G7: milioni di bambini a rischio se il vertice non trova soluzioni di lungo termine sulle grandi sfide globali e umanitarie
I leader del G7 che si riuniscono oggi in Sicilia, devono impegnarsi fermamente ad affrontare questioni globali fondamentali, come l’insicurezza alimentare e la malnutrizione, la migrazione e la mancanza di istruzione, per evitare di condannare milioni di bambini alla fame e nella povertà estrema.
“Il Summit dei 7 Paesi più ricchi del mondo arriva in un momento di profonda incertezza globale e una mancata azione da parte dei leader potrebbe provocare conseguenze disastrose per milioni di bambini”, spiega Egizia Petroccione, Responsabile dell’advocacy internazionale di Save the Children Italia, presente al vertice di Taormina. “Il prezzo delle conseguenze di questa eventualità potrebbe essere troppo alto per i bambini. Gli impegni sul tema della nutrizione, ad esempio, possono rappresentare per molti di loro la differenza tra la vita e la morte. Per questo motivo i leader del G7 devono mantenere gli impegni presi per aiutare i paesi più poveri e inclusi quelli presi precedentemente in merito alla qualità e la quantità degli aiuti”.
Al Vertice G7 del 2015 in Germania i leader dei sette paesi più industrializzati avevano promesso di sollevare 500 milioni di persone dalla fame e dalla malnutrizione. Ad oggi, a livello mondiale, ci sono 159 milioni di bambini affetti da malnutrizione cronica. Ogni anno 3,1 milioni di bambini muoiono a causa della malnutrizione e il 2017 rischia di essere un anno particolarmente terribile, con la devastante siccità che sta affliggendo l’Africa Orientale. Se non si incrementa l’intervento umanitario, oltre a fornire chiari piani per rafforzare la resilienza, più di un milione di bambini in Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen rischiano di morire.
In un momento in cui aumentano le sfide da affrontare, alcune delle nazioni più ricche del mondo hanno invece proposto dei duri tagli. L’amministrazione statunitense ha fatto sapere che prevede di ridurre il suo bilancio in termini di aiuti di un terzo e anche l’Australia, un altro grande donatore a livello mondiale, prevede di raggiungere il livello più basso della sua storia nelle risorse dedicate all’aiuto. I contributi su questo fronte sono diminuiti in quasi un quarto dei Paesi dell'OCSE.
“Il Vertice di Taormina dovrebbe essere per i leader del G7 l’occasione per invertire questa tendenza e incrementare gli impegni anziché tornare indietro, prima che le grandi sfide globali si trasformino in catastrofi in cui milioni di bambini rischiano di perdere la vita. I leader devono assicurarsi che l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e le politiche di aiuto pubblico allo sviluppo siano parti fondamentali delle discussioni del Summit”, continua Egizia Petroccione. “Gli impegni dovrebbero guardare al futuro. Oggi sono necessari ulteriori finanziamenti per supportare i paesi colpiti dalle carestie, ma anche nuovi impegni per assicurare che queste crisi non si ripetano in futuro. I governi devono infatti investire in politiche di lungo periodo in materia di sicurezza alimentare e di nutrizione per aiutare milioni di bambini a sopravvivere e sviluppare il loro potenziale”
E proprio per sviluppare il potenziale dei bambini, anche l’istruzione deve essere una priorità fondamentale dei leader del G7, con 263 milioni di bambini e giovani in tutto il mondo che sono fuori dalla scuola, tra cui 3,7 milioni sono bambini rifugiati.
“Da troppo tempo, le politiche dei paesi del G7 si sono concentrate sul blocco dei flussi migratori e il controllo delle frontiere, a discapito delle condizioni di vita dei bambini più vulnerabili ed emarginati”, conclude Egizia Petroccione. “È necessaria una leadership coraggiosa che dia priorità alla protezione e la tutela dei bambini nella gestione dei flussi migratori. I leader del G7 devono rispondere a questa sfida morale e opportunità, cooperando con i paesi di origine, di transito e di destinazione dei migranti”.
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