Afghanistan: chiediamo la fine dei matrimoni precoci
Dopo la tragica morte della ragazza incinta di 14 anni, l’Organizzazione sollecita il governo ad interrompere questa pratica, che riguarda tantissime bambine nel Paese.
Save the Children sta sollecitando il governo afghano affinché ponga fine alla pratica del matrimonio precoce, dopo che una ragazza di 14 anni è stata data alle fiamme la scorsa settimana e successivamente è morta in ospedale.
Secondo quanto riportato dai media, Zahra – questo il nome della ragazza – era già sposata da anni ed era incinta di 4 mesi quando è morta.
“Quella vissuta da Zahra è una situazione di incomprensibile sofferenza che va oltre ogni limite”, ha commentato Ana Maria Locsin, Direttore di Save the Children in Afghanistan.
“La storia di Zahra rappresenta un caso estremo di ciò che può accadere quando una bambina viene fatta sposare forzatamente, ma sappiamo che il suo non è un caso isolato e che questa pratica è fin troppo comune in molte parti del Paese.”
La legge afgana, infatti, stabilisce che l'età legale per il matrimonio sia 16 anni per le ragazze, ma il 15% delle donne afgane sotto i 50 anni si sono sposate prima del loro quindicesimo compleanno, mentre quasi la metà prima dei 18 anni.
“Save the Children chiede al governo afgano di adoperarsi affinché ragazze come Zahra possano rimanere a casa con le famiglie di appartenenza, dove sono protette”, ha affermato Ana Maria Locsin.
“I matrimoni precoci sono una violazione sostanziale dei diritti fondamentali di un bambino. Zahra e tante altre bambine che sono date in sposa in giovane età sono private del loro diritto all'istruzione, alla sicurezza e della possibilità di scegliere il loro futuro.
“Il caso di Zahra deve diventare un catalizzatore per il cambiamento, in modo che nessun’altra bambina sia vittima di un destino simile.”
Il matrimonio precoce in Afghanistan è anche fortemente legato all’accesso all’educazione. Le giovani donne senza un’istruzione, infatti, hanno una possibilità di sposarsi prima dei 18 anni tre volte superiore alle loro coetanee con un’istruzione secondaria o superiore.
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