Alluvioni in Asia meridionale: a rischio l’educazione di 1.8 milioni di bambini

Le alluvioni in Bangladesh, India e Nepal stanno mettendo a rischio l’educazione e il benessere di 1.8 milioni di bambini. Se non sarà data priorità all’educazione nella risposta all’emergenza umanitaria, centinaia di migliaia di bambini potrebbero fuoriuscire in modo permanente dal sistema scolastico. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

Sono almeno 18.000 le scuole danneggiate o distrutte nei tre paesi colpiti dal fenomeno (12.000 in India, 4.000 in Bangladesh e 2.000 in Nepal), alle quali si aggiungono le ulteriori migliaia di strutture scolastiche utilizzate come centri di evacuazione. In alcune aree le lezioni sono state sospese; altre scuole, nonostante la carenza di personale docente e di materiali per l’apprendimento, sono rimaste aperte, ma con gli studenti ancora intenti ad affrontare l’alluvione insieme alle proprie famiglie l’affluenza è bassa. In particolare sono oltre un milione i bambini che attualmente non possono frequentare la scuola a causa delle inondazioni in India, circa 300.000 in Bangladesh e 500.000 in Nepal.

“Da anni non vediamo alluvioni di questa portata. Stanno mettendo a rischio l’educazione di un enorme numero di bambini. In base alla nostra esperienza, l’importanza dell’educazione è spesso sottovalutata nelle crisi umanitarie: non possiamo consentire che questo si ripeta,” ha commentato Rafay Hussain, Direttore generale di Save the Children nello stato indiano di Bihar. “Sappiamo che più a lungo i bambini restano fuori dalla scuola in seguito a un disastro come questo, più basse sono le possibilità che vi facciano ritorno. Ecco perché è così importante che sia dato adeguato supporto finanziario all’educazione nella fase di risposta alla crisi, facendo in modo che alunni e studenti tornino in classe non appena vi sono le condizioni di sicurezza necessarie, per salvaguardare il loro futuro”.

In Bangladesh, intanto, il governo ha sospeso gli esami universitari e sta pianificando la riprogrammazione di quelli nelle scuole primarie. Mark Pierce, Direttore di Save the Children in Bangladesh, sostiene che l’educazione dovrebbe essere considerata come un bene primario: “Mentre gli aiuti come ripari, cibo e acqua potabile vengono distribuiti alle comunità colpite, dobbiamo pensare all’educazione sotto alla stessa luce e a come riportare i bambini a scuola nel modo più veloce e sicuro possibile. La scuola è il miglior posto dove un bambino possa stare, poiché rappresenta un meccanismo di protezione da lavoro minorile, matrimoni precoci, tratta di minori. Fenomeni che possono verificarsi in momenti di emergenza come le alluvioni, in cui comunità già in condizioni di povertà sono spinte sull’orlo del baratro. La scuola aiuta i bambini anche sotto il profilo emotivo, offrendo loro un senso di normalità, di routine e uno spazio dove stare coi coetanei”.

Save the Children sta sostenendo il sistema educativo nei tre paesi colpiti dalle inondazioni con l’allestimento di spazi temporanei per l’apprendimento per consentire la ripresa immediata delle lezioni, attraverso la distribuzione di materiale per l’apprendimento e offrendo supporto psico-sociale agli studenti. L’Organizzazione sta anche aiutando le comunità colpite anche con teloni, kit igienici e kit per cucinare e offrendo sostegno economico per l’acquisto di beni di prima necessità quali cibo e acqua potabile.

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