103° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: i minori non accompagnati scrivono al Papa i loro timori e speranze per il futuro

“Abbiamo la speranza che le cose possono ancora cambiare”. Con queste parole si chiude la lettera indirizzata a Papa Francesco in occasione della 103° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra oggi, da alcuni minori stranieri non accompagnati tra quelli che si trovano presso strutture di prima accoglienza a Lampedusa e a Siracusa, o frequentano i Centri diurni CivicoZero di Save the Children a Roma, Milano e Torino.

I messaggi di questi ragazzi sono pieni di timore, ma anche di speranza per il futuro, in cerca di integrazione e di pace. Sono ragazzi che provengono da paesi diversi, con storie differenti, ma che dopo aver conosciuto, nei giorni scorsi, le parole che il Papa ha rivolto loro nel suo messaggio per la Giornata, hanno voluto fargli arrivare la loro voce attraverso gli operatori di Save the Children.

“Speriamo che la forte voce del Papa a favore dei minori migranti possa far aprire finalmente gli occhi sulla tragica condizione vissuta da tanti bambini e adolescenti anche qui in Italia ed in Europa. Bambini che, come dice il Papa nel suo messaggio, sono “tre volte indifesi”, perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando forzati a vivere lontani dalla loro terra di origine e separati dagli affetti familiari,” ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia. “Sono questi i bambini e gli adolescenti che incontriamo ogni giorno, con i nostri operatori, nei luoghi di sbarco come nelle grandi città, maggiormente esposti a rischi di sfruttamento e di abuso”.

Nel solo 2016 più di 25.800 ragazzi e ragazze, anche giovanissimi con meno di 10 anni, sono arrivati da soli via mare in Italia, più del doppio rispetto al 2015, quando erano 12.360, e tantissimi hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nelle mani dei trafficanti per cercare la felicità e l’unico futuro possibile in Europa.

Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e promuovere i loro diritti, è impegnata in prima linea al loro fianco e per questo ha voluto far giungere al Papa questo messaggio, più che mai urgente, affinché le voci di questi ragazzi vengano ascoltate e trovino risposta piena in Italia e in Europa. L’iniziativa del Pontefice di dedicare ai minori stranieri soli la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è un gesto di ulteriore attenzione e di fondamentale importanza per sottolineare il dovere di tutelare questi ragazzi e dare loro un’accoglienza che sia prima di tutto dignitosa.

“E’ con rinnovata forza che chiediamo al Parlamento di approvare senza ulteriori ritardi la legge per dotare l’Italia di un sistema organico di protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e chiediamo ai paesi membri dell’Unione Europea di rendere finalmente operativo il sistema di ricollocamento, per dare una alternativa di viaggio legale e protetto a quei minori soli che, una volta giunti nel nostro Paese, proseguono il loro cammino mettendosi nelle mani di nuovi trafficanti”, spiega ancora Claudio Tesauro.

La cosa più urgente e concreta che l’Italia può fare per loro – spiega ancora Save the Children, che ormai da tre anni porta avanti questa battaglia - è l’approvazione definitiva in Parlamento della legge che interviene sugli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti che arrivano in Italia senza genitori o adulti di riferimento: dalla procedura per accertare la minore età agli standard dell’accoglienza; dalla promozione dell’affido familiare alla figura del tutore, dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, tutti tasselli fondamentali di una buona integrazione.

Ma non tutti i minori stranieri che arrivano in Italia vedono nel nostro Paese la loro destinazione finale. Tra tutti coloro che sono sbarcati sulle nostre coste nel 2016, infatti, più di 6.000 di loro provengono da Eritrea (3.832, il gruppo più numeroso in assoluto tra tutti i paesi di origine), Somalia (1.584), Etiopia (401), Siria (220) e Palestina (110): salvo pochissime eccezioni questi ragazzi sono fortemente determinati a raggiungere il più in fretta possibile altri paesi europei dove si sono già integrati familiari o amici. Per farlo si rimettono nelle mani dei trafficanti per attraversare le frontiere, correndo gravi rischi di violenza e sfruttamento. In particolare, gli oltre 4.000 ragazzi e ragazze provenienti da Eritrea e Siria, avrebbero potuto e potrebbero raggiungere legalmente altri Paesi europei attraverso la misura del ricollocamento, che oggi non viene loro garantita. E’ invece indispensabile assicurare loro una strada legale e protetta per il trasferimento verso altri paesi dell’Unione Europea.  

Oggi Save the Children lancia #NonFarloSparire, una forte campagna di comunicazione social dedicata ai minori stranieri non accompagnati che, in assenza di alternative, si rendono “invisibili” per continuare il loro viaggio verso altri paesi europei o spariscono nel nulla, esposti al rischio di cadere nelle reti di trafficanti o sfruttatori senza scrupoli. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e coinvolgere il più ampio numero di persone possibile in particolare nella richiesta al Parlamento di approvazione immediata della legge per l’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati. Nel corso della giornata, verranno pubblicate sui profili Facebook e Instagram di Save the Children le foto di alcuni minori migranti, ognuna delle quali scomparirà entro due ore, chiedendo agli utenti di fare uno screenshot dell'immagine e di pubblicarlo sul proprio profilo con l'hashtag #NonFarloSparire. In aggiunta, alle ore 13 di domenica, su tutti i profili social dell’Organizzazione, il logo di Save the Children scomparirà in segno di protesta per la scomparsa di questi minori nell'immobilismo delle istituzioni italiane che tardano nell'approvazione della legge.

Sulla pagina www.savethechildren.it/non-farlo-sparire verranno pubblicati una serie di articoli che descrivono i benefici che la legge porterebbe in termini di protezione, accoglienza, supporto e integrazione ai minori stranieri non accompagnati in Italia.

Un video-estratto della lettera letta dai minori non accompagnati è disponibile ai link:  

Versione con sottotitoli per i siti online: https://we.tl/q4dEE0EMIK

Versione senza sottotitoli: https://we.tl/Us5FM7lhIM

Il testo integrale della lettera è consultabile qui in calce.

Per ulteriori informazioni:

Tel 345-5508132
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

ILTESTO DELLA LETTERA INVIATA A PAPA FRANCESCO

“Caro Papa Francesco,

Un saluto nel nome della Pace.

Prima di tutto ringraziamo Dio perché abbiamo raggiunto l’Italia in Pace”.

“Siamo ragazzi stranieri e migranti arrivati in Italia da diverse parti del Mondo”.

“Abbiamo letto il tuo messaggio e per questo motivo abbiamo deciso di scriverti.  Abbiamo scelto te pensando che anche tu sei un immigrato e che anche tu hai imparato l’italiano, cosa che noi purtroppo non siamo ancora riusciti a fare”.

“Prima di tutto vorremmo ringraziarti per gli sforzi che fai per gli immigrati in Italia. Speriamo che otterremo le opportunità di aiuto che hai detto e di migliorare la nostra vita”.

“Abbiamo affrontato tanti pericoli per arrivare in Italia, i militari ci hanno sparato addosso, alcuni di noi sono stati arrestati prima di prendere il barcone. In barca siamo stati messi nel magazzino della benzina, in fondo alla barca, o sul ponte, siamo stati male, abbiamo vomitato, ci è girata la testa. Abbiamo aspettato che una barca più grande ci salvasse. Ci hanno portato in salvo a terra. Ma anche in Italia corriamo tanti pericoli. Tante persone si approfittano di noi, ci fanno lavorare 12 ore al giorno per pochi soldi, o, vicino ai 18 anni, ci vendono contratti di lavoro falsi perché sanno che abbiamo bisogno dei documenti. “

“Alcuni di noi che scelgono di non fermarsi in Italia, ma di proseguire il viaggio in Europa, incontrano altre difficoltà nel continuare il viaggio, e si mettono nelle mani dei trafficanti, rischiando spesso la vita.”

 “Tutti noi siamo partiti per migliorare la nostra vita, non siamo qui per rubare il lavoro o rovinare la vita agli italiani o agli europei, come spesso sentiamo. Ma siamo partiti per lasciare alle spalle guerra, dittatura e povertà, per aiutare noi e la nostra famiglia. Il nostro viaggio è stato terribile e ci teniamo a ringraziare la Guardia Costiera che ad alcuni di noi ha salvato la vita.”

“Prima di partire, quando eravamo ancora nei nostri paesi, pensavamo che in Italia si poteva studiare e stare in una casa dove vivere e mangiare, ma per alcuni di noi questo non è ancora vero: ci hanno dato un posto dove dormire e dove mangiare, noi diciamo grazie per questo, ma vorremmo andare a scuola e non essere costretti a stare per strada. Ad alcuni di noi, prima di partire, hanno detto che in Italia avremmo trovato tante cose belle ma quando ci hanno salvati e siamo arrivati qui non abbiamo trovato niente di quello che ci avevano detto e in Italia è successo tutto il contrario di quello che speravamo.

Siamo partiti dal nostro paese perché non c'era futuro per noi, siamo arrivati in Italia per aiutare le nostre famiglie.  Altri invece sono partiti perché non avevano più famiglia e sono rimasti soli e sono partiti giovanissimi a12, 13 anni.”

“La cosa più importante per noi è il nostro futuro. Ciò che ci manca è una guida che ci aiuta a costruire il nostro futuro per raggiungere obiettivi e sogni. Siamo arrivati qui e siamo accolti nei centri dove mangiamo e dormiamo, ma non siamo venuti solo per questo: vorremmo imparare la lingua, un mestiere o andare a scuola, vorremmo sentirci integrati e un aiuto per trovare lavoro.”

“Abbiamo paura ad andare in giro senza documenti, abbiamo paura di quello che succederà quando avremo 18 anni. In Italia molti di noi sono stati accolti in comunità, hanno trovato un posto dove studiare, dove giocare, dove stare con gli amici. Ma dopo? Abbiamo paura perché dovremo andare via dalla comunità (per minori) e non sappiamo dove andremo a mangiare e a dormire. “

“Non c’è nessuno che combatte per noi.

Perché scrivere questa lettera?

Perché abbiamo la speranza che le cose possono ancora cambiare.”

“Un buon anno nuovo al Papa.

Grazie per il tuo pensiero e per le cose che fai per noi. E grazie per la tua accoglienza.

Che Dio sia con noi e anche con te, Papa Francesco.”