Darfur: negli ultimi giorni l’escalation di violenze ha causato la morte di tre operatori umanitari e 90.000 sfollati in cerca di un rifugio sicuro

L'escalation di violenze nel Darfur occidentale ha provocato, negli ultimi giorni, 200 morti e 300 feriti e 90.000 sfollati. Si stima che circa il 90% delle case nei campi di sfollati sia stato bruciato, distruggendo i pochi averi di proprietà delle famiglie che ci vivevano. È l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro che si dice sconvolta a causa dell’intensificarsi delle violenze nell’area.

“Stiamo assistendo ad un nuovo disastro umanitario. Almeno 18.000 famiglie e decine di migliaia di bambini sono state sfollate e ora vivono in edifici abbandonati o in i campi assolutamente inadeguati” ha affermato Arshad Malik, Direttore in Sudan per Save the Children.

“I nostri operatori sul campo hanno raccontato che a Geneina, la capitale del Darfur occidentale, almeno 13 scuole vengono utilizzate come rifugi per le famiglie. Si tratta di edifici non adatti a questo tipo di utilizzo e siamo molto preoccupati per la situazione idrica e igienico-sanitaria delle famiglie che sono costrette a rifugiarvisi. Inoltre, siamo profondamente rattristati dalla notizia della morte di tre operatori umanitari, uno dei quali è stato ucciso con tutta la sua famiglia. Gli operatori umanitari rischiano la propria vita per migliorare quella della propria comunità e quando queste vite vengono portate via è una tragedia senza senso” ha proseguito Arshad Malik.

“Save the Children condanna fermamente l'uccisione dei tre operatori umanitari e chiede che i responsabili siano assicurati alla giustizia il prima possibile. Chiediamo, inoltre, a tutte le parti in conflitto, di cessare le ostilità e consentire ai bambini e alle loro famiglie di tornare alla normalità e di non dover più temere per la propria vita” ha concluso Arshad Malik.

Nei prossimi giorni, Save the Children ha in programma di intensificare la sua risposta umanitaria nell’area del Darfur occidentale, inviando un team di emergenza sanitaria per allestire cliniche mobili in zone dove vivono molte famiglie sfollate. Il team distribuirà anche kit per l'igiene e creerà servizi idrici e igienico-sanitari, al fine di prevenire la diffusione di malattie, oltre a gestire servizi mobili per la protezione dei bambini e un programma di tracciamento e ricongiungimento familiare.

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