Cyberbullismo: soddisfazione per l’approvazione del ddl in Senato come risposta concreta ad un problema che coinvolge soprattutto i minori

“Siamo soddisfatti dell’approvazione del nuovo testo del DDL sul cyberbullismo, che prevede uno specifico riferimento ai minori nell’ambito di applicazione della legge”. Questo il commento di Fosca Nomis, Responsabile relazioni istituzionali di Save the Children, in seguito all’approvazione da parte del Senato della legge per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. “Ci auguriamo ora che la Camera possa approvare rapidamente il testo in via definitiva, così da poter dare una risposta concreta ad un bisogno reale e urgente che coinvolge un numero sempre maggiore di minori nel nostro Paese”.  

Il testo approvato precedentemente alla Camera aveva esteso l’applicabilità anche agli adulti, mentre quello licenziato oggi dal Senato - pur specificando che gli interventi previsti saranno attuati senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche - definisce il cyberbullismo con riferimento specifico ai comportamenti che colpiscono i minori[1], come raccomandato da Save the Children.

“Il fenomeno del cyberbullismo è per sua stessa connotazione prevalentemente legato ai più giovani e va affrontato con misure formulate con specifico riguardo ai bisogni dei minori. Nelle scorse settimane avevamo raccomandato che questo aspetto venisse recepito nel testo al Senato ed è importante che il provvedimento approvato oggi da Palazzo Madama abbia accolto questo aspetto fondamentale”, continua Fosca Nomis.

 “Rileviamo anche che, nonostante il cyberbullismo e il bullismo siano fenomeni strettamente connessi e spesso il primo sia una manifestazione specifica del secondo, , non vi sia nella norma approvata oggi un chiaro riferimento al bullismo. Sarebbe pertanto auspicabile, in fase di attuazione della norma, un approccio che consenta una valutazione complessiva del fenomeno”, conclude Fosca Nomis.

Riguardo alle sanzioni, il testo prevede forme di giustizia riparativa[2], per sostenere i minori vittime di cyberbullismo e rieducare i responsabili, con azioni di carattere formativo, preventivo ed educativo, come più volte raccomandato da Save the Children. Un’ulteriore misura da ritenersi senz’altro positiva è l’introduzione dell’informativa alle famiglie e l’attivazione di azioni educative da parte del dirigente scolastico[3] nei casi in cui la condotta del minore non costituisca reato.

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[1] Art.1 comma 2.

[2] “Esercizio di attività riparatorie o di utilità sociale”, art. 4 comma 6.

[3] Art. 5 comma 1.