Uganda: 300.000 bambini rifugiati del Sud Sudan tagliati fuori dall’educazione

Trecento mila bambini rifugiati del Sud Sudan in Uganda sono tagliati fuori dall’educazione e tra le persone che continuano a varcare il confine tra i due Paesi, in fuga dalle violenze e dall’insicurezza nei propri villaggi, moltissimi sono bambini che stanno affrontando il viaggio da soli. Questa la denuncia di Save the Children alla vigilia del Summit internazionale del 22 e 23 giugno a Kampala sulla situazione dei rifugiati in Uganda.

Entro la fine di giugno, il numero di rifugiati in fuga dal Sud Sudan verso l’Uganda potrebbe toccare quota 1 milione, sottolinea l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. Nel campo rifugiati di Bidi Bidi, considerato al momento il più grande al mondo, vivono circa 270.000 persone, la maggior parte delle quali vive in case fatte di tela e per sopravvivere dipende dagli aiuti del governo ugandese e delle organizzazioni umanitarie.

In occasione del Summit di Kampala, Save the Children richiama l’attenzione della comunità internazionale sull’importanza di mettere in campo impegni urgenti e concreti per continuare a finanziare la risposta ai bisogni dei rifugiati – attualmente finanziata solo al 17% -  tra cui l’educazione dei bambini e dei ragazzi.

“L’Uganda sta sperimentando sulla propria pelle gli effetti della più rapida crisi di rifugiati al mondo ed è oggi il Paese africano che ospita il maggior numero di rifugiati. Sebbene l’Uganda abbia una delle politiche sui rifugiati più illuminate nel pianeta, il Paese ha bisogno del supporto della comunità internazionale”, dichiara Helle Thorning-Schmidt, Direttore Generale di Save the Children International che parteciperà al Summit di Kampala.

“Nel 2015, il mondo ha promesso che a tutti i bambini sarebbe stato garantito il diritto di sopravvivere, apprendere ed essere protetti. Ma questa non è ancora la realtà per milioni di bambini rifugiati. In Uganda, circa il 60% dei rifugiati è costituto da bambini e in 300.000 non possono andare a scuola. L’educazione è in grado di offrire ai bambini la speranza per un futuro migliore: per questo, i leader mondiali, nel corso del Summit, devono impegnarsi per permettere loro di tornare a studiare e ad apprendere”, ha dichiarato ancora Helle Thorning-Schmidt.

In Uganda, Save the Children fornisce attualmente servizi di educazione in emergenza ai bambini rifugiati e offre loro spazi sicuri e protetti dove giocare, imparare e recuperare dai traumi vissuti.

Per permettere a tutti i bambini rifugiati sudsudanesi in Uganda di tornare a scuola, Save the Children ha condiviso un piano d’azione con il presidente ugandese per chiedere ai donatori di stanziare 464 milioni di dollari in tre anni e mezzo per la costruzione di più di 300 nuove scuole primarie e dell’infanzia, 110 nuove scuole secondarie, la fornitura di materiali in tutte le scuole, il reclutamento di oltre 5.300 insegnanti della scuola primaria e secondaria, e la formazione, il reclutamento e l’accreditamento di 750 insegnanti sudsudanesi della scuola primaria.

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