Naufragio: l’ennesima tragedia del mare che colpisce donne e bambini
“Apprendiamo con grande dolore la notizia dell’ennesimo naufragio a largo delle coste libiche, nel quale hanno perso la vita almeno 10 donne, proprio nelle stesse ore in cui in Sicilia sta arrivando il relitto del peschereccio affondato nel naufragio del 18 aprile 2015 nel quale, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, sono morte più di 700 persone,” ha commentato Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Le donne, in molti casi incinte, i bambini e i minori soli sono ancora più esposti al rischio della vita quando accadono i naufragi, e molti di loro sono tra le vittime. E’ indispensabile pertanto che la comunità internazionale, e in primo luogo l’Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi e dai paesi di transito per evitare che decine di migliaia di persone continuino a vedersi costrette ad affidarsi ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo e le frontiere interne ed esterne dell’Europa e dei paesi terzi”.
Secondo le stime di Save the Children, dall’inizio dell’anno sono arrivati via mare in Italia oltre 66.000 migranti, fra cui almeno 7.880 donne e oltre 10.500 minori, di cui circa 9.570 minori non accompagnati.
L’Organizzazione, dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti, è presente con i suoi team nelle aree di sbarco in frontiera Sud per offrire ai migranti protezione e assistenza legale per la richiesta d’asilo e il ricongiungimento familiare.
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