Calais: 60 bambini hanno dovuto passare la notte all’aperto mentre divampavano i roghi nella “Giungla”

Almeno 60 bambini hanno dovuto passare la notte all’aperto a Calais dopo che è stato loro negato l’accesso a un luogo sicuro in cui stare, costretti a ripararsi sotto i ponti, fuori dai depositi e nello stesso campo della Giungla, diventato ancora più insicuro per loro dopo la demolizione.

Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, che denuncia come la situazione di questi bambini e ragazzi sia ulteriormente peggiorata dopo lo sgombero del campo. Ieri notte, mentre i roghi divampavano nella Giungla, le registrazioni erano chiuse e le strutture di accoglienza piene, questi bambini non avevano alcun posto in cui andare. Il personale sul campo esprime preoccupazione perché molti di loro sono già scappati, dopo aver perso le speranze che questo processo potesse dare loro alcun frutto.

“La scorsa notte abbiamo negoziato per ore per trovare un posto per dormire a tre ragazzi eritrei, due di 13 e uno di 14 anni. Nonostante i loro appelli accorati e il fatto che il campo fosse devastato dagli incendi, il posto è stato loro negato, costringendoli a passare un’altra notte nella Giungla, un luogo diventato ancora più pericoloso per dei bambini,” dichiara Dorothy Sang, operatrice di Save the Children nel campo.

“È irritante vedere come quest’operazione sia stata dipinta come un successo, quando invece così tanti bambini sono stati lasciati a loro stessi o sono dovuti fuggire, e forse non sapremo mai dove sono andati”. “Siamo lieti che dei bambini vulnerabili possano finalmente raggiungere il Regno Unito grazie all’emendamento Dubs. Tuttavia, è deludente che questa decisione sia avvenuta contemporaneamente alla demolizione del campo di Calais, che ha generato caos e paura tra i suoi abitanti,” dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Ora che centinaia di bambini sono stati registrati e si trovano al sicuro nelle strutture d’accoglienza, deve essere garantito che la loro voce venga ascoltata e che ci sia una giusta valutazione per determinare se andranno nel Regno Unito oppure se rimarranno in Francia. È fondamentale che questo processo si svolga in modo equo e trasparente,” conclude Neri.

Save the Children, in collaborazione con alcune agenzie partner, ha allestito a Calais diversi punti informativi per i minori nel campo, situati lungo tutto il percorso verso i centri di registrazione. Le autorità non hanno ancora fornito informazioni chiare su cosa accadrà a questi bambini. L’Organizzazione, insieme ai suoi partner, continuerà a operare per garantire accesso a un alloggio sicuro ai bambini che restano.

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