Svezzamento del neonato: 6 domande e risposte per i genitori
È importante dare risposte chiare ai genitori per rendere questo passaggio il più piacevole e personalizzato possibile nel rispetto dei gusti e delle preferenze alimentari di ciascun bambino e di ciascuna bambina.
Proprio per questo, abbiamo chiesto a chi sta al fianco di genitori e bimbi nei nostri progetti alcuni consigli. Daniela Palmisano e le operatrici del progetto Fiocchi in Ospedale, attivo presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, hanno risposto alle domande più frequenti sullo svezzamento del neonato, anche chiamato "alimentazione complementare".
6 domande e risposte sullo svezzamento
Ed ecco qui 6 domande, con le seguenti risposte, per sciogliere i dubbi di mamme e papà in un momento così delicato come quello dello svezzamento (alimentazione complementare) del neonato:
1. Che cosa è lo svezzamento?
Iniziamo con la definizione. Per svezzamento tradizionale o classico si intende quella transizione all’alimentazione adulta che avviene attraverso l’utilizzo di uno schema prestabilito e standardizzato in cui sono indicate dosi e tipi di alimenti da introdurre al pasto di settimana in settimana (brodi e minestrine, baby food e passati di verdure).
Si tratta di una fase di passaggio, una transizione dall’allattamento naturale o artificiale o misto auna forma di alimentazione complementare allo sviluppo del neonato dai sei mesi in poi.
2. quando iniziare lo svezzamento?
Già dal sesto mese i neonati sviluppano la capacità intestinale di digerire alimenti diversi dal latte, materno o artificiale, ma ci sono anche altri elementi sentinella che fanno ben comprendere quando sia possibile iniziare lo svezzamento o l'alimentazione complementare.
Uno di questi, ad esempio, sta nel saper stare seduti da soli e reggere ben dritta la testa.
Oppure, essere curiosi ed appetenti al cibo presente in tavola o aver perso la solita gestualità infantile del tirare fuori la lingua, cioè quel movimento della lingua che i neonati fanno quando vengono svezzati precocemente.
3. Come iniziare lo svezzamento?
Le Linee Guida generali sullo svezzamento suggeriscono l’utilizzo di cibi semplici e naturali per esercitare il gusto del bambino e stimolare la sua curiosità, variando con frequenza gli ingredienti e i menù ed evitando alimenti confezionati.
È necessario quindi ripensare alla nostra dieta: un’ottima opportunità per l’intera famiglia per pensare ad una dieta sana ed equilibrata! Se non si sa da dove partire, sarebbe bene affidarsi a dei professionisti specializzati.
In generale, per un buon svezzamento, sarebbe meglio escludere fino ai due anni alimenti come il miele, uova, carne e pesce crudi e latte vaccino.
Consigli pratici: no ai formaggi filanti, attenzione al sale, allo zucchero, alla frutta secca, frutti di mare e tonno in scatola. Importante invece proporre dell’acqua.
4. Cosa fare in caso di allergie e intolleranze?
Lo schema dello svezzamento tradizionale prevede l’introduzione dei diversi nutrienti sia vegetali che proteici secondo uno schema prefissato. Secondo le Linee guida generali il criterio della gradualità degli alimenti non è tanto importante per prevenire allergie quanto per prevenire difficoltà digestive dovute all’immaturità intestinale del lattante.
La storia familiare e la presenza di casi di intolleranze o allergie alimentari orienterà il pediatra nella valutazione del miglior approccio alimentare del caso. Esistono test molto attendibili per individuare possibili allergie e sarà cura del pediatra di libera scelta orientare i genitori verso ambulatori dedicati alla diagnosi e cura delle allergie alimentari.
5. Schema sì o schema no? Come prepararsi?
Esistono varie scuole di pensiero riguardo le modalità di avvio dello svezzamento.
Molti pediatri, partendo dalla constatazione che il lattante possiede la capacità di autoregolarsi per la quantità di latte di cui ha bisogno, pensano che il neonato abbia anche un’istintiva capacità di arricchire la sua dieta a seconda delle proprie necessità e in linea con l’alimentazione di tutta la famiglia.
Entro l’anno di vita il bambino dovrebbe aver provato una grande varietà di cibi e di sapori, abituandosi a consumare, oltre al latte, altri due pasti principali: pranzo, cena e due spuntini.
Questa nuova sperimentazione gli consente di sviluppare i suoi gusti e le sue preferenze alimentari.
Il modello di svezzamento tradizionale, ovvero la sostituzione della poppata di latte con un pasto solido rassicura ancora tante famiglie. Il consiglio è, sicuramente, di affidarsi al proprio pediatra, porgli tante domande e confrontarsi sulle scelte alimentari da preferire per uno svezzamento in totale tranquillità.
6. Quale tipo di svezzamento è più adatto al mio bambino/a?
Non esiste un solo modo “giusto” per lo svezzamento. Ogni bimbo, ogni bimba e ogni genitore scopre dal sesto mese in poi qual è la via migliore per ottenere uno svezzamento sereno.
La cosa più importante di tutte è che ciò che si propone in primis piaccia anche a me genitore, faccia parte della mia tavola da sempre, sia un piatto che mi appartiene culturalmente. Alla base di un svezzamento di successo devono esserci serenità e convivialità.
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