Ragazze e nutrizione: misure integrate per salvare dalle morti precoci
Nel 2030 ci saranno 129 milioni di bambini con problemi di crescita dovuti alla malnutrizione, il più delle volte causati dalla denutrizione delle loro madri adolescenti. Il ciclo intergenerazionale di malnutrizione dipende da una serie di cause che, per essere risolte, devono essere affrontate in maniera integrata: povertà, norme socio-culturali, educazione, carenza di acqua potabile, accesso ai sistemi di salute pubblica e alle risorse, che rendano le giovani economicamente indipendenti e consapevoli, tutelandole così anche dalla prospettiva di matrimoni precoci.
Nel mondo, ogni anno, sono circa 12 milioni le ragazze che si sposano prematuramente e 16 milioni le adolescenti che diventano madri. Le giovani donne giocano un ruolo essenziale per lo sviluppo economico e umano delle loro famiglie e delle loro comunità, nonostante siano fortemente soggette a fenomeni di esclusione e discriminazione, matrimoni o gravidanze precoci, violenze e abusi di ogni genere oltre ad avere minor accesso ai servizi essenziali.
“Le ragazze adolescenti, soprattutto se malnutrite, hanno più probabilità di non sopravvivere al parto e di dare alla luce bambini con deficit nutrizionali, che sono perciò più vulnerabili ed esposti a morte precoce”, sottolinea Daniela Fatarella, vice Direttrice Generale. “Per interrompere questo circolo vizioso ed evitare la trasmissione della malnutrizione da una generazione all’altra è importante investire sulle ragazze, migliorare il loro stato nutrizionale e soprattutto, aiutarle nel processo di empowerment, fornendo loro quelle competenze necessarie per fortificarsi, migliorare l’autostima e riscattarsi socialmente ed economicamente. Assicurare un’adeguata nutrizione per le ragazze adolescenti“, aggiunge Fatarella, “richiede approcci integrati e multisettoriali, ma ancora poche sono le buone pratiche in questo ambito e un maggiore impegno da parte della comunità internazionale e dei governi per rendere prioritari gli interventi a favore di questo target di popolazione sono fondamentali”.
Sostenere le adolescenti è quindi indispensabile per influire positivamente sull’alimentazione delle generazioni future per ridurre del 40% i casi di arresto della crescita entro il 2025 ed eliminare ogni forma di malnutrizione entro il 2030, come previsto dall'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Affrontare il problema della malnutrizione delle ragazze adolescenti, indagare le ragioni e trovare soluzioni multi settoriali per prevenire una condizione che ha degli impatti di lungo periodo e causa disabilità e morti precoci delle giovani donne e dei loro figli, è l’obiettivo che si pone la conferenza internazionale “Leaving no one behind – making the case for adolescent girls”, ("Non lasciare nessuno indietro: un focus sulle adolescenti") organizzata a Roma insieme al Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), con il supporto del Governo del Canada, che si svolge oggi e domani presso la sede dell’IFAD.
La conferenza vuole essere una piattaforma per molteplici attori volta a focalizzare l’attenzione proprio sugli adolescenti per identificare azioni concrete e necessarie per raggiungere i target dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 e contribuire così alla Decade di Azione sulla Nutrizione delle Nazioni Unite (2016-2025) per eliminare la fame e prevenire ogni forma di malnutrizione. Un programma che richiede azioni forti e ad alto livello, un forte coordinamento, un rafforzamento della collaborazione multi settoriale e la creazione di sinergie per realizzare un sistema alimentare sostenibile e migliorare la sicurezza alimentare e nutritiva per tutti.
"Le adolescenti rappresentano il futuro per i loro paesi, ma sono soprattutto un elemento fondamentale per l'empowerment delle donne. Quando si privano le ragazze del loro diritto all’educazione viene compromesso anche il loro diritto a un lavoro dignitoso e qualificato, base indispensabile per garantire una buona alimentazione ai bambini", dichiara Margarita Astralaga, Direttore della Divisione ambiente, clima, genere e inclusione sociale dell'IFAD. "È per questo che l'IFAD si sta impegnando per definire meglio la popolazione di riferimento nella consapevolezza che gli adolescenti non sono un gruppo omogeneo, ma includono ragazze e ragazzi che devono confrontarsi con diverse sfide e opportunità".
Per approfondire leggi il comunicato stampa.