Coronavirus: l'Organizzazione esprime grande preoccupazione per il primo caso confermato nel campo profughi dei Rohingya a Cox’s Bazar
La notizia confermata dai media del primo caso di coronavirus nel campo profughi di Cox’s Bazar desta molta preoccupazione per l'impatto catastrofico del COVID-19 sul Bangladesh, nel momento in cui il numero di contagiati nel Paese si avvicina a 20.000. Ora che il virus è entrato nel più grande insediamento di rifugiati del mondo, quello dei Rohingya a Cox’s Bazar, si teme per la vita di migliaia di persone. La pandemia potrebbe riportare indietro il Bangladesh di decenni. A lanciare l’allarme è Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro.
“Nonostante i migliori sforzi delle agenzie internazionali e del governo del Bangladesh, la capacità di assistenza sanitaria nei campi profughi è limitata e in tutto il Paese è sopraffatta a causa del COVID 19. Ci sono solo circa 2.000 ventilatori in tutto il Bangladesh su una popolazione di 160 milioni di persone. Nel campo profughi dei Rohingya, che ospita quasi un milione di rifugiati, al momento non ci sono letti di terapia intensiva” ha dichiarato Athena Rayburn, Advocacy Manager di Save the Children a Cox's Bazar.
“Save the Children chiede con urgenza che la comunità internazionale sia solidale con il Bangladesh e fornisca fondi e risorse mediche indispensabili per proteggere la popolazione Rohingya e la comunità ospitante. L'inazione potrebbe portare a una perdita di vite disastrosa e prevenibile. Un campo profughi non è un luogo in cui un bambino possa crescere. Il COVID-19 ha rivelato quanto siano vulnerabili i rifugiati Rohingya. La comunità internazionale deve quindi trovare urgentemente una soluzione a lungo termine alla loro situazione. I bambini rifugiati Rohingya non possono trascorrere la propria vita senza accesso all'istruzione formale, all'assistenza sanitaria e con gravi restrizioni alla loro libertà di movimento " ha concluso Athena Rayburn, Advocacy Manager di Save the Children a Cox's Bazar.
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