Coronavirus: Save the Children, una lettera al Ministro Gualtieri per chiedere la sospensione del debito dei paesi più poveri per combattere il Covid-19

I 75 paesi più poveri del mondo dovrebbero pagare circa 60 miliardi di dollari di debito ai creditori esteri nel 2020, più di quanto riceverebbero in aiuti dai donatori per combattere il Covid-19. Questo fardello rischia di privare questi paesi delle risorse finanziarie necessarie per investire nella diagnosi, nella strumentazione e nel personale medico e di protezione necessario a combattere la pandemia, e spingerà milioni di bambini in povertà, sottolinea Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.


L’allarme dell’Organizzazione è contenuto in una lettera inviata al Ministro delle Finanze Gualtieri e agli altri Ministri delle Finanze dei Paesi G20 in vista degli Spring Meetings del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, nella quale si chiede la sospensione degli oltre 60 miliardi di debito dovuto nel 2020 dai paesi più poveri al fine di sostenere le misure di contrasto alla pandemia di coronavirus in atto.  


“Fornire aiuti attraverso la Banca Mondiale e gli altri donatori e allo stesso tempo riscuotere il debito commerciale, che assorbirebbe buona parte dei trasferimenti di risorse, è l’equivalente finanziario di versare acqua in un secchio pieno di buchi,” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, che nella lettera aperta al Ministro Gualtieri sottolinea come “senza una sospensione dei pagamenti del debito, i governi dell’Africa Sub-Sahariana spenderebbero di più sul debito che non sulla salute.”


La lettera afferma anche che “I governi di questi paesi si trovano infatti di fronte ad una scelta insidiosa: rimborsare i creditori o investire nei servizi sanitari di prima linea, nelle reti di sicurezza sociale e nelle misure di ripresa economica necessarie per mitigare la pandemia, combattere la povertà e ripristinare la crescita inclusiva. Non possono fare entrambe le cose e se il debito avrà la precedenza sulle persone, i bambini verranno colpiti per primi e più duramente.”


Save the Children ha accolto con favore la proposta di sospendere i pagamenti sui crediti ufficiali bilaterali dovuti ai governi, ma chiede urgentemente con forza al G20 di andare oltre. I crediti commerciali ammontano infatti a quasi la metà dei rimborsi dovuti dai paesi più poveri e Save the Children chiede a banche, operatori commerciali e fondi sovrani di fare altrettanto.

 
“Non è solo una questione di gestione finanziaria,” ha aggiunto Daniela Fatarella, “in realtà questo riguarda la vita delle persone vulnerabili e il futuro dei bambini. Non agire con decisione ora può trasformare gli anni ’20 dei 2000 da un “decennio di sviluppo” per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in un “decennio perduto”, caratterizzato dal rovesciamento dei risultati ottenuti in termini di salute, alimentazione, istruzione, riduzione della povertà negli ultimi trent’anni.”


Con la recessione economica in atto, i paesi in via di sviluppo stanno combattendo contro un mix letale di Covid-19 e povertà in aumento. Considerando le proiezioni di crescita della Banca Mondiale, Save the Children stima che un numero di bambini tra i 22 e i 33 milioni possa cadere in povertà nella sola Africa il prossimo anno.  


Save the Children chiede che agli Spring Meetings si raggiunga un accordo quadro per la sospensione immediata del debito per i paesi che necessitano di aiuto, che comprenda: la sospensione dei pagamenti del debito bilaterale ufficiale in capo al Club di Parigi, alle agenzie di creditori statali cinesi e alle istituzioni di credito arabe; una analoga sospensione dei pagamenti ai creditori commerciali, incoraggiando la partecipazione e subordinando l'accesso a speciali programmi di finanziamento Covid-19 a quei creditori commerciali che partecipano alla sospensione del debito; un aumento del supporto finanziario per la riduzione del debito multilaterale attraverso il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. 


“La riduzione del debito non è solo la cosa giusta da fare per la popolazione vulnerabile nei paesi più poveri, è la cosa più intelligente che si possa fare per tutti i paesi. Il Coronavirus infatti non rispetta i confini, e per essere eliminato efficacemente va affrontato ovunque, anche supportando quei governi e quelle comunità nei paesi più poveri nei quali un carico tale richiederebbe anni per essere superato.” conclude Daniela Fatarella.


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