killer per i bambini.. Save the Children sta operando al massimo delle sue possibilità per fermare la diffusione del virus e proteggere i bambini: 265.000 gli adulti e i bambini raggiunti finora. Inoltre ha formato 3.000 operatori sanitari sulle principali misure di prevenzione del virus; in Liberia ha costruito un Centro per il trattamento di ebola e sta costruendo 10 Unità di cura; in Sierra Leone, fuori Freetown, sta costruendo un Centro di riferimento con 100 posti letto, che gestirà direttamente, in collaborazione con il governo britannico.
Gli interventi di Save the Children
“E’ inaccettabile che un bambino debba rischiare la vita solo per essere nato nel posto sbagliato”, prosegue Valerio Neri. “La mortalità infantile può essere prevenuta intervenendo precocemente sui fattori che la determinano e adottando soluzioni spesso semplici e a basso costo quali la formazione di operatori sanitari di comunità in grado di raggiungere e assistere le madri e i bambini nelle zone più remote, la somministrazione di antibiotici e vaccini, la promozione dell’allattamento esclusivo al seno, fornendo zanzariere e sali idratanti, insegnando alle mamme a preparare piatti e alimenti semplici ma nutrienti”. Interventi per la salute e nutrizione materno-infantile che Save the Children sta portando avanti su larga scala in più di 40 paesi del mondo, nell’ambito della Campagna Every One avviata nel 2009: nel solo 2013, l’organizzazione ha raggiunto 14,4 milioni di bambini sotto i 5 anni con programmi di nutrizione e 13,2 milioni di mamme e bambini con programmi di salute materno-infantile. Tra gli interventi più rappresentativi dell’ultimo anno quasi 600.000 bambini nati grazie all’aiuto di personale specializzato, più di 580.000 bambini vaccinati e 3,1 milioni di casi di malaria, polmonite, diarrea e malnutrizione trattati. I paesi nei quali sono stati realizzati progetti sostenuti direttamente dai donatori italiani sono 8, con cifre da record nel 2013 per il Malawi, dove i piccoli raggiunti sono stati ben 230 mila, e per l’Uganda, con 278 mila mamme che hanno beneficiato dei progetti realizzati. Gli altri paesi dove sono stati impiegati i fondi raccolti in Italia sono il Mozambico, l’Etiopia, l’Egitto, l’India, il Nepal e il Pakistan. Il rapporto “Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino” è scaricabile dal link: http://www.savethechildren.it/pubblicazioni
L'infografica con i principali dati del rapporto è scaricabile dal link: http://bit.ly/1COVuaa
Le foto del Villaggio Every One e la creatività della campagna sono scaricabili dal link:http://bit.ly/1oiDdtb
Foto di operatori sanitari, salute neo-natale, nutrizione ed emergenze (Siria, Iraq, Gaza, Repubblica Centroafricana) sono al seguente link: bit.ly/1nJPt5l
Sono disponibili foto-storie di giovani mamme e bambini supportati da Save the Children in Africa e Asia, nonché gli scatti fotografici ai testimonial di Riccardo Ghilardi.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06.48070023-81-63
press@savethechildren.it www.savethechildren.it
La campagna Every One 2014: tutte le iniziative fino al 19 novembre“E’ facile darle un compleanno in più” è lo slogan che riassume il concetto creativo- ideato dall’Agenzia Grey United per la campagna Every One 2014 e che si riferisce alla semplici soluzioni salvavita adottate da Save the Children per fermare la mortalità infantile. Simbolo dell’iniziativa, anche quest’anno, il palloncino rosso con la scritta SAVE ME, che ricorda la vita di un bambino che dobbiamo trattenere a noi per non lasciarlo andare via. La campagna Every One si dispiegherà dal 9 ottobre al 16 novembre con attività di sensibilizzazione, mobilitazione e raccolta fondi, puntando a coinvolgere il massimo numero di persone in tutto il paese. Il Villaggio Every One a Roma, Bari e Milano Protagonista anche quest’anno torna il Villaggio esperienziale, dopo l’accoglienza positiva e le oltre 8.000 presenze del 2013: il grande spazio in piazza farà tappa a Roma (9-19 ottobre), Bari (24 settembre-2 novembre)e Milano (11-16 novembre), invitando grandi e piccoli (apertura 9-30-19.00 giorni feriali, 10-00-19.00 festivi ) a vivere un’esperienza unica, essereun operatore di Save the Children per un giorno - Quello che sente un operatore Save the Children, lo sentirai anche tu, recita l’annuncio pubblicitario curato dall’agenzia Grey - per sperimentare il lavoro sul campo dell’organizzazione e le semplici soluzioni in grado di salvare tante vite. Il Villaggio è una struttura di circa 170mq, in legno e materiali riciclati, con 4 ambienti tematici all’interno dei quali, grazie a installazioni interattive ed esperienze sensoriali, viene trattato il tema della salute di mamme e bambini prima e dopo il parto; dell’impatto della malnutrizione, delle emergenze e di come Save the Children risponde a tali sfide, attraverso il prezioso lavoro di decine di migliaia di operatori sanitari. All’inizio della visita al Villaggio, è possibile <
Il Villaggio sarà meta di visite organizzate dalle scuole e nella città di Milano è inserito nel circuito di Bookcity Milano (13-16 novembre 2014), la manifestazione dedicata alla lettura organizzata dal Comune, con incontri, presentazioni, dialoghi, letture, mostre, spettacoli, seminari: in particolare dal 14 ottobre presso il Villaggio si terranno alcuni reading sui temi dell’integrazione e dell’infanzia, con il coinvolgimento di ragazzi e visitatori. L’apertura del Villaggio e le visite al suo interno sono rese possibili grazie anche al contributo di oltre 200 volontari: un team generoso e entusiasta che vede insieme volontari di Save the Children con studenti di alcuni atenei italiani, quali la Luiss di Roma e l’Università di Bari, nell’ambito di un accordo di partenariato, numerose associazioni del territorio delle città che ospiteranno il Villaggio come il CSI Bari (Centro Sportivo Italiano. In altre 20 città Italiane, verranno organizzati dai nostri gruppi di volontari eventi sul territorio per tutto il periodo di campagna. Tutti gli eventi saranno visibili sul sito www.savethechildren.it/eventi. Sarà possibilevisitare il villaggio anche virtualmente sul sito http://www.everyone.it/visita-il-villaggio. E sul sito della Campagna, sui social media e sul blog dell’Organizzazione troveranno posto approfondimenti, storie, percorsi multimediali, contributi dei testimonial e testimonianze dei beneficiari dei progetti Every One per sensibilizzare e coinvolgere i fan e i follower di Save the Children.
La Race for Survival
Il 18 ottobre a Roma a Piazza del Popolo, intorno al Villaggio Every One si correrà la Race for Survival, evento sportivo organizzato da Save the Children in collaborazione con la Fidal Lazio (Federazione Italiana Di Atletica Leggera) e Podistica Solidarietà che vedrà correre in una staffetta di solidarietà circa 200 bambini e adolescenti. L’evento rientra in una mobilitazione internazionale di Save the Children contro la mortalità infantile, a partire dal 17 ottobre, con Race for Survival promosse dall’ong in contemporanea in 65 paesi del mondo, dal Bangladesh alla Bolivia, dal Niger alla Norvegia fino all’Italia: il più importante evento di mobilitazione di bambini di save the Children, con decine di migliaia di bambini che correranno a sostegno di altri bambini.
I testimonial
A fianco di Save the Children, ritratti con originalità dal sapiente obiettivo del fotografo Riccardo Ghilardi mentre mostrano semplici soluzioni salvavita quali vaccini, barrette di cibo altamente proteico, sapone, molti testimonial di rilievo, tra cui Giovanni Allevi, Cesare Bocci, Roberta Capua, Luca Capuano, Roberto Ciufoli, Carlo Conti, Paolo Conticini, Paola Cortellesi, Giobbe Covatta, Tosca D’Aquino, Irene Ferri, Anna Foglietta, Fabrizio Frizzi, Claudia Gerini, Miriam Leone, Aurora Ruffino, Lunetta Savino, Andrea Sartoretti, Margot Sikabonyi, la cantante Syria, Anna Valle e i calciatori della ACF Fiorentina.
I partner aziendali
Tra le aziende che sostengono la campagna si distinguono ACF Fiorentina e Bulgari, che sono Main Partner dell’iniziativa, mentre i Golden partner includono Fondazione Lavazza, Kocca, Luxottica, MetLife, Prysmian Group.Sostengono Evey One con il loro contributo ancheAce European Group, Enegan, Gruppo Ettorre, Gruppo Porcarelli e Pedon, alle quali si aggiungono gli sponsor tecnici, Ace European Group, Baloon Express e Sony, e gli operatori telefonici di rete fissa e mobile che offrono la concessione della numerazione unica solidale per effettuare le donazioni durante il periodo della campagna (per informazioni sul numero solidale www.everyone.it).
La raccolta fondi
Dal 9 ottobre al 2 novembre, sarà attivo il numero unico solidale 45508 grazie al quale tutti potranno contribuirecon 2 euro inviando un sms dai cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Noverca. È inoltre possibile donare 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb. I fondi raccolti in Italia saranno destinati alla realizzazione di progetti in Egitto, Etiopia, Malawi, Mozambico, Egitto, India, Nepal e Pakistan. La raccolta fondi della campagna Every One sarà promossa anche sui media: si comincerà con la settimana dedicata alla raccolta fondi sulle Reti Rai e Radio Rai dal 13 al 19 ottobre, per continuare poi con spazi nelle principali trasmissioni delle reti Mediaset, La7 e Sky. Anche Radio Capital e Radio Deejay, saranno al fianco di Save the Children, mobilitando i conduttori e gli ascoltatori e invitandoli a donare per sostenere gli interventi di salute materno-infantile della campagna.
Il calcio contro la mortalità infantile
Nell’ambito della partnership tra Save the Children e ACF Fiorentina, la Società Sportiva promuoverà la campagna all’interno dello Stadio Artemio Franchi invitando i propri tifosi a sostenere l’Organizzazione attraverso il numero solidale. La Federazione Italiana Gioco Calcio per il quinto anno si schiera con Save the Children sostenendo Every One in occasione della partita del 13 ottobre Malta –Italia. Anche la Lega Serie A aderisce alla Campagna, promuovendo sui campi di calcio l’iniziativa “Diamo un calcio alla mortalità infantile” e dedicando così ad Every One il weekend di campionato del 18 e 19 ottobre.
I partner della comunicazione
Dimensione Suono Roma, la radio della capitale, è media partner della tappa romana del Villaggio Every One di Save the Children, Radio Norba affiancherà Save the Children nella promozione della tappa di Bari, mentre Radio Popolare sarà media partner locale per l’ultima a Milano. Altri partner della Comunicazione: Accapiù, AC&P, Ansa, Arti Grafiche Agostini, Daniele Fiore, DotNext, Francesco Alesi, Grey Milano, Igp Decaux, La 7, La 7 D, Mecki Film, Mediafriends Onlus, Qrnet, Radio Capital, Radio Deejay, Rocco Patella, Segretariato Sociale Rai, Sky, Spazio Fare, TAR, Telesia, The Family. Inoltre numerosi quotidiani, periodici, radio, tv, concessionarie di pubblicità, siti, portali web hanno ospitato gratuitamente l’annuncio della campagna.
[1] Sono quindi 5 gli indicatori da cui è stato ricavato l’Indice: tasso di fecondità adolescenziale, prevalenza di denutrizione, cure pre-natali, aspettativa di scolarizzazione, reddito pro-capite.