Minori migranti: Helle Thorning-Schmidt in visita in Grecia
“I minori non accompagnati rinchiusi nel centro di detenzione di Lesbo, in Grecia, si sentono trattati come criminali”. Lo ha affermato il Direttore Generale di Save the Children International Helle Thorning-Schmidt al rientro dal suo viaggio in Grecia, dove ha visitato alcuni campi vicino ad Atene e sull’isola di Lesbo. Secondo il Direttore Generale, se i leader europei potessero ascoltare ciò che le hanno raccontato i minori che si trovano in questi campi e vedere con i loro occhi le condizioni in cui sono costretti a vivere, la loro risposta sarebbe sicuramente diversa.
“I bambini che ho incontrato in Grecia sono soli, non hanno nessuno al loro fianco che possa prendersi cura di loro e non sanno nemmeno quale sia il loro status giuridico. Quella che conoscono, e che vivono ogni giorno, è una realtà fatta di cancelli sbarrati e un campo dal quale non possono uscire. Formalmente la loro condizione non viene definita detenzione, ma di fatto questi bambini e ragazzi si sentono come in una prigione. La domanda che mi hanno posto dovrebbe rimanere ben impressa nella mente di tutti i leader europei: Perché dobbiamo essere trattati come criminali se non abbiamo fatto nulla di male?”, ha detto Thorning-Schmidt.
“Le autorità greche stanno facendo del loro meglio per affrontare la situazione, ma quello che abbiamo visto a Lesbo non è accettabile. Se i leader europei fossero stati lì con me, a parlare con le donne e i bambini, ora si renderebbero conto che i Paesi europei non possono permettere che dei bambini e ragazzi vengano rinchiusi dietro al filo spinato. Possiamo e dobbiamo fare molto di più di quello che stiamo facendo qui”, ha affermato ancora il Direttore Generale di Save the Children International, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti.
Più di un centinaio di minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie sono attualmente rinchiusi nei centri di detenzione o sotto la custodia della polizia, mentre la Grecia affronta una carenza cronica di posti nelle strutture di accoglienza.
Il flusso di rifugiati e migranti in Grecia si è ridotto a seguito dell’accordo siglato lo scorso marzo tra l’Unione Europea e la Turchia. Come conseguenza, tuttavia, molti bambini sono rimasti intrappolati in un vero e proprio limbo, bloccati negli hotspot sulle isole orientali del Paese. L’accordo ha anche costretto molte persone in fuga da guerre e conflitti a cercare nuove rotte per arrivare in Europa, spesso ricorrendo a viaggi ancora più pericolosi, esponendo così i bambini a maggiori pericoli e rischi di abuso e sfruttamento.
A Lesbo e nelle altre isole greche, i bambini vivono da mesi nei centri di detenzione in condizioni degradanti, spesso con un accesso limitato ai servizi di base. Nei mesi estivi, le temperature toccano anche i 45 gradi durante il giorno, rendendo le condizioni di vita pressoché insopportabili, e molti sono costretti a vivere nelle tende, senza possibilità di sfuggire al calore. I bambini hanno riferito agli operatori di Save the Children di sentirsi traumatizzati, sia per via degli eventi che hanno vissuto durante il loro viaggio verso l’Europa che per il trattamento che hanno ricevuto dal momento del loro arrivo.
Le opzioni legali per affrontare la situazione dei minori non accompagnati non stanno funzionando: i ragazzi vengono lasciati ad aspettare mesi per ricongiungersi con i loro familiari in altri Paesi europei e questo li spinge ad optare per soluzioni molto rischiose, come mettersi nelle mani dei trafficanti. Inoltre, i minori non ricevono sufficienti informazioni sui loro diritti e assistenza legale e trascorrono molto tempo senza andare a scuola.
“Nessun bambino dovrebbe vivere rinchiuso in un centro di detenzione perché si tratta di una chiara violazione dei loro diritti,” ha affermato Helle Thorning-Schmidt. “Eppure in Grecia tanti minori si ritrovano intrappolati per molti mesi in campi sovraffollati, abbandonati a loro stessi e a un futuro incerto e privo di speranza. Le terribili condizioni che questi bambini sono costretti a vivere sulla loro pelle non sono altro che il tradimento dei valori che l’Europa dice di rappresentare”.
Save the Children è presente in numerose località della Grecia e delle principali isole di sbarco, dove sono attualmente bloccati circa 57.000 rifugiati e migranti. In base alle nuove disposizioni previste dall'accordo UE-Turchia, che ha trasformato i centri di ricezione in vere e proprie strutture detentive, Save the Children ha ritenuto opportuno sospendere alcune attività divenute funzionali alla detenzione a Lesbo, Samos, Kos e Leros, senza tuttavia interrompere gli interventi di assistenza e protezione dei più vulnerabili, in particolare delle mamme e dei bambini.
Nei campi e nei centri di detenzione, individuiamo e proteggiamo i bambini più vulnerabili e le loro famiglie, distribuiamo beni di prima necessità e offriamo ai piccoli supporto psicologico nei nostri Spazi a Misura di Bambino. Realizziamo inoltre un programma di assistenza alle mamme per la nutrizione dei neonati nella zona di Atene e nella Grecia settentrionale, diamo supporto ai nostri partner che operano nelle strutture di accoglienza per minori non accompagnati a Lesbo e Samos e offriamo assistenza nella sistemazione alloggiativa temporanea dei minori soli in due campi.
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