Cisgiordania: "trattati come animali" i minori palestinesi detenuti nelle carceri gestite da Israele, picchiati, umiliati, lasciati senza cibo e acqua

I minori palestinesi nel sistema di detenzione militare israeliano subiscono trattamenti disumani come percosse, perquisizioni corporali, abusi psicologici, settimane in isolamento, e viene loro negato l'accesso a un avvocato durante gli interrogatori. Questa la denuncia di Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro -, che ha diffuso oggi il nuovo rapporto “Senza Difesa” che raccoglie le testimonianze di più di 470 minori detenuti negli ultimi dieci anni provenienti da tutta la Cisgiordania.

Come evidenzia il rapporto, la maggior parte dei bambini e dei ragazzi sono stati portati via dalle loro case di notte, bendati, con le mani dolorosamente legate dietro la schiena. A molti dei minori, intervistati per questo rapporto, non è stato detto il motivo per cui venivano arrestati o dove stavano andando.

“Hanno distrutto la porta d'ingresso, sono entrati nella mia stanza, mi hanno coperto il viso con un sacchetto e mi hanno portato via. Hanno detto a mio padre che sarei tornato il giorno dopo. Sono tornato dopo 12 mesi”, ha detto Abdullah *, che da minorenne è stato arrestato sei volte.

Ogni anno centinaia di minori palestinesi vengono detenuti dalle autorità israeliane. Al momento sono 160.

Questi minori sono gli unici minori al mondo che vengono sistematicamente perseguiti attraverso un sistema giudiziario militare invece che civile[1]. L'accusa più comune è il lancio di pietre, per il quale la pena massima è 20 anni di carcere.

Dopo il loro arresto, i minori vengono trasferiti in centri dove sono essere interrogati, e riferiscono di essere stati costretti a giacere a faccia in giù sul pavimento di metallo di veicoli militari, di non aver potuto usare il bagno, di essere stati privati ​​di cibo e acqua e aggrediti fisicamente.

“Mi hanno arrestato mentre andavo a scuola a un posto di blocco militare. Hanno perquisito la mia borsa e mi hanno parlato in ebraico, una lingua che non capisco. Mi hanno ammanettato, buttato a terra e calpestato sulla schiena”, ha detto Fatima *, che è stata arrestata quando aveva 14 anni.
I ragazzi hanno descritto l'esperienza della detenzione come "crudele", "disumanizzante", "umiliante" e "terrificante". Amina *, detenuta a 15 anni, ha detto: “Non ti senti un essere umano in quel posto. Siamo stati trattati come animali".

La ricerca di Save the Children mostra come l'81% abbia subito percosse fisiche e l'89% abusi verbali; il 52% ha ricevuto minacce sulle proprie famiglie; l'86% è stato sottoposto a perquisizioni corporali, con umiliazione e vergogna; l'88% non ha ricevuto cure adeguate e tempestive, anche quando esplicitamente richieste; a quasi la metà (47%) è stato negato il contatto con un avvocato.


Issa *, che è stato arrestato quando aveva 15 anni, ha detto: “Mentre venivo interrogato, continuavano a gridarmi contro e hanno messo una pistola sul tavolo  per spaventarmi. Hanno detto brutte parole, parolacce. Non voglio pensare a quelle parole…La prigione era un posto orribile. Suonavano le sveglie a mezzanotte, alle 3 e alle 6, per non farci dormire a lungo, e se non ti svegliavi venivi picchiato. Sono stato picchiato più volte con bastoni di legno. Ho ancora mal di schiena a causa di un pestaggio particolarmente duro".
 
Fino alla metà dei minori partecipanti alla ricerca ha riferito di essere stato tenuto in isolamento, a volte per diverse settimane. Più della metà dei minori ha affermato di non essere stato autorizzato a vedere le proprie famiglie e in alcuni casi è stato fatto credere loro che le famiglie li avessero abbandonati, facendoli sentire spaventati, soli e rifiutati.
 
La ricerca di Save the Children rivela anche il profondo impatto della detenzione sulle vite dei ragazzi sin dal loro rilascio, con la stragrande maggioranza che afferma che queste esperienze li hanno cambiati per sempre. Questi minori spesso lottano con insonnia, incubi, disturbi alimentari, cambiamenti comportamentali, rabbia o sentimenti di depressione. Ciò porta a sintomi fisici come stordimento, dolori muscolari cronici, mal di testa e tremori incontrollabili.
 
"Minori di appena dodici anni ci hanno parlato di trattamenti veramente disumani subiti nel sistema di detenzione militare israeliano. Non c'è alcuna giustificazione per usare i cani contro i bambini, picchiarli o incatenarli a sedie di metallo. Di qualunque cosa siano accusati, indipendentemente dalla colpa o dall'innocenza, sono bambini e devono essere trattati prima di tutto come tali, con tutte le protezioni speciali che questo comporta. Nessun minore dovrebbe subire una tale crudeltà per mano di coloro che dovrebbero prendersi cura di lui. I minori non dovrebbero più essere perseguiti nei tribunali militari e non c'è mai stata maggiore urgenza di rilasciare i minori, nel momento in cui questi maltrattamenti sistematici sono aggravati dalla minaccia del COVID-19 nei centri di detenzione. Solo con questi cambiamenti possiamo evitare che vengano inflitti danni irrevocabili a generazioni di minori palestinesi" ha dichiarato Jeremy Stoner, Direttore di Save the Children per il Medio Oriente.

Save the Children chiede che il governo di Israele rispetti il diritto internazionale e ponga fine alla detenzione e ai maltrattamenti dei minori ai sensi del diritto militare. Le autorità israeliane devono adottare immediatamente garanzie concrete per migliorare la situazione dei minori attualmente detenuti, incluse la fine del maltrattamento sistemico, la creazione di sistemi di protezione e salvaguardia per i detenuti e la fornitura di servizi adeguati per sostenere ragazze e ragazzi nel riprendersi dalle loro esperienze.
L’Organizzazione chiede all'Autorità Palestinese (AP) di aumentare il supporto riabilitativo, compreso quello psicologico, per i minori che sono stati detenuti.
L'AP dovrebbe anche offrire servizi di supporto volti a ridurre lo stigma associato ai minori detenuti e sostenere il loro reinserimento nelle comunità e nel sistema dell’istruzione.

In linea con la richiesta di numerosi esperti delle Nazioni Unite, Save the Children chiede il rilascio immediato di tutti i minori palestinesi detenuti, in questo momento esposti anche al rischio di contrarre il Coronavirus, affinché possano tornare in sicurezza nelle proprie famiglie e comunità.

L’Organizzazione pertanto diffonde oggi una petizione per invitare il Ministro Di Maio e l’Ambasciatore presso le Nazioni Unite a Ginevra, Gian Lorenzo Cornado, a farsi promotori di un’iniziativa in seno al Consiglio Diritti Umani per la liberazione dei minori nelle carceri militari israeliane, anche per limitare la diffusione della pandemia.
Per firmare la petizione: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/campagne/stop-alla-guerra-…


La versione integrale del rapporto “Senza Difesa” è disponibile alla pagina:https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/senza-difesa

Per ulteriori informazioni:

Tel. 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

* Nome cambiato per proteggere l'identità

[1] Defense for Children International (DCI-P), detenzione militare, https://www.dci-palestine.org/issues_military_detention